ThyssenKrupp Ast: «Uilm in malafede»

Terni, il responsabile delle relazioni esterne, Tullio Camiglieri, replica all’intervista del segretario Nicola Pasini: «Pericoloso esercizio di retorica, falso e diffamatorio»

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di Tullio Camiglieri
Responsabile delle relazioni esterne di Ast

Nella vostra intervista al segretario della Uilm Nicola Pasini, pubblicata il 2 luglio, si usano argomenti di polemica che oltrepassano i limiti di un confronto civile e costruttivo, per lasciare spazio a strumentalizzazioni e malafede. Premesso che questo tipo di polemica non appartiene e non apparterrà mai alla nostra Azienda, mi preme precisare alcune questioni.

I dati resi pubblici da AST, in totale trasparenza e buona fede, dimostrano il raggiungimento di un importante obiettivo: la diminuzione degli infortuni sul lavoro all’interno del proprio stabilimento e confermano l’efficacia degli sforzi messi in atto dall’Azienda per il miglioramento continuo. L’uso falsato di questi dati testimonia la mancanza di argomenti di chi ne ha deciso la loro strumentalizzazione.

Le dichiarazioni secondo le quali saremmo di fronte a una gestione distorta degli infortuni sul lavoro, con riferimento alla “franchigia di tre giorni dopo ogni infortunio per denunciare ufficialmente il fatto”, e alla grave asserzione per cui “spesso succede che ai lavoratori arrivino suggerimenti di mettersi in malattia o di usufruire di qualche giorno di ferie. Per rimettersi al meglio”, testimoniano un crescendo di affermazioni diffamatorie che non hanno bisogno di commenti.

Ma, poiché tutto questo non era sufficiente, il segretario Pasini ha voluto avventurarsi in fantasiose analisi delle strategie di business dell’Acciaieria, sostenendo che AST vuole “arrivare alla chiusura dell’esercizio economico con il miglior risultato possibile […] raschiando il fondo del barile, fermando progetti annunciati pur di non spendere soldi […] e risparmiando su tutto, materiale antinfortunistico compreso”.

Affermazioni che, se da un lato testimoniano la totale mancanza di cognizioni, dall’altro lasciano intravedere la volontà di coltivare un clima inaccettabile, per il rispetto dovuto ai lavoratori e alla storia della nostra Azienda.

Ritengo che le critiche, non solo siano legittime, ma necessarie se fatte con consapevolezza e senso di responsabilità, in particolare quando si riferiscono a temi sensibili come la sicurezza sul lavoro.

Se l’esercizio della critica prescinde dalla veridicità, se le affermazioni non trovano riscontro nella realtà dei fatti, diventano un pericoloso esercizio di retorica, falso e diffamatorio.

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