Valnerina, l’allarme su istituti di credito

A lanciarlo Uil e Uilca: «Spoleto e Norcia da soli concentrano il 71% della rete di sportelli. Nei rimanenti 13 comuni c’è praticamente il deserto»

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La Valnerina e il problema istituti di credito. Un tema sul quale la Uil dell’ambito Foligno-Spoleto Terni e la Uilca Umbria lanciano l’allarme parlando dei Comuni rientranti nel cosiddetto ‘cratere sismico’: Cascia, Cerreto di Spoleto, Monteleone di Spoleto, Norcia, Poggiodomo, Sant’Anatolia di Narco, Scheggino, Sellano, Vallo di Nera, Spoleto, Arrone, Ferentillo, Montefranco e Polino. Con un appello: «Stop alla desertificazione bancaria».

La premessa

Dell’argomento se ne è parlato lo scorso martedì ad Arrone in presenza del sindaco Fabio Di Gioia, gli assessori Giuseppe Fiocchi e Giampaoo Grechi, la presidente del consiglio comunale Roberta Ascani, Gino Venturi della Uil di Terni ed i segretari regionali Uilca Luciano Marini e Valentina Gallarato: «L’angolo sudorientale dell’Umbria, posto a cavallo delle province di Perugia e Terni, una terra di transizione ma anche caratterizzata da specificità sue proprie che la differenziano dagli altri territori della Regione. Una terra dunque forte – il punto di partenza di Uil e Uilca – dove le tradizioni e l’ospitalità la fanno da padrona e si coniugano con una qualità della vita eccellente. Questo angolo di Umbria sta attraversando una delle fasi più difficili della sua storia millenaria, una fase dove vengono a sommarsi difficoltà economiche derivanti dalle crisi finanziarie passate, mai definitivamente superate, quelle legate alla ricostruzione post-terremoto, che a distanza di quattro anni rimane al palo e quella recentissima della pandemia del Coronavirus. Un concentrato di difficoltà che necessita un’azione coordinata a tutti i livelli per la messa in campo di opportune misure di sostegno e rilancio del tessuto economico e sociale di tutta l’area della Valnerina».

I nodi del sistema bancario e gli sportelli

Si arriva al nocciolo della questione: «In questo ambito riteniamo decisivo il ruolo che anche il sistema bancario potrà svolgere, quel sistema attraverso il quale verranno veicolate le ingenti risorse pubbliche e comunitarie che si è deciso di stanziare per il sostegno del sistema economico. Per iniziare a ragionare in concreto siamo partiti – sottolineano – da una rilevazione della presenza degli istituti di credito all’interno dei quindici comuni, tutti rientranti all’interno del cratere sismico. Il quadro che la nostra indagine ha delineato fa emergere una situazione solo apparentemente ottimale, legata ad una densità di sportelli che risulta superiore alla media regionale ma che nasconde profonde differenze al suo interno e soprattutto l’assenza di istituti di credito in ben sei comuni (Preci, Monteleone di Spoleto, Poggiodomo, Sant’Anatolia di Narco, Vallo di Nera e Polino). Quindi se Spoleto e Norcia da soli concentrano il 71% della rete di sportelli nei rimanenti 13 comuni c’è praticamente il deserto, con rischi di ulteriore riduzione legate agli imminenti nuovi piani industriale delle banche che temiamo possano proseguire sulla strada già tracciata in passato, con continui tagli alle filiali ed agli addetti».

L’abbandono del territorio

Uil e Uilca inoltre evidenziano un altro dato del comprensorio: «La forte presenza di istituti di credito nazionali che monopolizzano pressochè la totalità delle presenze bancarie nel comprensorio, con l’ulteriore particolarità che i 2/3 degli sportelli sono appannaggio dei gruppi nazionali Intesa San Paolo e Banco Desio, eredità della ormai scomparsa presenza delle due storiche banche spoletine della Carispo e della Banca Popolare di Spoleto. Tutto ciò in zone che non sono fra di loro agevolmente connesse e con una popolazione fra le più anziane della regione, con problemi talvolta di ridotta mobilità e che potrebbero avere scarsa dimestichezza con l’utilizzo delle nuove tecnologie. Il sindaco del Comune di Arrone ha espresso preoccupazione per il trend con il quale il sistema bancario sta abbandonando il territorio, circostanza che costringe una fetta di popolazione a spostamenti chilometrici per poter trovare un’agenzia bancaria ed ha sottolineato i rischi di una spinta accelerata sull’utilizzo degli strumenti telematici, rispetto ai quali ci sono problemi di accessibilità da parte delle fasce di cittadini più anziani. Altro aspetto oggetto di sottolineatura è costituito dal veloce processo di chiusura degli sportelli bancari che rischia di incrementare lo sviluppo dell’usura, in un momento in cui la pandemia ed i danni provocati dal terremoto accrescono inevitabilmente le necessità ed i bisogni dei cittadini».

Le categorie più deboli

In conclusione per la Uil e Uilca è necessaria «una discontinuità nelle scelte industriali delle banche, quanto mai necessaria, in questa situazione di contesto che non ha eguali a livello regionale. Lo stop della desertificazione bancaria se necessaria a nostro avviso ovunque, diventa qui assolutamente imperativa, così come siamo convinti che si debba fare uno sforzo nella direzione di un miglioramento delle competenze di base e di cultura finanziaria della clientela delle banche, a partire dalle categorie sociali più deboli che favorisca un più alto livello di emancipazione rispetto alla vasta ed eterogenea offerta di prodotti finanziari resi disponibili dalle dagli sportelli delle banche presenti sul territorio».

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