L’unico momento in cui il generale Francesco Paolo Figliuolo si intrattiene con i giornalisti è all’esterno del punto vaccinale di Bastia Umbra. «La dialettica è il sale della vita», dice rispondendo alla domanda sulle polemiche che lo riguardano. Ma poi, a microfoni spenti, si confida con la presidente Donatella Tesei e commenta le domande dei giornalisti, definita ‘ficcanti, ma non così male’.
Usa la metafora della squadra, il generale, parlando dell’unione che le regioni devono avere nel portare avanti il piano vaccinale, con velocità, ma senza fughe in avanti. Poi, stimolato nel dare un giudizio sull’operato della regione, paragona il percorso umbro a quello di una maratona: «L’ Umbria è partita piano, anche perché il piano vaccinale all’ inizio non era chiaro. Poi si è chiarito dove si doveva andare a parare e l’ Umbria porta a casa il risultato: non sono importanti soltanto i numero, ma anche la qualità delle vaccinazioni. Se
chiamo tutti trentenni, vengono qui di corsa, ma è soprattutto importante agire sui fragili».
Figliuolo in l’Umbria: «Vaccinazioni a tappeto nell’area del cratere sismico»
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