Ast di Terni, la Uilm: «Si raschia il barile»

Il segretario, Nicola Pasini: «Tagliano su tutto per chiudere bene il bilancio» e «sugli infortuni giocano con i numeri». Ma ce n’è anche per gli altri sindacati

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di M.T.

La chiacchierata nasce da un incontro casuale e da una – mia – provocazione. Ma insomma, chiedo al segretario della Uilm Uil di Terni, Nicola Pasini, gli infortuni all’interno della ThyssenKrupp Ast, sono aumentati, come dite voi, o sono diminuiti come dice l’azienda? Da lì, il discorso si è allargato e non poco.

Nicola Pasini

Gli infortuni «La risposta, se così si può definire, alla sollecitazione delle organizzazioni sindacali per il rinnovo del Protocollo sulla sicurezza – esordisce Pasini – la dice lunga sul grado di superficialità ed approssimazione con la quale si affrontano le questioni. Sostenere infatti con un grafico, peraltro assolutamente non indicativo della reale situazione degli infortuni e di tutti gli altri eventi che periodicamente si verificano all’interno della fabbrica, significa sminuire uno strumento che la stessa Thyssen ha fortemente voluto, concertato e valorizzato dopo il tragico rogo di Torino. Significa anche voler occultare gli obiettivi che un eventuale rinnovo si dovrebbe porre, visto che sulle questioni ambientali tutti i soggetti interessati lastricano le cronache di denunce e ipotetiche soluzioni, a partire dalla scadenza dell’Aia (l’autorizzazione integrata ambientale; ndr) del prossimo anno, per la quale ad oggi non ci risulta traccia di eventuali azioni verso proposte che traguardano la positività della nuova autorizzazione della discarica, se non questa ‘tela di penelope’ riguardante il fantomatico progetto di recupero delle scorie. Per sostenere, come qualche rappresentante dell’azienda ha fatto nell’ultima riunione in prefettura, che il Protocollo è uno strumento che ha ormai esaurito il suo compito, bisognerebbe avere cognizione di causa, sapendo che spesso agli operatori di alcune aree all’interno dello stabilimento mancano anche le dotazioni minime, tipo i guanti anti-taglio».

I dati di Ast

I dati Ma l’azienda è stata chiara: nel grafico che ha distribuito si vede che gli infortuni sono drasticamente diminuiti. «Tu sai che esiste la famosa ‘franchigia’, i tre giorni dopo ogni infortunio, per denunciare ufficialmente il fatto. E, soprattutto nei casi meno gravi, spesso succede che ai lavoratori arrivino ‘suggerimenti’ di mettersi in malattia o di usufruire di qualche giorno di ferie. Per rimettersi al meglio. A noi risulta che almeno sette infortuni si sono verificati negli ultimi giorni e se a questi aggiungiamo quelli che vengono definiti ‘mancati infortuni’, cioè episodi che avrebbero potuto originarli e che solo per un caso fortuito si sono risolti senza danni, la catena si allunga a dismisura»

L’Open day

Campagna mediatica Quindi, secondo il segretario della Uilm, «anche questo fa parte di una legittima campagna mediatica che contraddistingue in questo ultimo periodo le vicende inerenti il mondo Ast e che, a mio modesto parere necessita di alcune puntualizzazioni che forse possono ricondurre un eventuale e prossimo confronto con tutti i soggetti interessati su un binario di oggettività, basato su fatti e non su interpretazioni o convenienze ondivaghe del momento. Risulta comprensibile, ma sicuramente non condivisibile, il tentativo dell’azienda di costruire un’immagine basata sull’impegno sociale a scapito delle essenziali azioni che in questa fase necessiterebbe mettere in campo per non pregiudicare la prospettiva che l’accordo del dicembre del 2014 sembrava in qualche modo garantire».

