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Home » Comune e contributi: M5S chiede chiarezza

Comune e contributi: M5S chiede chiarezza

di Lucina Paternesi
24 Gennaio 2016
in Attualità, Politica
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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di L.P.

Appena 1.600 euro l’anno. E’ questo il contributo che dieci associazioni versano al Comune per gli spazi messi a disposizione nella Casa dell’associazionismo, lo stabile in via della Viola 1, a Perugia, riconsegnato dalla Provincia al Comune nel 2012. Un contributo troppo esiguo, per il Movimento 5 Stelle, che ha deciso di attivare la commissione di controllo e garanzia per far luce sulla questione.

Le associazioni Sede di numerose associazioni, dal Cidis onlus a Legambiente Umbria, da Libera a Uisp, Agenzia della Pace e all’Arci, tra cui, un tempo, anche il Movimento difesa del cittadino di cui è presidente l’avvocato e consigliere comunale Cristina Rosetti, per il Movimento 5 Stelle c’è forse qualcosa da chiarire circa la legittimità dell’operato dell’amministrazione nell’assegnazione dei locali e nella gestione del palazzo che un tempo ospitava il liceo scientifico Alessi. «Le associazioni presenti – dicono dai 5 Stelle – corrispondono la somma irrisoria di 200 euro l’anno al Comune di Perugia». Così è scattata subito la richiesta di attivazione della commissione di controllo e garanzia, come previsto dall’articolo 51 del regolamento comunale, che ne discuterà lunedì prossimo in Comune.

La storia Secondo il gruppo consiliare, il 27 giugno del 2012 l’Arci e le associazioni ospiti dell’ex convento di San Fiorenzo hanno chiesto al Comune di poter proseguire la propria attività in sede presentando un programma unitario di attività sotto il nome ‘Casa dell’associazionismo’. Appena il giorno dopo, una determinazione interna della Giunta ha riconosciuto le attività svolte dalle associazioni come ad elevata valenza sociale e culturale per la città di Perugia e, pertanto, di interesse dell’amministrazione comunale. Condividendo i valori e le finalità del progetto presentato e per continuare ad animare con le funzioni e i servizi il quartiere in cui lo stabile è ubicato, via della Viola per l’appunto, la giunta ha così confermato la richiesta delle associazioni di «definire tra loro una forma di integrazione permanente al fine di consolidare la gestione unitaria della Casa dell’associazionismo, di garantire l’attuazione del progetto di attività e di sviluppo congiunto e condiviso, di semplificare la gestione delle parti dell’immobile di uso comune e di rapportarsi in modo unitario con l’amministrazione comunale».

L’Arci Così, nel 2012, veniva dato mandato agli uffici comunali di definire «con propri atti» i rapporti con la Casa dell’associazionismo e con le associazioni ospitate «al fine di consentire il regolare proseguimento della loro attività». In attesa di conoscere il soggetto al quale affidare il complesso di via della Viola come Casa dell’associazionis mo, lo stabile è quindi stato consegnato provvisoriamente all’Arci che si era dichiarato disponibile ad assumerne, protempore, il possesso e la custodia e a gestire i rapporti con le associazioni ospiti fino alla costituzione del nuovo soggetto cui affidare in concessione la struttura.

Canone In realtà, scrive ancora il gruppo consiliare dei 5 Stelle, tra le associazioni ospiti «non risulta definita alcuna forma di integrazione permanente», tantoché gli uffici hanno ritenuto necessario stipulare, con ciascuna associazione, apposito contratto. Ogni associazione versa un canone simbolico di 200 euro l’anno anche chi, come l’Arci, ha a disposizione uffici su 3 piani, una terrazza, un’area verde e l’ex aula magna per un totale di oltre mille metri quadrati. Mentre la rete antiviolenza e Mixtim, un’associazione di promozione sociale e studio su minori e famiglie, di interesse dell’amministrazione comunale, non versano nulla.

‘Fare chiarezza’ Tutti i contratti stipulati avrebbero scadenza nel 2024, mentre quello dell’Arci, rinnovabile, scadrà nel 2033. Ogni manutenzione straordinaria, s’intende, è a carico del Comune. Dal momento che l’ex convento di San Fiorenzo rappresenta un importante patrimonio per l’intera città e che gli spazi non sono stati assegnati in base ad alcun bando o avviso pubblico ma, anzi, l’amministrazione si è avvalsa di determine interne di Giunta, atti per cui non è prevista alcuna forma di pubblicità, per i 5 Stelle non è in alcun modo giustificabile «l’uso esclusivo dell’immobile da parte delle poche associazioni di cui in premessa, con esclusione delle altre, numerosissime associazioni presenti sul territorio comunale, molte delle quali capaci di esprimere progetti socio-culturali altrettanto validi». Sulla questione è chiamata dunque a fare chiarezza la commissione di controllo e garanzia, che dovrà ora verificare il corretto operato dell’amministrazione, la validità dei contratti e accordi stipulati e se, nel caso, sia configurabile una ipotesi di danno erariale.

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