Rifiuti: «In Umbria? Marini, tranquilla»

L’assessore comunale di Roma, Paola Muraro: «Utilizzo impianti solo nel rispetto delle autorizzazioni vigenti. Non esiste nessun caso umbro»

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Le dichiarazioni rilasciate del sindaco di Roma, Virginia Raggi, lasciavano poco spazio alle interpretazioni: «Stante i contratti in essere si chiede priorità di conferimento rispetto a terzi che già conferiscono verso impianti Acea già esistenti (San Vittore, Aprilia, Orvieto e Terni)». Immediate, giovedì, le reazioni in Umbria. E in serata, tramite Facebook, è arrivato il chiarimento dell’assessore all’ambiente di Roma, Paola Muraro: «Nessun caso Umbria, la Marini stia tranquilla».

Paola Muraro

Paola Muraro

L’assessore Paola Muraro Nella serata di giovedì, poi, l’assessore comunale di Roma, Paola Muraro, ha pubblicato un post su Facebook: «Utilizzo impianti solo nel rispetto delle autorizzazioni vigenti: dai vecchi partiti – ha scritto – i soliti attacchi strumentali. Non esiste nessun caso Umbria e la presidente della Regione non si deve preoccupare. Il conferimento dei rifiuti negli impianti ACEA nel Lazio, già avviene da molti anni nel silenzio generale (che ha fatto finora la vecchia politica?), non è nelle intenzioni del Comune di Roma intervenire su nuovi ampliamenti o modifiche autorizzative degli impianti ACEA. Gli impianti citati fanno parte dell’impiantistica di ACEA di proprietà per il 51% del Comune di Roma. L’utilizzo dei suddetti impianti potrà avvenire solo nel rispetto delle autorizzazioni vigenti e i rifiuti verranno conferiti tenendo conto del principio di prossimità. Terni è già una città martoriata dall’inquinamento: ricordiamo che ha il triste primato di essere la prima città in Italia per nichel e cromo dispersi in atmosfera e nei suoli. Quelle di oggi sono solo polemiche costruite ad arte e i sindaci Pd e Fi che oggi pretestuosamente hanno alzato il classico polverone agostano possono dormire sonni tranquilli. Il M5S non solo a Roma ma in tutta Italia vuole andare verso Rifiuti zero e sta lavorando per questo con impegno».

Catiuscia Marini

Catiuscia Marini

Catiuscia Marini La presidente della Regione, in un post su Facebook, scrive: «Ma che siamo su scherzi a parte? Attendo dichiarazioni dei 5 stelle umbri in merito ad Orvieto e Terni. Ovviamente spero che la notizia sia infondata altrimenti mi trovano, questa volta, ai posti di combattimento».

Di Girolamo e Germani I sindaci di Terni e Orvieto, Leopoldo Di Girolamo e Giuseppe Germani, intendono rassicurare rispetto all’intervento del sindaco di Roma Virginia Raggi. «Voglio ricordare – afferma Di Girolamo – che la normativa attuale prevede che si possano accettare i rifiuti extraregionali solo in presenza di accordi che ad oggi non esistono e che neanche si prevedono. Inoltre i ternani hanno già espresso, con voto unanime del consiglio comunale e la condivisione del Movimento 5 Stelle, la propria contrarietà alla termovalorizzazione dei rifiuti. Il carico ambientale della nostra città deve diminuire: questo è il nostro preciso impegno che portiamo avanti fermamente, come testimoniato dal ‘no’ detto alla Conferenza dei servizi all’impianto ex Printer». Per quanto attiene alla discarica di Orvieto, aggiunge Germani, «l’ambito territoriale ha già deciso di ridurre fortemente i conferimenti attraverso l’attivazione, ormai pressoché completa e diffusa su tutto il territorio provinciale, della raccolta differenziata spinta, incentivando concretamente il riuso dei materiali raccolti». Terni e Orvieto, concludono, «non sono la discarica di Roma, il sindaco lavori per trovare vere soluzioni ai problemi della capitale e non scarichi su altre comunità le proprie responsabilità».

