Umbria, rimborso test per cancro al seno: «Regione chiarisca»

Un’interrogazione di Bori, Meloni, Paparelli e Porzi (Pd): «Chiarire come si intende rimborsare il test OncoType Dx reso gratuito dal ministero»

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I consiglieri regionali del Partito Democratico Tommaso Bori, Simona Meloni, Fabio Paparelli e Donatella Porzi hanno depositato un’interrogazione rivolta alla giunta della Regione Umbria affinché «le donne colpite da tumore al seno, possano conoscere finalmente quali modalità saranno adottate dal servizio sanitario regionale in merito alla rimborsabilità del test OncoType Dx che permette di valutare, caso per caso, quale terapia risulti più efficace e meno invasiva».

Prestazione gratuita

Si tratta, nel particolare, dell’unico test genomico validato dalla comunità scientifica e adottato in molti Paesi sin dal 2014, che ha dimostrato un’indubbia capacità di prevedere sia i probabili vantaggi della chemioterapia sia il rischio di recidiva del tumore alla mammella ormonoresponsivo in stadio precoce. «Lo scorso maggio – ricordano i consiglieri Dem – il ministero della Sanità ha sanato un ritardo decennale maturato nei confronti degli altri Paesi europei che lo avevano già in dotazione e, attraverso un decreto, ha reso la prestazione gratuita e coperta attraverso un fondo nazionale di 20 milioni di euro, attivo dopo 60 giorni, per il rimborso diretto delle spese sostenute dagli ospedali per l’acquisto dei test genomici a beneficio delle donne». Bori, Meloni, Paparellie e Porzi sottolineano che «a tal proposito riteniamo inaccettabile che ancora oggi non si conosca se siano stati o meno compiuti tutti gli atti necessari al recepimento del Decreto ministeriale e se, contestualmente, sia stato previsto un rimborso retroattivo della prestazione a valere su fondi regionali. Il Governo, infatti, avendo reso disponibili le risorse a partire dal 60esimo giorno successivo al Decreto, ha lasciato questo lasso di tempo intercorrente tra l’emanazione del Decreto ed il recepimento da parte delle Regioni, in cui la rimborsabilità del test Oncotype DX rimane nella discrezionalità delle Regioni stesse».

Rimborsare i test

Ritengono dunque che «l’Umbria debba seguire l’esempio della Toscana, della Lombardia, e della Provincia autonoma di Bolzano, nonché dei diversi centri oncologici della Regione Lazio, e di altre realtà regionali, in cui i test sono rimborsabili da tempo attraverso l’utilizzo di risorse proprie, tanto più quelli effettuati tra la data dell’emanazione del Decreto ministeriale, che ne stabilisce la gratuità, e quella in cui si rende effettiva la disponibilità del fondo nazionale. Ricordiamo dunque alla Giunta regionale che il recepimento del decreto attuativo da parte della Regione è un atto doveroso, che, peraltro, avrebbe dovuto compiersi nei giorni immediatamente successivi, così come il rimborso retroattivo del test, avendo un impatto positivo e decisivo oltre che sulle pazienti umbre, anche sui bilanci della sanità, considerando, infatti, che moltissime donne potrebbero così evitare la chemioterapia, il cui costo si aggira intorno ai 6-7mila euro e quindi realizzando anche un enorme risparmio da parte delle aziende ospedaliere».

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