Treofan, liquidatore si dimette. Finanza al lavoro sui fondi Miur

L’avvocato Del Borrello lascia l’incarico, intanto prosegue l’indagine della magistratura: nel mirino finanziamento da un milione di euro

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di F.L.

Nuovo colpo di scena nella vicenda della Treofan di Terni: il liquidatore della società, l’avvocato Ettore Del Borrello, ha comunicato martedì le proprie dimissioni irrevocabili dall’incarico che gli era stato affidato a fine 2020 dalla proprietà Jindal. La sua scelta sarebbe da ricondurre a divergenze nella gestione della vertenza con la stessa multinazionale indiana, con cui rapporti e comunicazioni sono stati spesso difficili anche per lo stesso professionista, che in più occasioni si sarebbe sentito esautorato dalle proprie funzioni.

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Il liquidatore Treofan, Ettore Del Borrello

Indagini proseguono

Ora alle dimissioni, non appena saranno effettive, dovrà fare seguito la nomina di un nuovo liquidatore, ma di certo – dopo l’indagine emersa a carico dei manager Treofan sulla presunta truffa allo Stato per l’attivazione della cassa integrazione Covid tra agosto e ottobre 2020 (vicenda per la quale il liquidatore è risultato estraneo ai fatti, ndr) e con gli accertamenti della magistratura ancora in corso – il passo indietro di Del Borrello aggiunge ulteriori dubbi e interrogativi ad una vertenza poco chiara sin dall’inizio e probabilmente destinata a far parlare ancora molto di sé. Non è un mistero che quello della ‘cassa’ Covid non sia l’unico fronte sul quale sono concentrate le indagini della guardia di finanza, sotto il coordinamento della procura di Terni: nel mirino degli ultimi accertamenti, in particolare, ci sarebbe il finanziamento da circa un milione di euro erogato in passato alla Treofan da parte del ministero dell’università e della ricerca, nel quale tra le clausole rientrava l’impegno di mantenere le attività per 5 anni e rispetto al quale le fiamme gialle ne stanno verificandone la legittimità e il corretto utilizzo.

L’attesa per la ‘cassa’

Un’attività, quella di investigatori e magistratura, che dunque prosegue a ritmo serrato mentre lavoratori e sindacati attendono la convocazione del ministero del lavoro per l’attivazione della cassa integrazione straordinaria, richiesta dall’azienda nell’ambito della procedura di cessazione definitiva dell’attività del sito del polo chimico di Terni. Tutti gli incontri – anche a livello regionale nell’ottica dell’attivazione di specifici percorsi di politica attiva del lavoro – sono al momento sospesi in funzione dell’accordo sulla ‘cassa’ che si spera possa arrivare a breve, visto che dalla mensilità di marzo i 142 dipendenti Treofan saranno senza stipendio e senza ammortizzatori sociali. E le dimissioni di Del Borrello, con la successiva nomina di un nuovo liquidatore, rischiano di allungare i tempi. Dall’altro lato l’intento degli investigatori – in stretto raccordo con i ministeri competenti, nell’interesse proprio dei lavoratori – è quello di proseguire nell’attività di accertamento di eventuali reati senza ‘complicare’ ulteriormente i percorsi istituzionali, tra cui rientra (oltre all’attivazione della cigs) anche l’individuazione, con l’aiuto di un advisor, di eventuali soggetti imprenditoriali interessati alla reindustrializzazione del sito. Tutti passaggi fondamentali per la tenuta sociale del territorio. Ovvio, però, che crescano sempre di più gli interrogativi sulla legittimità giuridica o meno dell’intera procedura e dell’accordo firmato a fine febbraio, laddove la crisi economica ed industriale dichiarata da Jindal – appare sempre più evidente – non sarebbe stata tale.

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