Comitato ‘No Inceneritori’ In precedenza, prima del chiarimento della Muraro, erano giunte altre reazioni: «Finalmente la verità sulla richiesta di Acea di bruciare rifiuti urbani a Terni: saranno rifiuti di Roma», esclamano gli esponenti del comitato ‘No Inceneritori’. Finalmente sappiamo da dove verranno i rifiuti urbani da bruciare nell’inceneritore, quelle 30 mila tonnellate di rifiuti speciali (cioè rifiuti urbani post trattamento) che Acea nel 2014 ha chiesto di bruciare con istanza alla Provincia di Terni. Ma magari aumenteranno col tempo, chi lo può sapere? Dietro lo spauracchio dell’emergenza rifiuti, sempre agitato da chi vuole aprire spazi ai grandi speculatori dei rifiuti, quello che il consiglio di amministrazione di Acea nominato dalla giunta Marino ha stabilito come obbiettivo, cioè bruciare rifiuti urbani post trattamento a Terni, si materializza, anzi viene invocato dalla nuova giunta per scongiurare una emergenza sanitaria. Come se a Terni da questo punto di vista stessimo messi bene! Che suoni chiaro tutto ciò a coloro che invocano macroregioni e alleanze con il Lazio: la macroregione è già attiva, da quando nei primi anni 2000 si lasciò entrare Acea nella gestione del servizio idrico e le si lasciò acquisire l’inceneritore costruito da Agarini e la discarica di Orvieto. Il risultato è un territorio, che comprende tutta la provincia di Terni, in balia delle decisioni prese a Roma, qualunque sia la giunta al potere. In questi mesi la richiesta di ACEA di bruciare i rifuti urbani dovrà passare per la fase di Valutazione di Impatto Ambientale in capo alla Regione Umbria, da cui, visti i precedenti, non ci aspettiamo granché. Sta alla nostra città impedire che ciò avvenga e l’unico modo e dimostrare che siamo determinati a non far arrivare nemmeno mezzo camion di rifiuti, con ogni mezzo necessario. Riprendendo la mobilitazione, le assemblee e le iniziative per coinvolgere il maggior numero di cittadini. E continuare a lavorare per chiudere gli inceneritori».

Fabio Paparelli Il vice presidente della Regione: «Le granitiche convinzioni – si legge in un post su Facebook – dei 5Stelle, condite dalla solita arroganza da primi della classe, si sgretolano alle prime difficoltà. Ci vuole una bella faccia tosta a pensare che i problemi di Roma li possa risolvere l’Umbria. Quel che è certo che la spazzatura capitolina non varcherà i confini del Lazio in direzione Terni o Orvieto. Ve lo assicuro. I fatti hanno la testa più dura dei grilli».

Raffaele Nevi

Raffaele Nevi

Raffaele Nevi Il capogruppo di Forza Italia in Regione, sul suo profilo Facebook, commenta: «Virginia Raggi si inventa il colpo di genio e pensa di scaricare i suoi rifiuti in Umbria. Quasi come la giunta Marini che pensa di scaricare i nostri rifiuti sulla Toscana. Sarà forse meglio che ognuno si smaltisca i suoi?».

Claudio Ricci

Claudio Ricci

Claudio Ricci «L’Umbria non può accogliere i rifiuti di Roma», questo il commento del consigliere regionale Claudio Ricci (Ricci presidente). «Le attuali discariche sono appena sufficienti per i rifiuti dell’Umbria, e solo per i prossimi 2-3 anni. Anche se in Umbria si arrivasse al 70% di raccolta differenziata, previsione ottimistica, rimarrebbero, come materiali indifferenziati da smaltire, almeno 120 mila tonnellate all’anno. Peraltro in Umbria le attuali discariche non ‘possono’ e devono essere ampliate». Secondo Ricci «occorre produrre meno rifiuti, riciclare di più, attivare tariffe puntuali, riutilizzare i materiali, riorganizzare i servizi e chiudere il ciclo trasformando i rifiuti indifferenziati in energia, attraverso tecnologie a freddo, di piccole dimensioni, e che non inquinano o impattano sull’ambiente». Per quanto attiene al Comune di Roma «anziché pensare di portare i rifiuti in Umbria, o attivare polemiche, amministrino il problema nel seguente modo: far lavorare tutti gli addetti nel Comune di Roma per raccogliere in modo straordinario i rifiuti con la Protezione civile e coinvolgendo l’Esercito; si facciano attivare tutti i poteri da Commissario di Governo e depositino i rifiuti ‘eccezionali’ in prossimità delle discariche esistenti, per un periodo limitato e nei limiti del controllo sanitario; si attivino immediatamente, anche nei giorni di Ferragosto, per costruire un impianto di trattamento per trasformare i rifiuti in energia entro pochi mesi. Quando si governa, occorre decidere velocemente e prendersi le responsabilità, lasciando la politica e le polemiche ad altri e pensando solo ai cittadini».

