Troppa attesa al PS, 70enne chiama la polizia. La Usl 2: «Ecco come è andata»

Spoleto – Aveva accompagnato la nuora in ospedale ed a mezzanotte non era ancora stata dimessa. L’azienda: «Nessuna malasanità, uscita dopo 4 ore»

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Ha accompagnato la nuora in ospedale alle 7.30 nel tardo pomeriggio ed a mezzanotte non era ancora stata dimessa dal pronto soccorso. Si è stufato per la lunga attesa e, in preda all’agitazione, ha chiamato la polizia di Stato: il fatto è accaduto al San Matteo degli Infermi di Spoleto e ha visto protagonista un 70enne. L’anziano ha riferito agli agenti di aver discusso con il personale sanitario per ciò che stava accadendo: era stanco e si è rivolto alle forze dell’ordine.

La spiegazione

«I poliziotti, a quel punto, hanno sentito – sottolinea la questura – il medico di turno che ha spiegato agli agenti che la donna era stata sottoposta a degli accertamenti che richiedevano tempi lunghi di attesa. A ritardare ulteriormente le procedure di dimissione, era stato anche l’arrivo di alcuni ‘codici rossi’ sopraggiunti nel corso della giornata». L’uomo è stato tranquillizzato e invitato a mantenere la calma.

L’ospedale di Spoleto

La replica della Usl Umbria 2

Nella tarda serata di sabato arriva la replica dell’azienda sanitaria locale: «La signora di Spoleto. F.S., nata nel 1989, è giunta al pronto soccorso dell’ospedale ‘San Matteo degli Infermi’ in data 12 agosto 2022 alle ore 19.45 (e non alle 7.30 del mattino) e dopo 20 minuti, tra arrivo e ingresso, è stata presa in carico dai sanitari a causa di un ‘dolore toracico’ lamentato dall’assistita. Gli approfondimenti del caso contemplano due controlli della troponina a distanza di tre ore, oltre all’esecuzione, regolarmente effettuata, di un rx torace. Dopo 4 ore, la 33enne è stata dimessa con una diagnosi e la prescrizione di una terapia farmacologica. I fatti confermano, senza alcun dubbio, che l’operato dei professionisti del pronto soccorso dell’ospedale di Spoleto sia stato anche in questa occasione ineccepibile, tempestivo e assolutamente adeguato tanto che gli stessi agenti hanno redarguito paziente e suocero per la chiamata inutile. Si ritiene quindi molto grave che un fatto che testimonia la buona organizzazione e una efficace risposta assistenziale, venga riportato, stravolgendolo, come episodio di malasanità. La direzione strategica dell’azienda Usl Umbria 2 – puntualizza l’azienda – che in questi anni si è contraddistinta per la ricerca di un dialogo con tutte le componenti e di un rapporto sereno e costruttivo nell’interesse generale della comunità, non sottraendosi a critiche o polemiche e chiarendo, sempre in modo propositivo e con la massima trasparenza, disponibilità ed apertura al dialogo la propria posizione, non è più disposta a tollerare simili atteggiamenti, irresponsabili, inaccettabili e strumentali, che generano sfiducia e sconforto tra il personale, minano la qualità del lavoro degli operatori che quotidianamente salvano vite umane e rischiano di generare inutili e pericolosi allarmismi tra la popolazione».

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