Infiltrazioni, processi, reati e stranieri: il punto di Sergio Sottani

Umbria – I contenuti della relazione del Procuratore Generale all’inaugurazione dell’anno giudiziario

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Di seguito la relazione estesa del Procuratore Generale di Perugia, Sergio Sottani, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.

di Sergio Sottani
Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Perugia

Sotto il profilo organizzativo, è stata stipulata una convenzione con l’università di Perugia, grazie alla quale si sono proseguiti i tirocini presso la Procura Generale ed è stato realizzato anche il bilancio di responsabilità sociale, pubblicamente presentato col patrocinio del ministero della Giustizia il 21 novembre scorso. Ci si è inoltre fattivamente impegnati nel sollecitare il ministero della Giustizia per il completamento dell’organico del personale amministrativo, con particolare attenzione per l’ufficio requirente di Spoleto. Allo stato, la situazione risulta decisamente migliorata rispetto all’anno scorso, anche se gli uffici requirenti non hanno beneficiato delle unità assegnate all’Ufficio del processo dal PNRR.

Sergio Sottani

Con la Corte d’Appello è stata realizzata una convenzione che, caso unico a livello nazionale, ha utilizzato congiuntamente due unità dell’Ufficio del processo per la creazione, nel giugno 2022, della banca dati e per lo sviluppo del notiziario mensile, introdotto dalla Procura Generale, entrambi finalizzati alla pubblica conoscenza della giurisprudenza del distretto. La Procura Generale ha completamente reingegnerizzato il sito Internet per renderlo facilmente fruibile dalla collettività. Inoltre, con personale messo a disposizione dalle locali forze di polizia, nel marzo scorso si è costituito l’Ufficio del Processo del Procuratore Generale (UPPG), che ha eseguito accertamenti su 140 richieste, indirizzate al Tribunale di Sorveglianza, al cui esito ha rilevato in numerosi casi una divergenza tra quanto dichiarato nelle istanze, ai fini dell’ottenimento del beneficio, e quanto verificato con l’interrogazione delle banche dati e con l’attività sul territorio. In materia ambientale l’UPPG ha anche verificato lo stato delle demolizioni ordinate giudizialmente e monitorato la giurisprudenza distrettuale, da cui emerge il dato allarmante che circa il 35% delle pronunzie in primo grado dichiarano la prescrizione del reato.

La Procura Generale ha istituito l’ufficio SDI (Servizio di Indagini) al fine dell’effettivo rintraccio dei condannati e si sono assicurati all’autorità giudiziaria sei soggetti che avevano riportato condanne per un totale di 12 anni e 3 mesi di reclusione, i quali sconteranno pene alternative al carcere; inoltre, sono stati condotti in carcere sette soggetti che avevano riportato condanne per un totale di 66 anni e 9 mesi di reclusione.

Per quanto riguarda invece l’informazione su procedimenti penali, nel marzo scorso si è istituito, in via sperimentale, un Osservatorio con il compito di monitorare la comunicazione avente ad oggetto informazioni su procedimenti penali. Tra gli incontri promossi dalla Procura Generale merita una menzione speciale quello coi magistrati della Procura Europea nel settembre 2021. Sono stati inoltre effettuati scambi formativi con magistrati albanesi e messicani.

Per quanto riguarda le statistiche giudiziarie, la Procura Generale dall’anno scorso ha introdotto una metodologia di acquisizione diretta, dalle Procure del distretto, dei flussi numerici di affari, distinti per tipologie di reati. In alcuni casi, le variazioni percentuali, talvolta eclatanti, vanno valutate sempre con estrema cautela, in quanto anche modesti incrementi numerici dei procedimenti determinano elevate variazioni percentuali (es. da 1 a 4 comporta un aumento del 400%).

In ordine alla durata dei processi, la Procura Generale effettua un costante monitoraggio degli esiti delle udienze, con particolare attenzione alla percentuale di definizione delle stesse, al numero di rinvii del dibattimento, oltre che all’esito della pronuncia. Nel giudizio di appello il tasso di ribaltamento con esito assolutorio delle decisioni di condanna di primo grado è contenuto in una dimensione fisiologica, mentre numerose sono le riforme che incidono, in ribasso, sulla quantificazione della pena, precedentemente inflitta. Decisamente limitati si presentano i casi di condanna in appello, a seguito di impugnazione da parte dell’accusa avverso sentenza assolutoria, anche per il numero molto contenuto di impugnazioni dell’autorità requirente.

