di Giovanni Cardarello
14.102 euro di cui 1.200 di cauzione: tanto vale il vecchio cimitero di Rasina, piccola frazione nelle campagne di Umbertide. Frazione che, purtroppo, da oltre 50 anni è quasi completamente abbandonata.
Abbandono certificato tanto dallo stato dell’imponente santuario di Maria Santissima Assunta in Rasina, completamente diroccato, quanto dalle condizioni dell’adiacente cimitero da dove emergono ancora lapidi e cappelle interamente coperte da vegetazione.
Sia il santuario che il cimitero di fatto sono stati assorbiti dal bosco. Il cimitero da qualche tempo era all’asta ma con ben poche possibilità di essere acquistato. Finché, con grande sorpresa dei gestori dell’incanto, nei primi giorni di febbraio, il 12 per la precisione, un professionista locale ha presentato la documentazione afferente all’asta e la relativa cauzione per conto di una donna di 65 anni di Dilbeek, cittadina delle Fiandre (Belgio) di 40 mila abitanti.

Essendo l’unica offerta presentata, e rispondendo ai criteri minimi di offerta, la donna si è aggiudicata il terreno che, come ricorda il quotidiano La Nazione, è sottoposto ad un vincolo da parte della Soprintendenza e pertanto può solo essere bonificato ma non può essere oggetto di costruzione di pertinenze, né tantomeno di modifiche dell’assetto.
Ma allora perché la donna di Dilbeek, che secondo Il Corriere dell’Umbria non è nota a livello locale anche se ha alcuni contatti con gli abitanti della zona vicina a Rasina, lo ha acquistato?
Le possibilità sono due. La prima è quella di ripristinare l’area, bonificarla e renderla meta del cosiddetto ‘turismo cimiteriale’, una forma di turismo che come spiega una popolare app «propone itinerari alternativi che rivelano tutti gli aspetti della morte interpretata dall’arte, con approfondimenti dedicati agli artisti e ai poeti cimiteriali, alla genesi dei cimiteri monumentali italiani ed europei».
La seconda è quella di recuperare tanto la zona cimiteriale quanto i resti del santuario la cui volta centrale è crollata con il terremoto del 1997, rendendola una parte di un agriturismo che potrebbe sorgere nei pressi anche se non nei terreni direttamente collegati.
Due scenari assolutamente ipotetici ma che potrebbero spiegare, in parte, un investimento di 14 mila euro che di certo non sono stati versati per filantropia o a fondo perduto. Con l’arrivo della cittadina belga in Italia saranno più chiari i contorni della vicenda.