I rottami

I temi Secondo Pasini, insomma, «la mancanza ormai cronica di una vera politica di relazioni industriali e di confronto su vari temi rischia di far dimenticare quali sono le priorità». Le vogliamo indicare? «Per esempio noi, e quando dico noi intendo essenzialmente il sindacato che rappresento, ribadiamo la necessità di conoscere i dati reali sulla qualità e sulla redditività di ciò che si produce e si vende, ma anche l’entità e la reale efficacia della politica degli appalti che, ci era stato detto, era rivolta ad una razionalizzazione che doveva consenta un recupero dei costi ed una trasparenza in termini di applicazione del giusto contratto di lavoro per le aziende di servizio all’interno delle quali operano lavoratori che hanno pari dignità rispetto a quelli dell’azienda. Su questi temi registriamo delle criticità e, soprattutto, l’impossibilità di verificare sulla base di dati concreti, visto che l’azienda non li mette a disposizione, l’andamento delle cose».

I sindacalisti dei metalmeccanici

Rapporti difficili Anche tra le organizzazioni sindacali, però, pare che la comunicazione faccia difetto: «Se ti riferisci a quanto pubblicato il 29 giugno da un quotidiano e cioè la sollecitazione della Fiom agli altri sindacati in vista delle elezioni per il rinnovo della rappresentanza sindacale unitaria (la Rsu; ndr) in Ast, posso dirti che sono rimasto spiacevolmente sorpreso, soprattutto perché tre giorni prima avevamo già inviato una richiesta, firmata da tutti e cinque i segretari delle associazioni di categoria, per un incontro urgente (la lettera è leggibile qui; ndr) con il direttore del personale di Ast proprio per parlare della cosa».

Strategie preparatorie? Stai dicendo che la Fiom ha tentato una ‘fuga in avanti’ per mettersi in mostra, visto soprattutto che le prossime elezioni saranno complicate, visto che dovrete spartirvi meno posti all’interno dell’organismo di base, che passerà da 33 a 25 rappresentanti? «Guarda – dice Pasini – io sono abituato a ragionare sui fatti e non mi piace esprimere giudizi sui comportamenti degli altri. Io ho solo riportato un fatto e la lettera di richiesta di incontro sta agli atti. Il resto lo definirei proaganda».

L’Usb Un po’ come quella che, secondo il segretario della Uilm, farebbe il sindacato autonomo Usb: «Anche qui, stiamo ai fatti. Rispetto alle accuse che vengono rivolge ai confederali, ricordo che la Uilm di Terni ha un contenzioso in atto con Ast (la prossima udienza è in programma a novembre; ndr) per condotta antisindacale, che è la ‘estrema ratio’ in assenza di strumenti di confronto ordinari. La decisione di ricorrere al tribunale, ricordo anche questo, è stata presa in perfetta solitudine ed isolamento politico. Per cui accetto lezioni solo quando qualcun altro, invece di fare propaganda produrrà atti concreti».

L’ad Massimiliano Burelli

Il bilancio Ma secondo la Uilm quale potrà essere il futuro dello stabilimento ternano di ThyssenKrupp Ast? «Stando a quello che vediamo all’interno della fabbrica e alle voci che, in Italia e all’estero, si susseguono, penso che l’obiettivo primario di questo management ternano sia di arrivare alla chiusura dell’esercizio economico (a settembre; ndr) con il miglior risultato possibile e che per farlo stanno raschiando il fondo del barile, fermando progetti annunciati pur di non spendere soldi che forse non hanno più e risparmiando su tutto, materiale antiinfortunistico compreso».

Il futuro Sì, ma io parlavo del dopo: «Questo dipenderà se, ma credo che sia soprattutto un problema di quando, si concretizzerà l’accordo tra ThyssenKrupp e Tata Steel. E da csa sarà scritto per davvero in quel protocollo. Gli impianti ternani, soprattutto quelli dell’area ‘a freddo’ – dice Pasini – rappresentano un asset interessante per chiunque. Partendo da questo dato di fatto, starà a noi poi sviluppare un confronto che garantisca un futuro al sito e alle persone che ci lavorano».

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