Geotermia e veleni, spettro «bustarelle»

Terni, chi vuole realizzare una centrale Castel Giorgio ha detto a Il Sole 24 Ore, che se le avessero pagate «tutto sarebbe risolto»

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«Se fossimo passati con le ‘bustarelle’ a quest’ora tutto sarebbe risolto, con la probabilità un domani di essere accusati per corruzione noi e concussione loro. Oggi un manager privato resta nel dubbio, ogni giorno, su come ottenere l’autorizzazione che spetta al proprio progetto. Come usciamo da questo stato di violenza amministrativa allo sviluppo sostenibile?».

La denuncia Lo ha scritto Diego Righini, direttore Itw Lkw Geotermia Italia. E mica lo ha scritto su un muro, ma in una lettera inviata a Il Sole 24 Ore. La lunga querelle legata alla volontà dell’azienda, di realizzare una centrale geotermica a Castel Giorgio, tra Orvieto e il lago di Bolsena. E, insomma, il suo non è uno sfogo che possa passare sotto silenzio.

La Regione Nei giorni scorsi era arrivato il parere dei tecnici della giunta regionale sul progetto pilota: «Lavoreremo a un documento che sia condivisibile da tutta la commissione – aveva detto il presidente della commissione regionale che sta seguendo la cosa, ErosBrega – ma serve una decisione, è necessario chiudere rapidamente la vicenda delle autorizzazioni per la geotermia nella piana dell’Alfina».

Il progetto Brega, però, aveva ricordato che il documento finale dovrà essere in linea anche con le posizioni espresse dalle comunità locali e dai sindaci, i primi a dare battaglia sull’ipotesi di installare impianti di sfruttamento geotermico nei comuni di Castel Giorgio, Castel Viscardo, Monteleone di Orvieto e Allerona. Quattordici pozzi a una profondità di 2,7 chilometri che hanno scatenato forti dubbi dal punto di vista ambientale e sismico.

La polemica Certo è che, adesso, la faccenda si è arricchita di un nuovo elemento di discussione: le accuse di Righini non sono proprio acqua fresca, soprattutto perché rincarate così: «Oggi le imprese, in Italia, avrebbero bisogno di uno strumento efficace per mettere in mora gli uffici pubblici che non rispondono nei tempi ordinatori di legge. Non ci crederete, ma paghiamo migliaia di dirigenti e dipendenti pubblici per non avere in cambio da loro nulla di quello che ci serve come imprenditori e cittadini».

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