Giornale dell’Umbria: battaglia legale

Dopo lo sciopero di venerdì, accusano i giornalisti, «l’editore ha impedito l’uscita del giornale anche domenica». I sindacati: «Parlino gli avvocati»

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La situazione precipita. E adesso il timore è che la crisi del ‘Giornale dell’Umbria’ sia entrata nella fase più drammatica. Se sabato, infatti, il quotidiano umbro non è uscito per lo sciopero di venerdì dei giornalisti e del personale poligrafico, le edicole ne sono rimaste sfornite anche domenica. A sorpresa. Ma a metà mattina si è capito meglio cosa fosse successo.

La spiegazione «I giornalisti del Giornale dell’Umbria, attraverso il Comitato di redazione, precisano, in primo luogo, che la mancata uscita in edicola del quotidiano dell’8 novembre non è dovuta ad azioni di sciopero da parte del personale giornalistico e poligrafico, ma per espressa volontà dell’editore».

L’accusa Poi arrivano le accuse, pesantissime: «Il Comitato di redazione chiede con urgenza l’intervento del signor Prefetto di Perugia, della presidente della Regione Umbria e dei sindaci di Perugia e Terni dopo quanto accaduto nella notte appena passata ad opera dell’editore-proprietario del Giornale dell’Umbria, il quale con una e-mail notturna ha improvvisamente deciso di non autorizzare la pubblicazione e stampa dell’edizione cartacea odierna del quotidiano, già confezionata dal personale giornalistico, fino a nuovo ordine, in quanto non rispecchiava la nuova foliazione prevista nel Piano editoriale; su questo punto il Comitato di redazione ricorda che il direttore responsabile non ha mai presentato tale Piano al suo insediamento e la nuova foliazione non è mai stata comunicata ufficialmente né al Cdr né al personale giornalistico e poligrafico. L’editore, peraltro, adducendo alcuna motivazione di ciò si è reso così protagonista di un atto che giudichiamo arbitrario (non il primo, per la verità) e gravissimo per il lavoro e la dignità di ciascun lavoratore della testata, nonché, a nostro avviso, compiuto in violazione del Comma 2 dell’articolo 21 della Costituzione italiana e dell’articolo 28 della Legge 300».

La «serrata» Il Cdr del Giornale dell’Umbria ricorda quindi «che il comportamento dell’editore si configura come una ‘serrata’, espressamente vietata dalla legge e che sarà oggetto di valutazione da parte della magistratura, alla quale la questione sarà sottoposta immediatamente. Il Comitato di redazione denuncia il clima di lavoro divenuto insostenibile e che si è venuto a creare nella redazione a causa delle forti, continue e illegittime ingerenze sull’organizzazione del lavoro stesso e sul controllo del prodotto editoriale da parte dell’editore. Si ricorda, inoltre, che la giornata lavorativa del 7 novembre è interamente dovuta in quanto il prodotto è stato confezionato e mandato in stampa. Prova ne è anche il fatto che è stata realizzata e messa in vendita la copia digitale».

Nuove iniziative Il Cdr del Giornale dell’Umbria ricorda, infine, «che il 19 dicembre del 2014 è stato sottoscritto un contratto di solidarietà che l’editore e il direttore hanno violato in più punti e a più riprese. Per questo motivo si auspica l’immediata convocazione di un tavolo di confronto tra le parti davanti al ministero, alla Fnsi e alla Fieg al fine di ricondurre l’azienda al rispetto del contratto sottoscritto. Nelle prossime ore, il personale giornalistico e poligrafico del Giornale dell’Umbria, già da giorni in stato di agitazione, assumerà e comunicherà le proprie determinazioni del caso».

La politica L’informazione, dicono i senatori umbri del partito democratico Gianluca Rossi, Valeria Cardinali e Nadia Ginetti, riguardo la mancata uscita in edicola del Giornale dell’Umbria, «è l’elemento fondante e vitale di tutte le forme democratiche, ad ogni livello: dalle comunità locali fino al piano internazionale. Per questa ragione, non è tollerabile alcuna forma di menomazione al diritto dei cittadini di conoscere e a quello dei giornalisti di informare. Tanto più se questa privazione ha le caratteristiche che sta assumendo la vicenda del Giornale dell’Umbria. Siamo infatti allarmati dall’atteggiamento del Gruppo Editoriale 1819 e per questo presenteremo nelle prossime ore un’interrogazione parlamentare urgente alla Presidenza del Consiglio. Sarà necessaria per verificare se il comportamento dell’editore sia in contrasto con il comma 2 dell’articolo 21 della costituzione, se l’Editore e il Direttore abbiano violato in più punti e a più riprese il contratto di solidarietà sottoscritto nel dicembre 2014 e, più ampiamente, siano stati lesi i diritti dei giornalisti che lavorano al Giornale dell’Umbria e quelli dei lettori. Il nostro impegno è arginare il rischio che venga meno una fonte d’informazione importante per l’intera comunità umbra».

Avvocati in campo L’Associazione Stampa Umbra, la Cgil regionale e la Slc Cgil regionale «stigmatizzano il comportamento inqualificabile dell’editore del Giornale dell’Umbria, Giuseppe Incarnato, che ha bloccato nella serata di ieri (7 novembre) l’edizione cartacea del giornale di oggi (8 novembre) con una motivazione pretestuosa ed irricevibile. Alla luce di quanto accaduto e in riferimento alla situazione di grave difficoltà occupazionale e professionale dei giornalisti e dei poligrafici del Giornale dell’Umbria, Asu e Cgil valuteranno, insieme ai propri legali, se nella decisione assunta dall’editore ci siano profili di comportamento antisindacale, oltre a tutte le azioni necessarie alla tutela dei lavoratori ed al mantenimento dei livelli occupazionali».

L’Ordine dei giornalisti Una «condanna» per il comportamento «assunto dall’editore del Giornale dell’Umbria, il quale ha impedito l’uscita nelle edicole del proprio quotidiano dopo che lo stesso era stato prodotto e ultimato dai giornalisti», è arrivata anche dall’Ordine dei giornalisti dell’Umbria: «Si tratta di una decisione che non ha precedenti nella nostra regione e che per la sua gravità, e per le implicazioni che comporta, dovrà essere vagliata dagli organismi nazionali della categoria, a tutela dell’onorabilità e del decoro professionale e umano dei colleghi loro malgrado coinvolti nella vicenda. In settimana il Consiglio dell’Ordine umbro, in accordo con il Cdr, valuterà iniziative finalizzate a portare il caso in questione ai tavoli nazionali della professione».

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