Treofan, il ministro Patuanelli: «Serve scorporo da Jindal»

Terni – La vertenza al question time del Senato dopo un’interrogazione presentata da Lucidi e Alessandrini (Lega)

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di F.L.

È sbarcata giovedì mattina in Senato la questione della Treofan di Terni, sito per il quale il gruppo Jindal ha avviato la procedura di messa in liquidazione: nel corso del question time il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli ha infatti risposto ad una interrogazione presentata dai senatori della Lega, Stefano Lucidi e Valeria Alessandrini. Sia il ministro che i due parlamentari umbri hanno concordato su un punto: occorre lo scorporo del sito ternano dal gruppo.

Le parole di Patuanelli

Il ministro ha definito «assolutamente deprecabile» l’atteggiamento dell’azienda e si è detto «basito» delle comunicazioni fatte da Jindal nel corso dei tavoli della scorsa settimana. «Chiediamo le stesse cose sollecitate dall’interrogazione – ha aggiunto -, cioè che si possa arrivare ad uno scorporo del sito per continuare la produzione a Terni. Sono costantemente informato dal sottosegretario Alessandra Todde, contemporaneamente stiamo lavorando insieme al ministero del lavoro per accompagnare i lavoratori in questo periodo di conversione». «In realtà, purtroppo, quello della Treofan non è un caso molto raro» ha sottolineato ancora Patuanelli, sollecitando il parlamento «a intervenire con una normativa organica che possa garantire il Paese da questi atteggiamenti». «Ma serve anche uno scatto della nostra classe imprenditoriale» ha concluso.

L’interrogazione di Lucidi e Alessandrini

«La decisione di porre in liquidazione l’azienda – il testo dell’interrogazione di Lucidi e Alessandrini – ha confermato i sospetti che le intenzioni strategiche dei manager fossero quelle di recuperare quote di mercato più che sviluppare il sito ternano, puntando quindi alla sua chiusura senza proporre alternative economicamente valide per il management aziendale e per i lavoratori. Si tratta uno dei rari casi in cui un’azienda straniera dimostra un livello così alto di spregiudicatezza imprenditoriale, evitando ogni confronto con le parti, e tentando in ogni modo di danneggiare un tessuto lavorativo e sociale in maniera estremamente scorretta da un punto di vista etico e morale, ma anche in totale spregio degli articoli 41 e 42 della Costituzione». Come soluzione alla vertenza, «per perseguire la messa in liquidazione annunciata», i due parlamentari della Lega hanno quindi appunto proposto nel loro atto «lo scorporo del sito ternano di Treofan, garantendo alla costituenda realtà la possibilità di proseguire autonomamente la propria attività».

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