Terni-Narni, il Cnr: «Camini inquinano»

Umbria al primo posto per utilizzo di legna e pellet, esperti a confronto a Narni: «Riscaldamento domestico una delle principali fonti, ritardi nelle sostituzioni»

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L’Umbria, tra tutte le regioni italiane, è la maggior consumatrice di biomasse (legna e pellet) pro capite ai fini energetici, un primato di certo non invidiabale per le conseguenze che questo utilizzo provoca sull’inquinamento atmosferico: un problema dunque rilevante per le condizioni della qualità dell’aria, rispetto al quale anche il Cnr mette in guardia.

Riscaldamenti nel mirino

Quando si parla di biomasse e nuovi impianti industriali sono tante le preoccupazioni che si diffondono tra i cittadini, ma per gli esperti i veri rischi sono altrove. «Tutti i processi di combustione sono associati alla formazione di sostanze come biossido di azoto, particolato atmosferico e monossido di carbonio. I grandi impianti industriali verosimilmente possiedono anche sistemi di abbattimento maggiormente efficienti e di conseguenza l’emissione di sostanze inquinanti è minore in proporzione all’energia termica prodotta. Una maggiore criticità è legata invece agli impianti biomassa di tipo domestico: in molte regioni d’Italia il riscaldamento a biomassa è una delle principali fonti di quegli inquinanti per i quali il nostro Paese è al momento attenzionata da parte della Commissione europea, come il biossido di azoto e Pm10»: a dirlo è stato giovedì mattina Valerio Paolini, del Consiglio nazionale delle ricerche – Istituto inquinamento atmosferico, durante il convegno ‘Qualità dell’aria: gli attori, la normativa e le responsabilità sul territorio’, organizzato, con il patrocinio di Anci Umbria, da Assogasliquidi (l’associazione di Federchimica che rappresenta il settore dei gas liquidi) eAncitel Energia e Ambiente, insieme all’ordine dei geometri, degli ingegneri e degli avvocati della provincia di Terni a palazzo dei Priori, a Narni.

I monitoraggi umbri

Un appuntamento che ha rappresentato l’occasione per sensibilizzare le amministrazioni pubbliche e favorire una riflessione sulle migliori soluzioni per contrastare l’inquinamento dell’aria. Durante il convegno si è parlato della recente firma da parte della presidenza del consiglio, di sei ministeri, di Regioni e Province autonome del Piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’aria, che contiene misure relative ai tre settori che maggiormente sono considerati causa degli alti livelli di inquinamento: trasporti, agricoltura e riscaldamento domestico a biomassa. Inevitabile il riferimento all’Umbria, che si caratterizza per l’ingente utilizzo di biomasse, «un grosso problema nella produzione di polveri e inquinanti» ha detto Marco Trinei, della Regione Umbria, che ha però dovuto evidenziare, rispetto al piano regionale della qualità dell’aria, ritardi non solo nelle riduzioni delle emissioni da traffico, in particolare nelle aree di superamento nei Comuni di Perugia, Corciano, Foligno e Terni, ma anche difficoltà nella promozione della sostituzione, nel territorio regionale e in particolare nelle aree di superamento, di stufe e camini tradizionali con sistemi ad alta efficienza. «L’Arpa – ha ricordato invece Luca Proietti, dirigente responsabile dell’Area dipartimentale Umbria Sud-Sicurezza dell’agenzia ambientale – a Terni monitora la situazione di tutti gli inquinanti con una rete di cinque centraline. Per l’impatto dell’industria, del traffico ma anche del riscaldamento, abbiamo delle criticità nel numero dei superamenti totali ma anche del valore medio annuale. Permane ancora, sebbene migliorata negli ultimi anni, una polverosità legata al nichel-cromo specifica per l’industria metallurgica».

Nuove tecnologie

Durante il convegno è stata anche presentata una soluzione innovativa per il controllo e la promozione di aria più pulita: si tratta di Air Pollution Control, l’innovativa soluzione di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico, attraverso la quale è possibile rilevare le emissioni inquinanti del riscaldamento domestico, con l’ausilio di un drone con sensore. «Le fonti energetiche hanno un impatto sul cambiamento climatico, sulla qualità dell’aria e quindi sui cittadini – ha sottolineato Andrea Arzà, vice presidente di Assogasliquidi -. Per questo, è fondamentale scegliere quelle che più rispettano l’ambiente e la salute umana. Gpl e Gnl sono combustibili versatili, disponibili e soprattutto sostenibili. È pertanto necessario promuovere l’utilizzo di queste soluzioni, in grado di incidere immediatamente sul problema della qualità dell’aria, che oggi rappresenta una vera e propria emergenza, e aiutare l’Italia a raggiungere gli obiettivi europei di riduzione dell’inquinamento atmosferico».

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