Restauro fontana: interviene il ministero

La Direzione generale belle arti prova a mettere ordine e chiede di dare seguito all’accordo di gennaio. Comune soddisfatto

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La saga legata al restauro della fontana di piazza Tacito si arricchisce di un nuovo capitolo. In questi giorni c’è stato un fitto scambio epistolare – avviato dal ministero attraverso la Direzione generali belle arti e paesaggio – che ha interessato i principali protagonisti della vicenda. La novità, accolta positivamente tanto dal Comune quanto dalla Fondazione Carit, è che la stessa Direzione generale ha ridato slancio all’accordo sottoscritto a gennaio per il completamento dell’intervento di restauro. Un’intesa che era stata messa in discussione dal nuovo soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici dell’Umbria Stefano Gizzi.

Fontana piazza Tacito, sopralluogo e riunione con Soprintendente Gizzi - 23 aprile 2015 (1)

Nannurelli, Bucari e Gizzi

 

I passaggi A gennaio di quest’anno il Comune, la Fondazione Carit e la Direzione regionale per i beni culturali dell’Umbria avevano sottoscritto un accordo di ‘sussidiarietà’, in linea con le disposizioni comunitarie, per giungere a una definizione il più possibile condivisa dell’ultimo step del progetto di restauro della fontana di piazza Tacito, quello relativo ai mosaici dello zodiaco realizzati su cartoni di Corrado Cagli. Obiettivo: far sedere tutti gli attori, incluso il ministero dei beni culturali, attorno allo stesso tavolo.

Scricchiolii A meno di tre mesi dalla firma, l’accordo, al pari delle indagini sullo stato dei mosaici e i percorsi ipotizzati per il recupero dell’opera, era stato messo in discussione dal nuovo soprintendente Gizzi. Un fatto che aveva sancito in qualche modo l’inizio di quel braccio di ferro che nelle ultime settimane ha vissuto passaggi piuttosto tesi.

Le lettere Per superare lo stallo, il sindaco Leopoldo Di Girolamo ha scritto al ministero e alla Direzione generale belle arti e paesaggio, spiegando il punto di vista dell’amministrazione sulla fase di stallo – che rischia di far perdere altro tempo nel recupero dell’opera – e chiedendo di dare seguito a quell’intesa. La risposta del direttore generale è arrivata lo scorso 11 maggio e restituisce forza all’accordo già sottoscritto a gennaio, riconoscendone l’efficacia con l’invito al Segretariato regionale del ministero – l’ex Direzione regionale – ad indicare i nomi dei tecnici che dovranno prendere parte al tavolo. Di più: il ministero chiede al soprintendente esprimersi formalmente sugli atti già inviati dal Comune, incluso il primo – e finora unico – progetto di restauro ipotizzato, che prevede il restauro dei mosaici in situ.

I mosaici della fontana di piazza Tacito

I mosaici della fontana di piazza Tacito

Le richieste Incassato il punto, il Comune – attraverso il responsabile unico del procedimento, Federico Nannurelli – ha colto la palla al balzo e ha scritto al Segretariato e alla stessa Soprintendenza. Al primo è stato chiesto di dare seguito alle indicazioni della Direzione generale, con la nomina dei tecnici che dovranno partecipare al tavolo condiviso. Alla seconda, viceversa, è stato chiesto di esprimersi formalmente sul primo progetto presentato e sull’esito delle indagini svolte sui mosaici dalla fondazione Venaria Reale di Torino, quest’ultime eseguite in base alle indicazioni del precedente soprintendente, Fabio De Chirico, con tanto di affidamento dei lavori attraverso una gara ad evidenza pubblica.

In pratica il Comune chiede alla Soprintendenza di superare lo stallo e fare ciò che finora non ha mai fatto: ovvero mettere nero su bianco i propri pareri sullo stato dei mosaici e sul progetto di restauro. Atti che, se le tensioni dovessero proseguire, potrebbero trasformarsi anche in materia per eventuali ricorsi alla giustizia amministrativa.

Il commento Le ultime novità sono state accolte positivamente dall’assessore comunale ai lavori pubblici, Stefano Bucari: «Quanto disposto dalla Direzione generale per i beni culturali ci conferma che il percorso seguito dall’amministrazione comunale, di concerto con la Fondazione Carit, è corretto e animato da uno spirito di piena collaborazione fra le istituzioni. Ovviamente abbiamo chiesto formalmente che venga dato seguito all’accordo di sussidiarietà fissato a gennaio. Riteniamo sia la strada giusta per sbloccare, finalmente, questo impasse su cui non abbiamo alcuna responsabilità».

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