Terni: «Treofan pronta al disimpegno»

Nuovo allarme dei sindacati dopo il confronto a vuoto con l’azienda, chiesto un incontro urgente al Mise

Condividi questo articolo su

Tornano a farsi sentire le segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil dopo la lunga trattativa con i vertici della Treofan per arrivare ad un nuovo accordo per la prosecuzione dell’attività, dopo quello stipulato ad agosto. Il confronto si è concluso per ora con un nulla di fatto, visto che nell’incontro che si è svolto giovedì l’azienda, secondo quanto riferiscono i sindacati, ha avanzato proposte «non in linea con lo spirito» dell’intesa precedente. Per questo le tre organizzazioni lunedì hanno scritto alla sottosegretaria al ministero dello sviluppo economico, Alessandra Todde, per chiedere un incontro urgente, la cui convocazione è attesa a breve.

Ordini ancora trasferiti, finita la cig e spettro riorganizzazione

«L’accordo proposto – scrivono le segreterie – a nostro avviso non contiene nessun elemento di prospettiva di mantenimento e di sviluppo del sito, senza alcuna certezza nella realizzazione di investimenti; i volumi di produzione proposti non prevedono alcuna attività fino alla fine del mese e nessun volume è previsto al momento per il mese di novembre, mentre in questi giorni continua il trasferimento di ordini di prodotti dello stabilimento di Terni verso gli altri del gruppo Jindal; nessun impegno alla richiesta di ulteriori periodi di ammortizzatori sociali scaduti nei giorni scorsi. Inoltre, a conclusione della discussione l’amministratore delegato Manfred Kaufman ha dichiarato che a fronte della critica situazione a causa di una scarsa presenza di volumi produttivi nei prossimi giorni il board del gruppo definirà eventuali operazioni riorganizzative globali che riguarderanno gli stabilimenti del gruppo».

L’appello al ministero: «Intervenire su Jindal»

In merito a ciò, avendo registrato una «chiara volontà di disimpegno da parte della società», Filctem, Femca e Uiltec si dicono fortemente preoccupate «per eventuali decisioni che potrebbero prevedere una ‘forte penalizzazione’ dello stabilimento di Terni». «Riteniamo – continuano – che non siano oramai più rinviabili iniziative determinate e perentorie da parte del ministero e del governo Italiano nei confronti degli indiani del gruppo Jindal al fine di scongiurare decisioni che facciano perdere ulteriori assett produttivi, porzioni di mercato e occupazione al nostro Paese, costringendo la società ad attuare scelte alternative che possano garantire una ripresa delle produzioni ed il rilancio dello stabilimento e dell’intero distretto chimico ternano».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli