Umbria a ‘caccia’ di positivi: «Via ai test rapidi»

La Regione annuncia nuova strategia con esami di tipo immonologico e molecolare. Target personale sanitario e tutti i lavoratori a rischio

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Nuova strategia per i tamponi in Umbria, da attuare nel corso delle prossime quattro settimane. La conferenza stampa si è tenuta venerdì mattina a palazzo Donini, a Perugia. «Stiamo lavorando per aumentare il numero dei tamponi – ha detto l’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto – attuando test rapidi. Il nostro obiettivo è proteggere ed essere protetti. Penso al personale sanitario tanto quanto ai nostri anziani che si trovano nelle case di riposo».

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

Gli obiettivi

Il direttore regionale della sanità, Claudio Dario, ha spiegato che «è fondamentale restare a casa e rispettare le indicazioni, base per qualsiasi intervento. Individuare quanto prima i Covid-19 positivi, sintomatici ma anche asintomatici, vuol dire spezzare questa catena. Partiamo dalle comunità, da quelle di base come la famiglia, poi le comunità residenziali, sociali, sanitarie, religiose per intercettare prima possibile i casi di coronavirus e difendere, ad esempio, gli ospedali identificando ed isolando i positivi sin dal loro arrivo, a volte anche prima quando il 118 va a prelevarli presso il loro domicilio. Vogliamo monitorare tutto il personale dell’ambito sanitario: medici di medicina generale, medici ospedalieri, specializzandi e farmacisti. Vogliamo inoltre garantire sorveglianza attiva ai lavoratori dei servizi essenziali ed alle persone, come chi opera nei supermercati o a domicilio, sottoposte ad un rischio maggiore. I ‘target’ sono i cittadini pazienti e le categorie professionali: si è parlato molto dell’approccio per cerchi concentrici, dal positivo al Covid ai conviventi, allargando il cerchio progressivamente a tutti i contatti. È ciò che vogliamo attuare».

A caccia di positivi sintomatici e non

Claudio Dario ha chiarito che «coinvolgeremo tutti i pazienti sintomatici che non sono stati mai testati e che si trovano nei presidi ospedalieri. Lo faremo in pochi giorni. Poi tutti i sintomatici potenzialmente legati a contatti molto stretti che evidenziano sintomi. Poi tutti coloro che si recano al pronto soccorso in modo autonomo o con il 118, a prescindere dalla motivazione clinica. Stiamo verificando un test ‘immunologico’ che necessita di 15 minuti per essere espletato, senza bisogno che ci sia un laboratorio a disposizione: serviranno 15 giorni per sperimentarlo appieno». Circa le categorie professionali, il direttore della sanità umbra ha detto che gli esami riguarderanno sostanzialmente tutti coloro che operano in strutture di carattere sanitario, «per ultimi gli operatori sintomatici nelle strutture socio sanitarie e i lavoratori sintomatici dei servizi essenziali. Sarà un percorso graduale e ovviamente per ‘operatori’ intendiamo personale infermieristico, tecnico e operatori socio sanitari».

I due test ‘rapidi’, immunologico e molecolare

La professoressa Antonella Mencacci ha illustrato le due tipologie di test e i numeri che possono essere gestiti: «Il test di riferimento è un test molecolare lungo, laborioso e che necessita di competenze molto specifiche e anche strumentazioni sofisticate. Ciò cozza con la necessità di ampliare al massimo le persone da testare, sintomatici e asintomatici. Il commercio mette a disposizione test rapidi, abbiamo fatto uno studio e ne abbiamo scelti due: il primo è quello ‘immunologico’, si parte da una goccia di sangue e in 15 minuti si può rilevare la presenza di anticorpi specifici per il coronavirus. La presenza di anticorpi significa che c’è un’infezione in atto o che è recentissima. Un test positivo significa che il paziente sta verosimilmente elimimando il virus. Se è sintomatico prenderà immediatamente il percorso Covid, se è asintomatico si deciderà. Ma quel paziente sarà isolato. Il risultato negativo non significa assenza dell’infezione perché gli anticorpi necessitano di tempo per prodursi e perché dobbiamo valutare la sensibilità del test. Allo stesso modo stiamo implementando un test ‘molecolare rapido’ che ci darà risposte in meno di un’ora e che è alla portata di tutti i laboratori. Non servono skills particolari, basta prendere il campione, inserirlo in una cassettina e metterlo nello strumento: non è necessario raggruppare insieme più campioni da testare. Anche questo serve a vedere se nei campioni del paziente, o soggetto asintimatico, c’è il virus o meno. In un’ora, lo instradiamo nel modo migliore. Sono test rapidi, diversi da quelli attualmente raccomandanti, e nella prima settimana procederemo ad analizzare i risultati per comprenderne la reale efficacia». Gli esami verranno attuati in quasi tutti gli ospedali dell’Umbria, per ciò che attiene il test ‘rapido’ molecolare.

