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Home » Umbria, nuovo Piano rifiuti: «Una svolta al sistema»

Umbria, nuovo Piano rifiuti: «Una svolta al sistema»

di Francesca Torricelli
16 Giugno 2022
in Ambiente e salute, Attualità, Politica
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
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La diminuzione del 4,4% della produzione dei rifiuti, l’incremento della raccolta differenziata al 75%, il raggiungimento dell’indice di riciclo del 65% e la riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti non riciclabili e non recuperabili fino a un tetto del 7%, con cinque anni di anticipo rispetto ai target fissati dalla programmazione nazionale ed europea. Sono fra gli obiettivi sfidanti che la Regione Umbria si propone di conseguire con il nuovo Piano regionale di gestione integrata dei rifiuti. Le azioni qualificanti e strategiche sono state illustrate giovedì mattina dalla presidente della Regione, Donatella Tesei, e dal vicepresidente e assessore all’ambiente, Roberto Morroni, dopo l’approvazione da parte della giunta regionale della delibera con cui è stata preadottata la proposta del nuovo Piano. Alla conferenza stampa, a palazzo Donini, ha preso parte, tra gli altri, il direttore regionale a Governo del territorio, ambiente, Protezione civile, Stefano Nodessi Proietti.

PROPOSTA DI PIANO REGIONALE DI GESTIONE INTEGRATA DEI RIFIUTI (SLIDE)

Il piano regionale

«Il percorso del nuovo Piano – ha ricordato la presidente Tesei – è stato avviato nel luglio di due anni fa, con la costituzione e l’istituzione di un Comitato tecnico scientifico che, con un lavoro rigoroso e puntuale, ha fornito un quadro della situazione dell’Umbria, evidenziandone le criticità e i ritardi notevoli causati dalla mancanza di una programmazione coerente con le esigenze del territorio regionale. Analisi scientifiche e approfondimenti tecnici sulle migliori esperienze in materia di gestione dei rifiuti a livello nazionale ed europeo sono stati le basi per la definizione della proposta che abbiamo preadottato ieri per un Piano che fa compiere un passo in avanti all’Umbria, garantendo risposte concrete a problematiche di grande rilevanza». Il vicepresidente Morroni ha detto che si tratta di un piano «che persegue due scopi fondamentali: garantire la stabilità e l’autosufficienza regionale del ciclo integrato dei rifiuti e collocare l’Umbria fra le regioni più avanzate del nostro Paese e dell’Europa. Un Piano moderno, che introduce criteri di efficienza e di miglioramento sotto il profilo della sostenibilità ambientale ed economica». Punti salienti del nuovo Piano sono il recupero di materia, scandito dall’obiettivo di incrementare la raccolta differenziata al 75%, e la valorizzazione energetica del rifiuto e degli scarti della raccolta indifferenziata con l’entrata in funzione di un termovalorizzatore dal 1° gennaio 2028. «Un Piano, quindi, di svolta – ha ribadito Morroni – capace di assicurare la chiusura del ciclo dei rifiuti, proposito fallito dalle precedenti amministrazioni».

L’impianto

Il vicepresidente Roberto Morroni, nell’illustrare in dettaglio il percorso svolto dal Comitato tecnico-scientifico dal 20 luglio 2020 ad oggi, si è soffermato, in particolare, sulla novità rappresentata dal servizio di incenerimento con recupero energetico. «L’impianto, nel rispetto dei principi di autosufficienza e prossimità, avrà una capacità effettiva limitata a 160 mila tonnellate all’anno di rifiuti trattati, sia urbani che speciali, di produzione regionale. Una quantità appropriata, in linea con le esigenze dell’Umbria. Sarà l’Auri – ha specificato ancora Morroni – a decidere la localizzazione puntuale dell’impianto di termovalorizzazione, attraverso un apposito iter che prevede varie fasi. Entro quattro mesi dall’approvazione del Piano regionale, tramite avviso pubblico di manifestazione d’interesse, sarà avviata la procedura per la progettazione, la realizzazione e la gestione dell’impianto. Entro diciotto mesi dall’approvazione, avverrà l’affidamento, cui seguiranno trenta mesi per realizzare l’impianto. La messa in esercizio, che stimiamo dal 1° gennaio 2028, segnerà l’interruzione del conferimento in discarica dei rifiuti derivanti dal ciclo di gestione dei rifiuti urbani che possono essere recuperati dal punto di vista energetico».

La localizzazione

Quanto alla localizzazione dell’impianto, «sono state definite le mappe delle aree non idonee del territorio regionale e si terrà conto comunque, in quelle che non vi sono comprese, di vincoli come la presenza di zone agricole di pregio», ha detto il vicepresidente Morroni, sottolineando come «compete alla Regione la pianificazione e la programmazione degli impianti pubblici, mentre sarà l’Auri a stabilire dove sarà realizzato l’impianto di recupero energetico». Elemento chiave del nuovo Piano, insieme all’incremento della raccolta differenziata e dell’indice di riciclo dei rifiuti, è il ruolo sempre più marginale delle discariche. Attualmente sei, cinque delle quali operative, le discariche saranno ridotte a tre (Borgogiglione, Belladanza e Le Crete) per arrivare a regime soltanto a due, con la chiusura di Borgogiglione. Impatto significativo anche sulla ‘governance’, «per superare l’attuale frammentazione e polverizzazione che limita l’efficienza del sistema», con un servizio organizzato per l’intero territorio regionale: un solo gestore si occuperà dei servizi di superficie, raccolta, spazzamento e trasporto; un solo gestore per i servizi di trattamento e smaltimento; un solo gestore per il servizio di trattamento termico con recupero energetico. La proposta di Piano preadottata dalla giunta regionale prosegue il suo iter partecipativo e autorizzativo; l’approvazione definitiva da parte dell’assemblea legislativa è prevista entro l’anno in corso.


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