Andrea Cavicchioli

Andrea Cavicchioli

Andrea Cavicchioli «Sono inaccettabili – commenta il capogruppo del Pd al Comune di Terni – le dichiarazioni del Sindaco di Roma Raggi per il conferimento,  lo smaltimento e il trattamento di rifiuti della capitale negli impianti di Terni di proprietà della Acea. Sulla base di quanto deliberato dal Consiglio Comunale di Terni, anche a seguito dell’iniziativa del gruppo del PD e con ampia condivisione degli altri gruppi, siamo fortemente impegnati, nell’ottica di un necessario miglioramento del bilancio ambientale e delle emissioni, a non modificare le autorizzazioni esistenti e a favorire, con ogni atto possibile, la cessazione dei processi di termovalorizzazione e/o incenerimento. Siamo certi – conclude Cavicchioli – che il Movimento 5 Stelle, coerente con le comuni impostazioni sostenute in sede locale, interverrà nei confronti del Sindaco del Comune di Roma per ottenere la formalizzazione di indirizzi per le società dallo stesso partecipate, fra l’altro con capitale di comando, come l’Acea, per abbandonare i processi di incenerimento e per lo sviluppo di politiche industriali verso metodologie e tecnologie virtuose, più volte indicate anche nel dibattito locale, evitando in ogni caso ogni ipotesi di conferimento e smaltimento di rifiuti romani nel nostro territorio».

Enrico Melasecche

Enrico Melasecche

Enrico Melasecche «Ho buona memoria per ricordare due precedenti», commenta Enrico Melasecche (I love Terni). «Primo episodio: 130 mila tonnellate che Maria Rita Lorenzetti fece importare da Napoli a Orvieto, Assessore Danilo Monelli di Rifondazione Comunista, in pratica sembra che furono anche di più e soprattutto senza alcun controllo per cui c’era di tutto. Si trattava della solidarietà endo partitica con l’ineffabile Bassolino in grave difficoltà a causa di una politica molto partenopea. La magistratura fece più delle indagini concluse dopo molti anni con la prescrizione. Il secondo episodio è relativo alla coppia Raffaelli-Porrazzini che decisero di importare da tutta Italia rifiuti ospedalieri da bruciare nel l’inceneritore decrepito dell’Asm. Feci una opposizione durissima, quasi in solitaria ma la maggioranza di sinistra in consiglio comunale votò a favore figurella follia suicida. Prendo le parole della Raggi, alla ricerca di una scappatoia, come una battuta agostana. Niente più».

Orvieto Il Partito Comunista Italiano della Provincia di Terni esprime tutto il suo «rammarico per la vicenda rifiuti romana che rasenta l’emergenza sanitaria», si legge in una nota della segreteria provinciale Pci. «Orvieto e Terni, sembra abbia detto il sindaco Raggi, dovranno prendersi i rifiuti romani in quanto il sito le Le Crete e l’inceneritore ternano sono di Acea e dato che il comune di Roma è azionista al 51% della stessa possono farlo. O siamo noi i veggenti che da anni denunciamo queste situazioni oppure i più ad Orvieto, Perugia e Terni fanno finta di nulla, il che sarebbe veramente grave. Orvieto non vuole un solo chilo di rifiuti romani, già siamo noi in crisi ambientale: mercurio nei fiumi, metilmercurio, radioattività, discarica, arsenico nelle acque, interdittive antimafia in altre discariche dell’Umbria. Siamo nella terra dei fuochi anche noi e le istituzioni tacciono e non capiamo sinceramente il motivo. Che le istituzioni locali e regionali si muovano subito altrimenti sarà un futuro triste dal punto di vista ambientale per tutta la regione».

Daniela Pimponi (PD) «L’incapacità dell’amministrazione di Roma non può essere scaricata su Orvieto e su Terni», così la responsabile ambiente e politiche dei rifiuti del Pd Umbria Daniela Pimponi, commenta in un nota. «In Umbria il Partito Democratico ha rifiutato, a tutti i livelli, la scelta dell’incenerimento e si è impegnato, chiedendo un ulteriore sforzo a tutti gli amministratori e i cittadini umbri, a ridurre drasticamente l’uso delle discariche per evitarne ampliamenti scellerati. La discarica di Orvieto non può essere esaurita dai rifiuti di Roma, né può subire ampliamenti tali da poter sostenere il carico di una metropoli al collasso per i prossimi anni. Quanto alle fragili condizioni ambientali della conca ternana, già appesantite dall’industria, si è già ribadito in ogni sede che non possono essere ulteriormente compromesse. Se il nuovo Sindaco di Roma non è in grado di gestire la città che ha voluto amministrare, eviti almeno di riversare con tanta scaltrezza e leggerezza tutti i suoi problemi su territori che già in passato hanno dato a sufficienza (anche in aiuto di altre regioni in emergenza) e che oggi hanno scelto una strada faticosa ma virtuosa scartando scorciatoie irresponsabili ed insostenibili. I rapporti tra le aziende e i territori sono regolati da contratti ed impegni precisi, per gli impianti occorrono autorizzazioni che tengano in considerazione l’impatto sulle aree circostanti. Nessuno, neppure il sindaco della capitale, può disporne come fossero una proprietà privata da sfruttare all’occorrenza, con decisioni unilaterali. Non c’è nessuna onestà nel pontificare la sostenibilità e poi imporre con prepotenza il vecchio sistema degli inceneritori e delle discariche, possibilmente lontano dal proprio giardino e dai propri consensi».

