Università, medicina: tirocini più accessibili

Perugia, convenzione con Usl 1 per allargare l’obbligo anche agli studenti in formazione

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Dal 30 luglio 2015, a seguito di una convenzione sottoscritta tra il dipartimento di Medicina dell’università degli studi di Perugia e l’Azienda Usl Umbria 1, anche gli studenti in formazione – non ancora specializzandi – avranno l’obbligo di svolgere un tirocinio formativo curricolare nelle unità operative della azienda sanitaria stessa.

La convenzione che si inserisce nell’ambito delle vigenti convenzioni stipulate tra l’università di Perugia e il Servizio sanitario regionale – Regione Umbria e Aziende sanitarie regionali -, è stata promossa dal dipartimento di Medicina per favorire l’acquisizione di un approccio olistico ai problemi di salute e di malattia del singolo individuo, considerato anche nella sua dimensione socio-culturale, e di agevolare le scelte professionali degli studenti mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro.

Tirocini formativi La convenzione prevede che gli studenti di medicina svolgano tirocini curriculari in alcune strutture della Usl Umbria 1. Tale attività di tirocinio, che costituisce parte integrante dell’iter formativo degli studenti di medicina, sarà seguita e verificata da due tutor designati uno dall’università in veste di responsabile didattico-organizzativo e uno dall’azienda sanitaria in base alla professionalità per la quale l’allievo è in formazione.

Un investimento «Una novità importante – ha sottolineato il direttore generale della Usl Umbria 1, Giuseppe Legato – se si considera che la maggior parte dei medici laureati andrà ad inserirsi nelle aziende sanitarie e nell’ambito della medicina del territorio. Un vero e proprio investimento che, senza oneri economici, punta sulla formazione e professionalizzazione dei medici». L’iniziativa «nasce dalla volontà di accrescere – ha precisato il direttore del dipartimento di medicina, Carlo Riccardi – la qualità della formazione del medico, che si arricchisce così di un’ulteriore opportunità grazie alla quale sarà più preparato e più consapevole del contesto in cui andrà ad operare, in un’epoca in cui la partita della salute e della malattia non si gioca più solamente nei reparti degli ospedali».

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