Precipita di giorno in giorno la situazione della Treofan di Terni, dove la volontà della proprietaria Jindal di disimpegnarsi dal sito si manifesta sempre più concretamente. È notizia di lunedì – a tre giorni di distanza da un nuovo incontro previsto al Mise il 5 novembre – che l’azienda sta procedendo via via alla disdetta di tutti i contratti in scadenza con i fornitori, sia per quanto riguarda le utilities (come energia elettrica e gas), che per i servizi (ad esempio mensa e pulizie).
«TREOFAN PRONTA AL DISIMPEGNO»
Si attendono le comunicazioni
Che la dismissione sia questione di pochi mesi, se non settimane, appare un rischio ormai assodato per i lavoratori della fabbrica del Polo chimico ternano, anche a fronte dei magazzini sempre più vuoti, sia di materie prime che di prodotti finiti. Lunedì mattina era attesa ai cancelli del sito la presenza dei parlamentari umbri, ma la convocazione delle due Camere per la comunicazioni del premier Conte rispetto ad un nuovo dpcm per la pandemia hanno fatto saltare l’appuntamento. Gli occhi sono dunque puntati sull’incontro fissato dal sottosegretario Alessandra Todde per il pomeriggio di giovedì, il cui obiettivo è quello di trovare le condizioni per un nuovo accordo che possa permettere la prosecuzione dell’attività . Fin qui però le proposte dell’azienda, secondo quanto affermato nei giorni scorsi dai sindacati di categoria, «non contengono nessun elemento di prospettiva di mantenimento e di sviluppo del sito». Gli ultimi aggiornamenti lo confermano e il destino dello stabilimento sembra ormai quasi segnato.
L’appello dei parlamentari umbri
Tutti i parlamentari eletti in Umbria al Senato e alla Camera, di tutti i gruppi, hanno condiviso un appello sulla situazione e le prospettive di Treofan Terni, i cui lavoratori, insieme ai sindacati, stanno conducendo una difficilissima vertenza. «L’appello è stato diffuso – spiegano i deputati Virginio Caparvi della Lega e Walter Verini del Pd, coordinatori dell’iniziativa – anche in vista dell’imminente, nuovo incontro presso il Mise, che dovrà far uscire il gruppo dalle ambiguità di questi mesi e fornire garanzie sul futuro produttivo e occupazionale del sito ternano». Nel documento viene riepilogata la situazione: «A poco più di 2 anni dall’acquisizione delle quote di Management & Capitale da parte di Jindal, Treofan Terni, dopo la chiusura del sito di Battipaglia, vive un grande stato d’incertezza dovuto alla mancanza d’impegni sia sul versante investimenti a breve termine che su quello legato agli ordini da riassegnare alla fabbrica ternana. Il gruppo Jindal è arrivato nel nostro Paese acquisendo anche la Treofan (Terni, Battipaglia), dopo aver rilevato il sito brindisino (prima Exxonmobil, ora Jindal) e proprio nello spirito di finanziare investimenti importanti per l’industria italiana ha usufruito e sta usufruendo di importanti supporti economici che però, come previsto a livello europeo, pongono dei vincoli, uno di questi è l’impossibilità di spostare ordini e produzioni da un sito all’altro, da Treofan a Jindal, cosa che in realtà si sta facendo da tempo a discapito del sito di Terni. Come parlamentari umbri crediamo sia assolutamente necessario che tutti gli attori di questa vicenda, ormai da tempo vertenza, garantiscano la continuità produttiva di Treofan Terni che ha delle peculiarità uniche a livello europeo ed ha sempre fornito importanti clienti, molti di cui italiani che hanno sempre creduto nel marchio. La chimica ternana, umbra e italiana non si può permettere di perdere un grande fiore all’occhiello e rischiare una debacle a causa dell’ennesima multinazionale che viene nel nostro Paese per scippare il know how e poi andarsene senza colpo ferire».