Umbria, la pesca cambia alcune regole e ‘posticipa’ la trota

Apertura slitta al 15 marzo. Piediluco e tratto ‘no kill’ del fiume Velino: modificata la regolamentazione per tutelare il luccio

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In Umbria – come stabilito dalla giunta regionale – la data di apertura della pesca alla trota viene posticipata dall’ultima domenica di febbraio al 15 marzo e, conseguentemente, slitta di due settimane la data di chiusura. Cambia, inoltre, la regolamentazione dell’attività di pesca nella zona a regolamento specifico del lago di Piediluco e del tratto del fiume Velino (tratto ‘no kill’) ricadente nel territorio umbro: la giunta regionale, al fine di tutelare il luccio, specie di particolare interesse conservazionistico e che fa registrare un inesorabile calo demografico, ha approvato una delibera con cui vengono apportate due modifiche all’attuale regolamentazione.

Posticipata la data di apertura della pesca alla trota

«La decisione di posticipare la data di apertura della pesca alla trota – si legge in una nota della Regione – è motivata dal fatto che sempre più frequentemente i mutamenti di tipo climatico inducono fluttuazioni annuali nei periodi riproduttivi delle varie specie ittiche presenti nelle acque regionali, che possono essere anticipati o posticipati rispetto ai periodi individuati nel regolamento regionale. A seguito dei cambiamenti di alcuni fattori ambientali, negli ultimi anni la maggior parte delle trote presenti nei corsi d’acqua dell’Umbria iniziano a deporre le uova con un ritardo significativo rispetto al passato. Si è pertanto ritenuto opportuno posticipare il periodo di divieto di pesca alla trota per tutelare in maniera più efficace il suo periodo riproduttivo. La proposta è stata valutata dai membri della commissione consultiva per la pesca sportiva ed ha ricevuto consenso unanime, anche perché consente di uniformare la data di apertura con quella della vicina regione Marche, con la quale l’Umbria condivide alcuni tratti del fiume Nera, il più importante corso d’acqua quanto alla presenza di salmonidi.

Piediluco e tratto ‘no kill’ del fiume Velino

«La prima modifica – si legge sempre in una nota della Regione – dispone il prolungamento del divieto di pesca al luccio, stabilendolo dal 1° gennaio al 31 marzo, anziché dal 1° gennaio al 15 marzo. La seconda riguarda l’introduzione di obbligo di uso di cavetto d’acciaio qualora la pesca venga effettuata con esche artificiali di dimensione superiore a 5 centimetri. Le esche artificiali sono infatti molto attrattive; se sono collegate ad un cavetto in acciaio, il pesce non riesce a tagliarlo, e pertanto una volta catturato il luccio può essere slamato con le dovute accortezze. Senza cavetto d’acciaio, il luccio può tagliare il filo con i denti e morire a causa dell’amo ed esca incastrati nella bocca. È stato scelto di introdurre l’obbligo del cavetto solo per esche artificiali superiori a 5 centimetri poiché che la pesca alle altre specie, quali ad esempio la trota, il cavedano e il persico reale, viene normalmente effettuata con esche di dimensioni minori. Pertanto, la pesca a queste specie potrà proseguire come di consueto. Il provvedimento della giunta regionale è in linea con i principi stabiliti dal ‘Piano regionale per la tutela e la conservazione del patrimonio ittico e per la pesca sportiva’, approvato dal consiglio regionale, e contribuisce al conseguimento degli obiettivi di tutela di una specie di grande interesse conservazionistico e piscatorio.

Il nuovo regolamento per la pesca a Piediluco

Pesca al luccio: vietata dal 1° gennaio al 31 marzo anche con tecnica no kill; consentita esclusivamente con esche artificiali con amo o ancoretta singola privi di ardiglione; obbligo di utilizzo di cavetto di acciaio (o ‘fluorocarbon’ spessore minimo 0,90 mm) di lunghezza non inferiore a 35 cm; divieto di uso di pinza Boga o Boga Grip; per il salpaggio del luccio è obbligatorio l’uso del guadino o in alternativa, solo da barca, la presa opercolare; il luccio catturato può essere manipolato solo con mani bagnate (vietati stracci, guanti e mani asciutte), va rilasciato nel minor tempo possibile e, se necessario, previa ossigenazione. Pesca alle altre specie: consentito, come esca, il pesce vivo o morto di misura non superiore a 5 centimetri e appartenente alle specie: scardola, rovella, alborella, carassio, montato su lenza senza uso di cavetto in acciaio o ‘fluorocarbon’ e con amo di misura massima n. 8 o ancoretta massimo n. 14; la pesca con esche artificiali di lunghezza superiore a 5 cm è consentita con l’obbligo di uso di amo o ancoretta singola priva di ardiglione o con ardiglione schiacciato e con obbligo del cavetto di acciaio (o ‘fluorocarbon’ spessore minimo 0,90 mm.) di lunghezza non inferiore a 35 centimetri.

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