Treofan, via ai licenziamenti per 142 dipendenti

Martedì è arrivata la comunicazione dell’azienda, pandemia e costi di esercizio elevati le giustificazioni

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di F.L.

Era attesa e purtroppo nella tarda mattinata di martedì è arrivata, la comunicazione con la quale la Treofan Italy srl, ormai in liquidazione, annuncia il licenziamento collettivo di tutto il personale attualmente in forza, per la precisione 142 dipendenti, di cui 139 a Terni. Un epilogo annunciato, ma contro il quale lavoratori e sindacati hanno cercato in tutti i modi di battersi, facendo appello alle istituzioni italiane, anche con le ultime manifestazioni simboliche andate in scena lunedì.

I ‘pretesti’

Nella missiva la società spiega che la decisione della messa in liquidazione – senza continuazione, anche parziale, dell’attività – è stata presa a causa della crescente competitività del mercato, aggravata dalla congiuntura economica in corso nel 2020 anche per colpa dalla pandemia. Ma si fa riferimento anche ad asseriti costi di esercizio sempre più elevati per lo stabilimento di Terni, già dal 2019, in particolare per quanto riguarda costi fissi di produzione, consumi energetici, costi di manodopera e manutenzione. Secondo l’azienda non appare percorribile né la riqualificazione né il reimpiego del personale, così come il ricorso a contratti di solidarietà o ammortizzatori sociali ordinari e straordinari. Ora saranno decisivi i prossimi 75 giorni, termine entro il quale dovrà essere perfezionata la procedura di liquidazione. La battaglia legale e sindacale è destinata a non fermarsi.

Le prossime mosse

I lavoratori, già in presidio permanente da lunedì davanti alla fabbrica della Polymer, dopo la notifica della comunicazione via pec si sono subito riuniti in assemblea, mentre i legali delle organizzazioni sindacali territoriali e nazionali analizeranno nelle prossime ore i contenuti e le motivazioni addotte, per valutare eventuali impugnazioni dell’atto. A Terni la procedura interessa nello specifico 95 operai e 44 amministrativi, tra impiegati e quadri (a cui si aggiungono tre dirigenti di base a Milano). In totale sono 139 famiglie che vedono concretizzarsi uno spettro che li accompagnava ormai da un paio d’anni, dopo l’acquisizione della Treofan da parte degli indiani di Jindal – già attivi nel settore con altri stabilimenti, evidentemente intenzionati a mettere ko un concorrente – e la chiusura del sito di Battipaglia (Salerno). Con l’arrivo delle lettere di licenziamento si chiude (almeno per ora) un capitolo che sembrava già scritto da tempo.

La sottosegretaria Todde: «Interlocuzione con il liquidatore aperta»

La sottosegretaria di Stato al Mise, Alessandra Todde, nel tardo pomeriggio lancia una breve nota di commento: «Il ministero dello Sviluppo economico sta lavorando, in accordo con la Regione Umbria, con Confindustria e le organizzazioni sindacali, per trovare una soluzione seria e concreta alla vertenza. L’interlocuzione con il liquidatore è aperta, e il Mise continua a monitorare l’evolversi della situazione. Siamo persone serie e sappiamo bene che in ballo c’è il futuro di centinaia di famiglie».

«Rischio di ripercussioni gravissime sul tessuto economico locale»

«Sulla vicenda Treofan di Terni – la posizione del deputato di FI Raffaele Nevi – basta perdere tempo, serve un’azione forte del Governo nazionale. Questa mattina ho ricevuto la chiamata del presidente del consiglio comunale di Terni Francesco Ferranti e del capogruppo di Forza Italia di palazzo Spada Lucia Dominici, che mi hanno manifestato tutte le loro preoccupazioni circa le sorti di questo sito produttivo e del futuro di 150 lavoratori. Qui c’è in ballo il futuro di molte famiglie, a cui va la nostra vicinanza, e di questa storica realtà aziendale. Da parte mia ho assicurato, come già dichiarato nelle settimane precedenti, l’attenzione e il massimo impegno del gruppo di Forza Italia in parlamento per tenere alta l’attenzione su questa vicenda. Chiaramente il Governo non può rimanere indifferente di fronte a questa situazione che rischia di avere ripercussioni gravissime sul tessuto economico locale. Deve prendere seriamente in mano questa vertenza e richiamare al più presto la proprietà indiana per evitare lo smantellamento del sito. A tal fine annuncio la presentazione di una interrogazione parlamentare che presenterò al ministro per sapere come intenda scongiurare che la multinazionale indiana continui a prendere per il naso l’intero paese, i lavoratori e le loro famiglie». Gli esponenti ‘azzurri’ in consiglio comunale sottolineano che «a fronte delle drammatiche evoluzioni della vertenza Treofan e della esasperazione dei lavoratori che stanno vivendo un vero e proprio incubo, questa mattina abbiamo chiamato i parlamentari umbri di Forza Italia, Raffaele Nevi e Fiametta Modena, affinchè tornino a far sentire la loro voce nei confronti del governo, in particolare del ministro delle attività produttive. Dai nostri onorevoli abbiamo avuto massima disponibilità. Solo un intervento del governo, infatti, a questo punto può sortire effetti su una proprietà che sembra sempre di più correre sulla strada della delocalizzazione, con un annullamento del sito produttivo di Terni. Si tratterebbe – proseguono Ferranti e Dominici – di una sciagura per un territorio già duramente colpito da questi fenomeni, che chiede, invece da tempo, una decisa inversione di tendenza. Il governo deve far sentire a questa multinazionale la voce del Paese, anche in un’ottica di una valutazione di eventuali misure di sostegno alla produzione. Forza Italia, pur essendo a livello nazionale partito di opposizione, continuerà ad utilizzare tutto il suo peso politico e le sue interlocuzioni per rappresentare al meglio una vertenza che sta colpendo decine di famiglie e tutta la comunità ternana».

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