Vigilanza ittico – venatoria: «Serve la polizia provinciale»

Umbria – Interrogazione dei consiglieri Dem Bettarelli e Bori

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«Serve il coinvolgimento della polizia provinciale per assicurare quella vigilanza e quei controlli in ambito ittico e venatorio, che le associazioni reclamano». A dirlo sono i consiglieri regionali Dem Michele Bettarelli e Tommaso Bori: presentata un’interrogazione per «conoscere quali siano le intenzioni della Regione Umbria in merito a tale problematica e a che punto è arrivato il confronto istituzionale tra la Regione Umbria e le Province di Perugia e Terni».

Il problema

I consiglieri del Pd evidenziano che «con la riforma della Province del 2014 c’è stata una ridefinizione delle loro funzioni e, dal 2016, le Regioni a statuto ordinario, hanno adottato la normativa di riordino. Una delle competenze prima spettante alle Province e che, con la revisione introdotta nel 2014, non è più attribuita a questi enti, era proprio il servizio di vigilanza e controllo in materia ittico-venatorio. Questa competenza, in capo prima ai Corpi di Polizia provinciale, oggi viene esercitata dalle guardie volontarie e/o dai carabinieri forestali. Realtà che si trovano, in questo modo, gravate di un ulteriore compito da svolgere, alla luce però di organici ridotti e sottodimensionati. Problematica che quindi non può che lasciare sguarnito il fronte del controllo ittico – venatorio che, come denunciano le associazioni, risulta insufficiente». Per questo – aggiungono – «l’Umbria deve intervenire alcune Regioni lo hanno già fatto, attraverso la stipula di accordi o convenzioni con le Province, per attribuire le funzioni di vigilanza ittico-venatoria, il coordinamento delle guardie volontarie e altre competenze riconducibili alla materia, alle Province. In Umbria si è aperto un confronto per andare in questa direzione, che auspichiamo si concretizzi. La polizia provinciale, seppur ridimensionata sia per quanto riguarda i mezzi, sia per quanto riguarda gli operatori, a seguito del processo di riforma che ha coinvolto negli ultimi anni gli Enti provinciali, ha infatti mantenuto inalterato un prezioso bagaglio di esperienze e di professionalità maturate nel tempo in particolare in materia ittica e venatoria. Il primo tentativo – concludono – di accordo non è andato a buon fine perché le risorse che la Regione Umbria ha proposto di investire a supporto del servizio svolto dalla polizia provinciale non sono sufficienti a supportare i costi di mezzi e personale necessari a svolgere efficacemente tale compito. Serve dunque una presa di coscienza del tema, attraverso la messa a disposizione di risorse adeguate all’espletamento di tali funzioni ed adeguate anche ai mezzi e al personale che si intende coinvolgere».

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