Sono 1.343 (a fronte di una capienza regolamentare di 1.324 posti) i detenuti complessivamente ospitati nelle quattro carceri umbre (Perugia, Spoleto, Terni e Orvieto) e dal primo giugno 2014 al 28 febbraio 2015 sono diminuiti di 220 unità . L’argomento è da sempre oggetto di polemiche e prese di posizione: stavolta il dato è quello ufficiale.
I numeri Ed è contenuto nella relazione del garante dei detenuti della Regione: sul totale dei detenuti presenti, 1.033 sono ‘definitivi’ mentre 310 sono in custodia cautelare. Gli stranieri sono 386 e le donne 41. «Soltanto sei sono i semiliberi: le tradizionali alternative alla detenzione – scrive il garante – non paiono sperimentate in modo adeguato sul territorio umbro». Il 57,7% dei detenuti sta scontando una pena residua uguale o inferiore a cinque anni. Al 31 dicembre 2014 nessun bambino sotto i tre anni di età risultava ospitato nell’asilo nido istituito nella casa circondariale di Capanne.
Sette laureati Nelle carceri umbre, alla fine dello scorso anno, erano sette i detenuti laureati, contro i 13 analfabeti. 22 quelli privi di titolo di studio, mentre gli altri avevano frequentato scuole primarie, medie inferiori, professionali e medie superiori (75 questi ultimi).
Le lamentele Tra le principali problematiche evidenziate nel corso dell’attività dell’ufficio del garante, attraverso colloqui e corrispondenza con i detenuti, figurano, fra l’altro, lo stato delle camere (ridotte dimensioni e basse temperature), la scarsa qualità del cibo e l’impossibilità di detenere il personal computer: «Si denuncia talora – scrive ancora il garante – l’uso eccessivo del potere disciplinare, ovvero le modalità atipiche con cui detto potere sarebbe esercitato».
Il sostegno I volontari, stando alla relazione, garantiscono sostegno materiale ai detenuti, fornendo loro beni di prima necessità , ma anche sostegno morale con l’organizzazione di attività ricreative, colloqui, corsi professionali e attivitò culturali e religiose. L’assistenza sanitaria è garantita dalla presenza di medici infermieri che offrono la copertura 24 ore al giorno. Inoltre possibile avere accesso a visite specialistiche. Sono anche garantiti screening periodici per la prevenzione.
I suicidi Dalla relazione emerge che i suicidi nelle carceri umbre sono stati cinque nel 2013 (nessuno nel 2014). Oltre 1.600 gli episodi di autolesionismo dal 2008 al 2014 e 183, nello stesso periodo, i tentavi di suicidio.
Lo studio e il lavoro In questi mesi «l’impegno del garante è stato finalizzato anche alla realizzazione del ‘Polo universitario penitenziario’ e con l’universita’, l’Adisu e il Prap (provveditorato regionale) è stato condiviso un protocollo con la finalità di favorire il diritto allo studio dei detenuti». L’attività del garante «si è inoltre concretizzata nella costruzione di una rete con il mondo delle associazioni e delle cooperative, finalizzata a fornire alle persone detenute le informazioni relative alla possibilità di lavoro». In Umbria al 31 dicembre 2014 risultavano 371 detenuti-lavoratori, impegnati soprattutto in ‘servizi d’istituto’. Ventuno quelli non alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria.