di Fra.Tor.
Il momento che stiamo vivendo è veramente difficile, nelle prossime settimane i sintomi Covid e quelli dell’influenza stagionale si sovrapporranno e potrebbero generare caos e allarmismo nelle persone. È già partita la ‘caccia’ al vaccino antinfluenzale e le farmacie, così come i medici di famiglia, si trovano in difficoltà.
I PEDIATRI:«SIAMO PREOCCUPATI»
Aumenta la richiesta
«La problematica è reale – spiega Stefano Monicchi di Federfarma Umbria – ma non solo in Umbria, possiamo dire che il problema è nazionale o ancor di più mondiale. Parlando dell’Italia quest’anno, a differenza del passato, le Regioni hanno richiesto, giustamente, al ministero quantità più alte per premunirsi rispetto ad un aumento della popolazione da vaccinare, ovvero quella fascia di età che va dai 6 ai 64 anni che in condizioni normali è difficile che richieda di essere vaccinata. L’industria farmaceutica ha aumentato la quantità, però produrre un vaccino non è la stessa cosa che mettere in produzione un altro farmaco. Sono diversi gli step da seguire. La produzione mondiale non è stata pronta ad affrontare l’emergenza pur raddoppiando le quantità sul mercato».
SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON
Farmacie senza dosi di vaccino
Al momento, «i vaccini che sono arrivati alle Usl della nostra regione sono stati distribuiti solo ai medici di base, ma nemmeno a loro bastano per coprire le categorie a rischio, ovvero i pazienti sopra i 65 anni con patologie croniche e i bambini da 0 a 6 anni. Della quota di vaccini che sarebbe dovuta essere destinata alle farmacie non c’è ancora traccia. Siamo completamente sprovvisti, tutti, e non siamo in grado di pianificare, prendere appuntamenti e dare risposte ai cittadini. Non possiamo nemmeno vaccinare i nostri farmacisti – aggiunge Monicchi – che sono esposti ogni giorno, e se ci ammaliamo noi si ferma tutto. Proprio mercoledì sono stato in Regione per sollecitare e per richiedere almeno le dosi per i farmacisti. La situazione è veramente complicata, aspettiamo insieme ai cittadini, perché al momento non possiamo fare altro».