Perugia, la serie A nelle mani di Brignoli

Il portiere è diventato una sicurezza e viene apprezzato a Perugia per il suo modo ‘spericolato’ di interpretare il ruolo

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Il portiere del Grifo (solo un gol subito nelle ultime 5 partite) parla da leader: fa i complimenti ai compagni (in particolare a Dossena e Mancini), ringrazia Rosati per il sostegno e dice che gli piacerebbe restare a Perugia. A prescindere dalla categoria. Che comunque passa dalle sue mani.

ALBERTO BRIGNOLI: I MODELLI, LO STILE, IL FUTURO. VIDEO

Brignoli appena arrivato

Piazzamento e uscite preventive Quelle contro lo Spezia sono solo le ultime di una lunga serie di parate che hanno lentamente fatto entrare Alberto Brignoli nel cuore dei tifosi perugini. Lui, accolto con scetticismo per i suoi trascorsi ternani, si è imposto grazie ad interventi decisivi fra i pali ma soprattutto in uscita, secondo il motto ‘prevenire è meglio che curare’.

Super dopo l’infortunio Tornato in campo nella gara interna con l’Ascoli, dopo l’infortunio che lo aveva tenuto fuori per tre partite, Brignoli ha praticamente chiuso la saracinesca. In cinque fare, ha subito solo un gol, quello di Bessa contro il Verona: un’azione in cui il portiere non aveva nessuna colpa, visto che il retropassaggio di Dezi aveva spiazzato tutta la retroguardia.

Antonio Rosati

La staffetta con Rosati Nelle tre gare in cui era stato assente, il portiere è stato sostituito da Antonio Rosati, che aveva cominciato la stagione da titolare, fino a quel colpo alla coscia, proprio nella partita di La Spezia, che lo ha tenuto fuori dai giochi per circa tre mesi convincendo la società a cautelarsi acquistando proprio Alberto Brignoli, che poi, conquistata la titolarità della porta biancorossa, non ha più perso il posto (salvo infortuni).

Il regolamento degli ‘over’ Dopo la campagna di rafforzamento invernale, la società ha avuto un problema con la lista e il sacrificato è stato proprio l’infortunato Rosati,  facendo leva sulla postilla del regolamento che consente di variare la lista dei portieri per un numero illimitato di volte. Così, Rosati, tornato dall’infortunio, ha cominciato ad allenarsi con la consapevolezza di non andare nemmeno in panchina. Una situazione paradossale, che però non ha influito sulla professionalità del ragazzo.

Alberto Brignoli

Il grazie di Brignoli Un comportamento che non è passato inosservato nel gruppo. Bucchi, dopo la vittoria di Vercelli, ha sottolineato il comportamento di Rosati. Ora, alla prima uscita con la stampa dopo la presentazione, lo fa anche Brignoli: «Il rapporto con Antonio è eccezionale – dice in conferenza – è un po’ di anni che gioco ma una situazione del genere non mi era mai capitata. Nonostante lui sappia che il sabato non debba scendere in campo, si allena sempre alla grande. Altri, al suo posto, avrebbero magari staccato la spina e lasciato il portiere titolare al suo destino. Lui no. Se sto facendo bene è anche merito suo».

Nessun modello Brignoli gioca alto per chiudere i contropiede avversari (come un libero) e gli piace dialogare con i compagni, in fase di impostazione, ma non ha un riferimento preciso: «Quando ero bambino seguivo Toldo, ma non lo prendo come modello tecnico anche perché la dote di giocare con i piedi non era così importante come oggi. Devo ringraziare senza dubbio Montella che ha curato molto questi aspetto quando ero alla Samp. È una questione di tempi più che tecnica. Da questo punto di vista mi ha insegnato molto Viviano».

Perugia nel futuro? Perché no Il rinnovo è automatico in caso di serie A. Qualora non dovesse arrivare la promozione invece, le strade potrebbero dividersi. Ma Brignoli non pone limiti alla provvidenza. «Qui ho trovato un progetto serio, una società importante e ambiziosa, uno staff tecnico preparatissimo e affiatato e non nego che mi piacerebbe rimanere, a prescindere dalla categoria, ma ovviamente non dipende solo da me. Le società devono trovare un accordo fra di loro».

Scommetto su Mancini e Dossena «I due ragazzi che hanno giocato davanti a me contro lo Spezia hanno un futuro roseo. Sono seri, hanno voglia di allenarsi e hanno una grande cultura del lavoro. Mancini lo avete visto da più tempo: bravissimo e sempre lucido, gioca come un veterano. Dossena si allena sempre alla grandissima e ha grande voglia di imparare. Questa è una dote fondamentale. È un ragazzo umile che ha voglia di fare e credo che le prestazioni che ha fatto quando è stato chiamato in causa siano la naturale conseguenza di questo atteggiamento».

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