di Giampiero Tamburi
coordinatore del club ‘Pallotta’ Perugia
Il blitz della polizia al parco non basta. Il parco di Sant’Anna, per la parte della città dove è ubicato, è sempre stato e sempre sarà un problema per quanto riguarda lo spaccio della droga e, di conseguenza, per la frequentazione di tossicodipendenti. Cinque minuti a piedi dal centro storico e altrettanti per giungere alla stazione di Fontivegge, dove tutti sappiamo che non mancano mai neanche lì mercati e mercanti di spaccio, è il punto ideale per dedicarsi a tali attività.
Via della Pallotta fino dagli anni ’80, come punto di riferimento il famigerato bar Parigi, è stata una specie di ‘Casbah’ perugina dove ha visto e tutt’ora vede la criminalità organizzata a transitare e a programmare tutti i loro affari, con tutti gli inconvenienti che una simile cosa può procurare attirando, come logico, tossici che, per procurarsi il danaro per l’acquisto, commette sia furti nelle abitazioni e nei negozi oltre che, e qui è la paura di chi transita nelle strade del quartiere, scippi, specialmente ai danni di persone anziane, che molto spesso portano a conseguenze gravi fino alla morte. Come purtroppo è capitato ad un anziano proprio in via della Pallotta, all’altezza dell’incrocio di via dei Filosofi, che venendo strattonato dal delinquente per strappagli di dosso il borsello, ha sbattuto violentemente la testa che, dopo una settimana dall’accaduto, ha procurato la morte per emorragia celebrale.
C’è, purtroppo, in quella zona, una situazione che va ben oltre a semplici tipi loschi che stazionano al parco di Sant’Anna e del loro mercato. Strutture abbandonate e fatiscenti, che possono albergarli per la notte, dando loro il modo di non farsi notare in modo particolare, come l’ex complesso abbandonato della Telecom in via Jacopone da Todi dove, non più di una settimana fa, la polizia, ha arrestato un spacciatore magrebino, trovandogli in dosso un ingente quantitativo di merce. Altra situazione gravissima, di cui nessuno ne parla, è la possibilità, con una tendopoli ben organizzata, per passare la notte sopra la galleria della Pallotta, dove esiste un campo incolto di non si sa quale proprietà.
Un accampamento raggiungibile dal parco sotto via Pietro Aretino; un parco che, per la sua esigua grandezza, poco viene preso in considerazione dalle autorità e che invece, per questi traffici risulta molto attivo anche dal punto di vista di disturbo della quiete notturna per individui che, per tutta la notte, durante i mesi estivi, stazionano schiamazzando, giocando ed ubriacandosi, rendendo impossibile il riposo notturno alla gente che abita nei palazzi adiacenti e che, avvertendo le autorità comunali continuamente, non hanno avuto mai la soddisfazione di sentirsi ascoltati e vedere risolvere questo problema.
Per non parlare poi di quel campo incolto, che non si può definire parco, che sta tra via Bambagioni e via Silvio Pellico dove, continuamente, sia di giorno che di notte, tutti dalla via principale, possono ammirare pusher in attesa di clienti mentre il mercato della prostituzione è fiorente specialmente nelle ore notturne.
In linea di massima è questo quello che succede nei parchi nel quartiere della Pallotta ma, d’altro canto, non poteva essere diversamente perché nello stato di incuria e di degrado in cui sono lasciati da chi dovrebbe curarli ed attrezzarli per il bene dei residenti, questo è quello che riescono a dare alla città.
In questo periodo, anche se per le opposizioni del nostro beneamato consiglio comunale, stranamente è caduto l’interesse di parlare dei problemi del verde pubblico, non vuol dire che le cose siano migliorate. Purtroppo sono restate tali se non peggiorate e non so fino a quando lo spirito di sopportazione dei cittadini potrà durare senza prendere una drastica posizione per chiedere questo diritto inalienabile che riguarda il benessere quotidiano