Con riguardo alla situazione della criminalità, rimane fiorente quella legata al traffico di sostanze stupefacenti. Altri reati che preoccupano il territorio, rappresentati essenzialmente da quelli contro il patrimonio con specifico riferimento ai furti in abitazione, hanno comportato indagini, con applicazione di misure cautelari a carico di esponenti, anche di nazionalità straniera, di associazioni criminali strutturalmente organizzate. Rimangono troppi gli omicidi colposi, in materia di infortuni sul lavoro e quelli stradali.

La criminalità economica rappresenta il vero pericolo per la regione per tutti i suoi inevitabili corollari costituiti dai reati finanziari, societari, contro la pubblica amministrazione e di criminalità organizzata. La risposta repressiva penale deve coincidere con una consapevole presa di coscienza del camaleontico pericolo mafioso, capace di mutare forma criminale a seconda del contesto sociale dove decide di operare. Il flusso di denaro pubblico, sia per la ricostruzione a seguito del sisma del 2016 sia per la ripresa dopo la pandemia, rappresenta un’occasione troppo ghiotta per chi, avendo a disposizione un’ingente quantità di capitali di illecita provenienza, può facilmente inserirsi, indirettamente con prestanomi o con l’acquisizione di quote societarie, in un mercato dove molti operatori soffrono e stentano a reggere la concorrenza. Va quindi prestata particolare attenzione investigativa ai reati cosiddetti ‘spia’, tipicamente sintomatici del pericolo di una presenza mafiosa, quali i reati di riciclaggio, fittizia e truffaldina cessione di crediti dello Stato, traffico illegale di rifiuti, reati tutti presenti nel nostro territorio. Per combattere il pericolo di infiltrazioni mafiose occorre agire ad ampio respiro sul versante della cultura giudiziaria, non solo quindi sulle forme di illegalità più strettamente connesse quali la corruzione, economica ed amministrativa, l’illecito affidamento degli appalti, la turbata libertà degli incanti, l’evasione fiscale, le bancarotte patrimoniali, il falso in bilancio, il traffico di rifiuti, ma anche su materie quali la tutela dell’ambiente e infortuni sul lavoro.

Per quanto riguarda i reati di violenza di genere, sono stati promossi continui incontri formativi, volti allo scambio di buone prassi organizzative ed alla partecipazione a protocolli. Quindi non solo un’attività repressiva, ma convinta promozione di una cultura di prevenzione, a cominciare dall’attività dell’Osservatorio in materia di linguaggio giuridico, i cui risultati sono stati presentati il 23 novembre scorso, all’Università degli Studi di Perugia, nell’ambito del convegno su ‘Violenza di genere e linguaggio giuridico’. Per quanto riguarda i reati commessi da stranieri, è innegabile come nel corso degli ultimi decenni una parte non marginale, anche se tutt’altro che preponderante, dei reati commessi nel territorio regionale, soprattutto quelli connessi al traffico di sostanze stupefacenti, contro il patrimonio e di sfruttamento della prostituzione siano stati commessi da soggetti stranieri, talvolta esclusivamente, in altri casi in concorso con soggetti italiani.

Tuttavia, ciò non può far dimenticare come spesso vi sia stata nella nostra regione un’efficace convivenza di popolazione proveniente dall’estero. Ciò dovrebbe far sviluppare ulteriormente politiche di accoglienza. Il problema dell’integrazione si presenta non solo con gli adulti ma anche con riguardo ai minorenni figli di stranieri nati in Italia o giunti nel nostro Paese nei primi anni di vita. Per loro, cittadini italiani a pieno titolo, il percorso educativo non sempre riesce a realizzare un’integrazione effettiva per motivi ampiamente studiati dagli esperti del settore. Se a ciò si aggiunge il contesto di crisi degli adolescenti che colpisce l’Italia e di cui l’Umbria è tutt’altro che esente, si può affermare come il preoccupante aumento di reati dei minorenni sia il sintomo di un disagio ben più grave a cui la risposta penale non può che rappresentare un pallido palliativo.

A tal fine va ricordato il ruolo fondamentale degli Uffici requirenti nel settore civile, soprattutto in tema di famiglia. La Procura Generale ha iniziato in argomento una fertile collaborazione con la locale Corte d’Appello per l’individuazione di idonei criteri per ai fini della scelta della capacità genitoriale e sull’idoneità delle strutture residenziali di accoglienza dei minori in situazione di disagio.
Un’attenzione va sempre prestata alla situazione carceraria nei quattro istituti penitenziari del distretto. Il fenomeno del sovraffollamento si registra negli istituti di Perugia e, soprattutto, Terni. Si confida, da ultimo, nell’istituzione in Umbria della REMS (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza), più volte sollecitata all’autorità regionale dal Procuratore Generale.

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