I pazienti ‘grigi’

La professoressa Daniela Francisci ha spiegato che «il test immunologico rapido che cerca gli anticorpi è sicuramente un elemento che potenzia le possibilità diagnostiche, non sostituisce il tampone ma può dare un valido aiuto quando si tratta di prendere una decisione rapida e in questi tempi molto spesso, di fronte ad un paziente che ha sintomi, avere un supplemento che aiuta a decidere è molto importante. Stiamo imparando ogni giorno cose nuove sul coronavirus: nella pratica clinica può accadere che in un paziente, definito ‘grigio’, che ha sintomi da giorni, il virus possa trasferirsi dalle alte vie respiratorie al polmone. Il tampone naso faringeo può essere negativo a differenza della tac polmonare. E in tali casi l’analisi immunologica può risultare assolutamente importante».

«Arriveremo a 2 mila tamponi al giorno»

In conclusione Coletto ha detto che «da oggi sono in distribuzione i test immunologici alle aziende della sanità perché si diventi subito operativi per chi giunge nelle strutture sanitarie e nelle residenze. Ciò ci consente di intercettare subito, già in ambulanza, tali pazienti e quindi avviarli nel percorso giusto. Se negativo, proseguono gli approfondimenti. Al momento negli ospedali abbiamo circa 100 persone ricoverate in situazione ‘grigia’, in valutazione in attesa del completamento del percorso diagnostico, e il test ci darà prime risposte rapide. Quando, speriamo fra 15 giorni circa, arriveranno anche gli altri test, aumenteremo di molto la ‘forza di fuoco’ per arrivare a circa 2 mila tamponi al giorno». L’assessore ha poi chiarito: «Le categorie individuate in ambito sanitario, da sottoporre ad esame, rappresentano un target di circa 25 mila persone in Umbria: subito test imnunologico sugli accessi e le persone più a rischio, come medici e infermieri venuti a contatto con un caso, poi tutti gli altri quando arriverà la seconda tipologia di test rapido».

Tesei: «Un grazie di cuore a tutti gli umbri»

 

A chiudere la conferenza è stata la presidente della Regione, Donatella Tesei: «Stiamo lavorando a tutto campo per rispondere al meglio all’emergenza di questo periodo – ha affermato -. Sono presente in maniera costante e quotidiana, a volte diplomatica a volte meno, nei vari tavoli con gli interlocutori nazionali. A volte emergono delle difficoltà nelle consegne del materiale, ma voglio lanciare un messaggio ottimista perché sono certa che a breve riusciremo ad avere le strumentazioni necessarie a coprire i posti di terapia intensiva che necessitano nella nostra regione. Permettetemi dei ringraziamenti a tutto il reparto sanità per il lavoro che stanno svolgendo anche per allestire nuove spazi, ma anche a coloro a che in questo momento difficile si occupano delle persone più deboli, dei nostri anziani, dei detenuti. Un grazie va alla Protezione civile, ai volontari, alle forze dell’ordine, ai lavoratori dei servizi essenziali, agli operatori della comunicazione e tutti coloro che quotidianamente si impegnano nello svolgimento del loro ruolo in un momento estremamente complesso. E un ringraziamento sincero – ha aggiunto la Tesei – lo voglio esprimere anche nei confronti di tutti i cittadini per l’attenzione che stanno mettendo nel rispettare le misure di prevenzione di diffusione del contagio. So che è un sacrificio che stiamo facendo, ma voglio invitare ancora una volta ad avere pazienza, perché il grande senso di responsabilità degli umbri può fare la differenza e permetterci di riuscire a tornare alla normalità il prima possibile».

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