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Home » Umbria: «Falle nel fondo ‘Re-Start’»

Umbria: «Falle nel fondo ‘Re-Start’»

di Francesca Torricelli
12 Maggio 2020
in Economia, Imprese, Opinioni
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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di Raffaele Amici
amministratore unico Business company Europe enterprise Srl

Come noto, lunedì alle 13 la Regione dell’Umbria ha dato il via al bando denominato Fondo prestiti ‘Re-Start’. Con suddetto bando regionale, si sono fissati gli obiettivi di poter sostenere le imprese umbre con un prestito che va da un minimo di 5 mila euro a un massimo di 25 mila restituibili fino a 72 mesi, di cui un preammortamento di 24 mesi e un ammortamento di 48 mesi oltre ad una eventuale possibilità fondo perduto, fino al 50% al termine dell’ammortamento (remissione). Iniziativa del tutto meritevole da parte della Regione Umbria, senonché mi permetto di segnalare, alcuni importanti dettagli di valutazione fatti dagli expertise, che pregiudicano l’accesso a determinate aziende.

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

Infatti la Gepafin Spa, ha inserito nella valutazione delle aziende meritevoli, una graduatoria data da un principale indicatore: il fatturato realizzato al 1° quadrimestre 2019 parametrato con quello realizzato nel 1° quadrimestre 2020. Questo tipo di valutazione potrebbe essere giusta, per quelle aziende che hanno flussi di cassa costanti, e che permettono, a seguito della chiusura dovuta all’emergenza Covid-19, una parametrizzazione della differenza del fatturato, tra l’anno 2020 e il precedente 2019. Una valutazione puramente soggettiva, che crea delle vere disparità di analisi e valutazione.

Infatti, a mio avviso, la valutazione di un’azienda deve essere basata su un intero periodo di esercizio (anno 2019); oltre a verificarne la natura merceologica e l’attività svolta. Questo tipo di valutazione diventa cosa ben diversa per tutte quelle aziende che non hanno flussi costanti di cassa in quel determinato periodo di analisi (1° quadrimestre 2019) e quindi non in grado di avere una specifica parametrizzazione aderente a quella presa in esame da Gepafin Spa. E queste aziende corrono il rischio di rigetto della richiesta o magari, inserite in ultimo, nella graduatoria delle beneficiarie.

Un esempio lo sono, le aziende stagionali. Quelle aziende che lavorano in un periodo successivo a quello preso in esame dal bando regionale, o magari le aziende che lavorano su commessa o quelle che hanno una fase di start-up proprio nel 2019. Il 2020 era per loro l’inizio dell’esercizio operativo o quelle che svolgono una particolare consulenza come ad esempio finanziario, assicurativo, legale, fiscale. Mi permetto inoltre, di ricordare, come i primi 3 mesi di ogni anno, rappresentano l’avvio e quindi lo start-up di progetti produttivi e commerciali che hanno il loro culmine nel periodo di aprile, maggio, giugno e luglio. È consuetudine delle aziende fare il bilancio consuntivo nel periodo che va da dicembre a gennaio e allestire il business plan preventivo per l’anno corrente, nel mese di gennaio.

Progetti che oggi sono irrealizzabili e rappresentano un vero danno emergente a moltissime realtà umbre. Ma il danno, prosegue per tutto il 2020 e forse il 2021, dato da un mercato incerto che non ha più stimoli di spesa, vittima dell’azione di paura e di insicurezza che si è innescata a seguito di questa emergenza Covid-19. Sono molte oggi le aziende che nonostante siano aperte, lamentano la mancanza di clienti. Ed è invero come possa, domani un negozio o una qualsiasi attività al pubblico gestire i propri clienti, con una diminuzione sostanziale del fatturato dovuta, al rallentamento dei flussi e dalla riduzione degli spazi commerciali.

Come ad esempio i parrucchieri. Ipotizziamo un parrucchiere o una estetista con 10 poltrone, che fino a ieri operavano con turnazioni di 10, oggi dovranno utilizzare accessi singoli e dedicati utilizzando lo stesso spazio commerciale. Questo accadrà sicuramente per tutta la filiera della ‘salute e bellezza’ ma, tante altre attività correranno lo stesso rischio. Un rallentamento delle utenze, produce nello stesso lasso di tempo una riduzione dei ricavi. Faccio sempre presente che molte aziende, come la nostra, produciamo ricavi di produzione per raggiungere il Break even point nel primo semestre dell’anno. Nel Bep, sono calcolati anche i costi dell’esercizio ivi compreso tasse e imposte. La riduzione della clientela ci costringerà, sicuramente ad una rivisitazione del Bep che oggi è incerta, e sicuramente ad una sostanziale riduzione del fatturato che andremmo a realizzare ormai da Settembre in poi, seppur i costi fissi rimarranno tali.

Tutto questo, determinerà sicuramente a lungo andare un innalzamento dell’indebitamento di molte aziende dove lo Stato diventerà il maggior creditore e, con un unico risultato: la conseguente chiusura. Regione Umbria, se davvero vuoi dare un importante segnale e un tuo contributo alle aziende locali, ti invito a rivedere gli indici della graduatoria ed adeguarli alle aziende come la nostra e come tante altre che si sono viste o si vedranno impossibilitate all’accesso del finanziamento ed in questi mesi futuri, non riusciranno a trovare un riavvio delle attività traendo un immediato vantaggio, in un mercato inesistente che, ‘temporaneamente’, si è resettato.

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