Potenziamento rete ospedaliera: via libera in commissione

Umbria e post covid: posti letto terapia intensiva, pronto soccorso e mezzi di soccorso da oltre 25 milioni. Dovrà essere approvato dal ministero della Salute

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Incremento posti letto di terapia intensiva, ampliamenti dei pronto soccorso e implementazione dei mezzi di soccorso avanzato con strumentazione per la telemedicina. Per un totale di 25 milioni 906 mila euro: questo in estrema sintesi il piano di potenziamento della rete ospedaliera regionale post emergenza covid-19 approvato in III° commissione. Favorevoli gli esponenti della maggioranza (Pastorelli, Mancini, Fioroni, Peppucci della Lega, Pace di FdI), contrari i consiglieri di minoranza (Bori e Bettarelli del Pd).

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

Claudio Dario

Cosa è cambiato

Nella circostanza è stato fatto il punto della situazione dal direttore generale alla sanità Claudio Dario: sono stati individuati – è stato spiegato – come ospedali Covid quello di Pantalla, interamente riconvertito, quelli di Perugia e Terni (Dea di II° livello con posti dedicati al Covid) e quelli di Città di Castello e Foligno (Dea di I° livello con posti dedicati al Covid). Con la riorganizzazione della rete ospedaliera i posti di Terapia intensiva sono passati da 69, prima dell’emergenza, a 119: l’aumento è di 50. I costi del potenziamento della rete ospedaliera ammontano a 25 milioni 906 mila euro, di cui 24 milioni 180 mila euro finanziati. La differenza è stata compensata a livello regionale e aziendale. «Il percorso – le parole di Dario – è stato segnato dalle direttive ministeriali cui attenersi per ottenere i finanziamenti necessari a fronteggiare la prima fase dell’emergenza e potenziare la rete ospedaliera. Fin dai primi di marzo, le circolari del ministero della Salute hanno richiesto l’incremento della disponibilità dei posti letto pari al 50% del numero di posti in terapia intensiva e del 100% di quelli in pneumologia e malattie infettive. La Regione Umbria ha dovuto riconfigurare la rete ospedaliera regionale a temporanea e parziale deroga della propria programmazione. Gli ospedali umbri sono stati suddivisi in Dea (Dipartimento emergenza e accettazione) di I° livello come punti di riferimento per la gestione dell’emergenza finalizzata al ricovero dei casi gravi nelle malattie infettive e in terapia intensiva e ospedali Dea di II° livello, distinti in due tipologie, nel primo caso riconfigurati per l’emergenza coronavirus e nell’altro per la gestione della patologia acuta e sub acuta medica e chirurgica ordinaria. Gli ospedali di base sono stati distinti in due tipologie: quelli destinati all’emergenza Covid, come Pantalla, e quelli di supporto, che accolgono le patologie mediche di media intensità assistenziale in trasferimento dalle aziende ospedaliere e dai pronto soccorso».

Tommaso Bori

Rete emergenziale

Per quel che concerne l’adeguamento della rete emergenziale «si è resa necessaria l’implementazione di mezzi dedicati o dedicabili ai trasferimenti secondari tra strutture covid19, alle dimissioni protette e ai trasporti inter-ospedalieri no-covid. Sono state acquisite 2 ambulanze di tipo A (soccorso avanzato provvisto di strumentazione per telemedicina), assegnate all’azienda ospedaliera di Perugia per coprire l’area nord della regione e l’altra all’azienda ospedaliera di Terni, operativa per l’area sud della regione. Sono costate 100mila euro ciascuna». Il piano di riorganizzazione dovrà essere approvato dal ministero della Salute entro 30 giorni – è stato spedito il 17 giugno – dalla ricezione.

Il chiarimento sull’ospedale da campo

I commissari hanno chiesto deludicazioni sull’ospedale da campo per il quale la Regione ha avuto un contributo di 3 milioni di euro da parte della Banca d’Italia: «Il decreto Rilancio – le parole di Dario – prevede espressamente la dotazione di posti letto mobili. L’ospedale da campo della Regione Umbria è diverso dalle strutture allestite a Milano e ad Ancona, che sono fisse. È stato scelto il centro Umbria fiere di Bastia perché serviva un posto dove fare il collaudo. Se dovesse servire in caso di recrudescenza della pandemia sarebbe spostato nei pressi di un ospedale. Si tratta di una struttura che potrebbe risultare utile anche per altre emergenze, come un evento sismico. Da tenere anche in considerazione che i 20 respiratori della Protezione civile sono in comodato d’uso, cioè potrebbero essere spostati altrove in caso di necessità diverse». Infine la minoranza ha lanciato l’input sull’ospedale di Pantalla: «Senza l’approvazione del ministero, che è titolare – ha concluso Dario – della decisione di chiudere le attività chirurgiche, la struttura non può essere trasformata. Per la ripresa delle attività sarà redatto un altro piano, così come per il personale».

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