Treofan, nuovo appello: «Fermate continue, convocate l’azienda»

Filctem, Femca e Uiltec scrivono al Mise: «Aumenta la preoccupazione, trasferire a Terni gli impianti di Battipaglia»

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A pochi giorni dalla prima lettera, le segreterie provinciali e regionali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil giovedì sono tornate a scrivere a Mise, Regione e Comune di Terni per illustrare gli ultimi aggiornamenti sulla situazione della Treofan di Terni, che – dicono – «aumentano, se possibile, la nostra preoccupazione». «Nello stabilimento ternano – scrivono i sindacati – si assiste a continui fermi per mancanza di ordini, tanto che se nel gennaio di un anno fa questi avevano raggiunto le mille tonnellate, nello stesso mese 2020 il carico si è fermato a 240. Oltre a non aver colmato i vuoti produttivi, sembra evidente il disinteresse a potenziare l’unica specialties importante rimasta che è quella del tabacco»

La richiesta: impianti dalla Campania all’Umbria

Una presa di posizione arrivata nel giorno in cui proprio al ministero dello sviluppo economico è in corso un incontro sul futuro dello stabilimento di Battipaglia che da Jindal – che ne ha decretato la chiusura – passerà nelle mani dell’imprenditore bergamasco Antonio Piero Maria Luigi Foresti, intenzionato a riassorbire 52 lavoratori e a produrre, con il marchio Jcoplastic, bidoni per la raccolta differenziata. Dunque tutt’altro prodotto rispetto al film in polipropilene commercializzato da Treofan. Ecco dunque che per Filctem, Femca a Uiltec un segnale da parte della proprietà Jindal «per attestare la volontà di mantenere in vita lo stabilimento, sarebbe quello di trasferire gli impianti già presenti a Battipaglia su Terni e non altrove, visto che nella cessione del sito campano non è contemplata la necessità di quei particolari macchinari e visto che gli stessi impianti sono di proprietà di Treofan Italy e non di Jindal».

«Regione pronta a dare un contributo»

«Per quanto concerne gli organici – continuano le organizzazioni sindacali -, come detto più volte, il numero dei 151 dichiarati al Mise non si è mantenuto, in quanto l’organico non è stato reintegrato, questo ha obbligato i lavoratori ad effettuare un elevato numero di prestazioni straordinarie (tra l’altro bloccate dalla multinazionale indiana, inevitabili dunque le fermate, ndr). I rapporti sindacali continuano ad essere inesistenti a tutti i livelli. Per attestare la volontà di rimanere a Terni, auspichiamo che l’azienda prenda in considerazione il possibile contributo a fondo perduto che potrebbe essere messo in campo dalle Regione Umbria, insieme ad altre opportunità legata alla filiera di produzione dei tabacchi». Il riferimento è alle possibilità di finanziamento illustrate lunedì, durante una visita allo stabilimento del polo chimico, dall’assessore allo sviluppo economico Michele Fioroni: rientrerebbero nel perimetro delle misure dell’area di crisi complessa, ma sarebbero applicabili solo nell’ipotesi di nuovi investimenti che abbiano particolari requisiti di sostenibilità. Intanto i sindacati di categoria rimangono in attesa di una «celere convocazione» da parte del ministero dello sviluppo economico, sollecitazione portata all’attenzione dei dirigenti del dicastero, dalle sigle nazionali, anche durante l’incontro di giovedì incentrato sulla cessione del sito di Battipaglia.

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