Umbria, idroelettrico regionalizzato: «Opportunità epocale da non perdere»

Il presidente di Italia Nostra Marco Sansoni: «Una rendita enorme, pari al momento a circa 200 milioni di euro l’anno»

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di Fra.Tor.

«Torniamo nuovamente a sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica locale sul tema energetico. Con l’entrata in vigore del decreto legge del 2018, che prevede un’importante innovazione normativa in tema di grandi derivazioni idroelettriche, si presentano per la regione Umbria opportunità uniche, sia in termini economici che di riappropriazione della dignità in termini di territorio, al quale è stata sottratta un risorsa, quella dell’acqua, come ritorno economico», spiega il presidente di ‘Italia Nostra Umbria, l’avvocato Marco Sansoni. «La norma affida alle Regioni un’ampia autonomia e permette loro di disciplinare le concessioni in scadenza, o già scadute, senza dover attendere l’emanazione dei decreti attuativi. Bilanci alla mano, dalle centrali di Terni i concessionari Endesa, Eon, Erg, hanno guadagnato e investito altrove oltre un miliardo e mezzo di euro in 15 anni, senza che Regione Umbria, Comuni del bacino idrografico, famiglie e imprese abbiano tratto benefici minimi. L’Umbria, un secolo dopo la costruzione delle centrali, potrebbe finalmente appropriarsi di una rendita enorme, pari al momento a circa 200 milioni di euro l’anno, perseguendo così precipue finalità pubbliche. Cosa vuole fare la Regione? Vuole partecipare fattivamente con dei ritorni ingenti a vantaggio delle utenze residenziali e non, anche industriali, che fino ad oggi sono stati carenti? Rinnoviamo quindi il nostro appello alla politica di legiferare al meglio e non perdere un’opportunità epocale».


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