Rifiuti in Umbria: «Vertice in Regione»

Lo ha convocato per mercoledì l’assessore Cecchini. Per il direttore dell’Arpa Walter Ganapini la strategia ‘rifiuti zero’ non è una generica utopia

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L.P.

Continue procedure d’infrazione che, in campo ambientale, diventano pari a quelle che dovrebbero avere tre stati e mezzo. Forse è anche per questo che l’assessore regionale all’ambiente, Fernanda Cecchini, partendo dalla premessa che «il processo di accelerazione e qualificazione della raccolta differenziata e di sviluppo dell’impiantistica relativa ai rifiuti solidi urbani risulta particolarmente strategico in riferimento alla situazione dell’Ati 2, soprattutto in relazione alle note difficoltà del gestore Gesenu», ha convocato un incontro, che si svolgerà mercoledì alle 11,30 a Palazzo Donini, con il sindaco di Perugia e presidente dell’Ati2 Andrea Romizi, il sindaco di Magione Giacomo Chiodini, il presidente dell’Auri, Cristian Betti, il direttore di Arpa Umbria, Walter Ganapini, i commissari straordinari di Gesenu, Salvatore Santucci, Antonio Mancini e Donato Pezzuto e con l’amministratore unico di Gest spa Dante De Paolis. «L’incontro – ha spiegato l’assessore Cecchini – si è reso necessario per svolgere senza indugi un confronto ed una verifica, in particolare con i commissari straordinari, delle strategie aziendali».

Il direttore di Arpa Umbria Walter Ganapini

Il direttore di Arpa Umbria Walter Ganapini

Arpa Non è messa bene l’Italia, così come l’Umbria, per quanto riguarda la gestione dei rifiuti e delle discariche e che la questione, per quanto semplice e disarmante, sia invece complessa lo ha confermato in sede di commissione regionale d’inchiesta anche il direttore di Arpa Umbria Walter Ganapini durante un’audizione alla presenza dei consiglieri regionali. L’agenzia per la protezione ambientale, nell’ambito delle sue competenze, ha approfondito l’analisi del ciclo dei rifiuti in tutta la regione, alla luce di un paventato rischio di emergenza. Chiamata in causa direttamente dalla direzione distrettuale antimafia e dal nucleo tutela ambiente dei carabinieri oltre che dal corpo forestale dello stato, l’Arpa ha lavorato fianco a fianco degli inquirenti sia per le indagini in corso in tutta l’Umbria che in seguito all’emanazione dell’interdittiva antimafia alla Gesenu e alle altre società partecipate.

Obiettivi L’Unione europea ha indicato la strada da percorrere: ridurre in origine la quantità dei rifiuti, recuperare il massimo di materiale possibile e, da ultimo, mettere in sicurezza ciò che avanza attraverso l’interramento controllato che deve diventare totalmente marginale. L’Ue ha messo a disposizione di questa strategia ogni tipo di strumento sia normativo che economico. Eppure, ancora oggi, si continua a parlare di gestione poco trasparente, infiltrazioni criminali, gestioni illecite. «Le discariche sono state sempre poste sotto controllo per il motivo banale che sono la seconda causa al mondo di generazione di gas serra – ha riferito Ganapini – attraverso la dispersione dei gas che si formano durante le fermentazioni in discarica medesima e per quanto concerne l’incenerimento massivo ci sono fior di sentenze della Corte di giustizia che spiegano come, alla luce del Protocollo di Kyoto, debbano essere totalmente evitate tutte le emissioni che si caratterizzino per essere addizionali rispetto alle già esistenti». Allora come mai ancora ci si interroga sulla possibilità di sopraelevare il secondo calanco della discarica Le Crete di Orvieto? O sull’ipotesi di ospitare un nuovo inceneritore in Umbria?

Obiettivi Una raccolta differenziata porta a porta domiciliarizzata e fatta seriamente, secondo il direttore dell’Arpa, porta a una riduzione dei rifiuti del 30% e riesce ad arrivare a differenziare il 75% degli scarti in tempi molto brevi. Nel centro storico di Perugia, dunque, a breve dovrebbero già vedersi i primi risultati nonostante un inizio un po’ a rallentatore. Poi c’è la questione del riuso che, secondo Ganapini, ha ottime probabilità di decollare anche in Umbria grazie alla vetreria di Piegaro – se il vetro è ben differenziato e reso pulito – la cartiera di Trevi e, in poco tempo, si potrebbe attivare un centro di riciclo delle plastiche tra Nera e Montoro, Narni e dintorni. La strategia ‘rifiuti zero’, anche per Ganapini, non è una generica utopia dunque, ma una politica industriale già applicata in tante zone d’Italia.

Discariche ufficiali e non Dunque non c’è alcun bisogno di ampliare discariche, basterebbe confluire meno rifiuti per allungare la vita di quelle già esistenti né, tantomeno, di un nuovo inceneritore come previsto dallo Sblocca Italia o dal piano regionale dei rifiuti predisposto nel 2009. «Noi non abbiamo bisogno di tutto questo, ma di migliorare ciò che oggi esiste, mettere in ordine gli impianti, attuare in tutta la regione la differenziata spinta, applicare la tariffa puntuale e armonizzare gli aspetti economici del servizio». E poi ci sono tutta una serie di ‘bizzarrie’ come le chiama Ganapini, come quella che vede gli impianti a rischio collasso nel perugino, mentre la discarica di Orvieto accoglieva rifiuti provenienti dalla Campania e dal Lazio. E se le discariche ‘ufficiali’ vanno rimesse in ordine e sottoposte a processi autorizzativi rigorosi e celeri, c’è tutta una serie di discariche comunali esaurite, circa 108 «di cui non c’è traccia informativa adeguata. Stiamo rimappando e rigeoreferenziando tutto perché occorrerà andare a dare un’occhiata per capire cosa c’è dentro, perché negli anni settanta nelle discariche comunali finiva di tutto, anche alla luce della normativa allora vigente». Rifiuti ospedalieri, ceneri provenienti dalla centrale Enel di La Spezia, qualsiasi cosa può essere finita sotto terra e potrebbe riemergere da qui a poco.

 

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