Forza Italia Giovani Terni Il coordinatore provinciale Forza Italia Giovani Terni sottolinea che «le dichiarazioni del sindaco di Roma Virginia Raggi dimostrano tutta l’inadeguatezza del Movimento 5 stelle e l’incapacità dello stesso nella reale risoluzione dei problemi. Questi ad esempio riguardo alla gestione dei rifiuti non si sono mai preoccupati di proporre soluzioni per la chiusura del ciclo, in quanto tema scomodo, ma sono andati avanti su posizioni demagogiche mirate ad acquistare il consenso. Ed ecco che il castello di sabbia si smonta, le posizioni del M5S romano vanno a cozzare con quelle del partito in Umbria e viene fuori che la soluzione del problema non è proprio cosa grillina. La Raggi si tenga quindi i suoi rifiuti e si metta a ragionare (cosa strana è?) su come smaltirli».

Alfredo De Sio

Alfredo De Sio

Alfredo De Sio «Se nascondesse – la nota di De Sio, dell’esecutivo nazionale Fratellid’Italia-An – meglio la sua ignoranza , come ha fatto in campagna elettorale, eviterebbe sia di dire sciocchezze che di far inaugurare la fiera delle banalità a tanti amministratori regionali e locali del centrosinistra che, utilizzano lo straparlare del Sindaco di Roma Virginia Raggi per depistare le enormi responsabilità che gravano sull’Umbria in tema di gestione dei rifiuti e disapplicazione decennale di tutti i Piani regionali di smaltimento. L’approssimazione con la quale il neo sindaco di Roma parla di argomenti che dimostra di non conoscere, rischia di spostare il dibattito aperto in Umbria sulla gestione dei rifiuti dal dramma alla farsa. In questi anni la Regione dell’Umbria e le amministrazioni locali, tutte a guida centrosinistra, hanno messo in atto politiche ambigue, alimentando le speranze di tanti speculatori che vedevano e vedono nelle politiche deboli della nostra regione la possibilità di praticare incursioni nel silenzio assenso di chi non ha mai deciso in totale la strada da seguire. A volte però capita che l’effetto sia completamente opposto alla causa e così le dichiarazioni scomposte del Sindaco di Roma, rischiano di aver un effetto doccia gelata sulle manovre di piccolo cabotaggio rispetto a processi autorizzativi in corso presso le autorità umbre competenti e facendo uscire forzatamente allo scoperto tutti coloro che finora si sono tenute le mani ben libere sia sul ruolo delle discariche che dei termovalorizzatori . In questo gioco di specchi  la Raggi si dimostra uguale nelle intenzioni a chi come il Pd capitolino guardava al sistema degli impianti Acea come uno degli strumenti di gestione dell’emergenza rifiuti ed il Pd umbro è costretto a smentire la Raggi smentendo se stesso».

Mancini e Fiorini

Mancini e Fiorini

Lega Nord «In merito alle dichiarazioni del sindaco Virginia Raggi assoluta contrarietà all’ipotesi di smaltimento dei rifiuti di Roma in Umbria. E invitiamo i rappresentanti regionali del Movimento 5 Stelle a prendere le distanze da tale proposta visto e considerato che sono stati presenti alle manifestazioni contro la discarica Le Crete di Orvieto e contro l’inceneritore di Terni». Così, in una nota, i consiglieri regionali della Lega Nord, Emanuele Fiorini e Valerio Mancini. «Vista la grave criticità del sistema rifiuti in Umbria, più volte denunciata dalla Lega a tutti i livelli, invitiamo la presidente Marini ad occuparsi dei problemi causati dalla sua maggioranza, piuttosto che ergersi a paladina dell’Umbria, ruolo nel quale, soprattutto in materia di rifiuti, risulta essere priva di qualsiasi credibilità». La presidente «non ha perso tempo ad attaccare il sindaco Raggi per mettersi in mostra, ma sa benissimo che tali operazioni non possono avvenire senza preventiva intesa istituzionale in tal senso. La presidente Marini si occupi, dunque, seriamente della gestione dei rifiuti in Umbria, che è al collasso, ed eviti la passerella che sta utilizzando solo per nascondere le proprie responsabilità sulla gestione regionale dei rifiuti». La discarica di Orvieto «non dovrà essere ampliata, l’Umbria non può e non deve ricevere rifiuti da fuori regione, perché l’Umbria non può essere la pattumiera del centro Italia. Queste sono le battaglie che stiamo portando avanti da mesi e che sono arrivate alla ribalta nazionale fino ad essere oggetto di indagine da parte della Commissione bicamerale sugli ecoreati, a Roma».

Cristian Betti

Cristian Betti

Cristian Betti (Auri) «Sarebbe buona norma che, prima di annunciare spostamenti di rifiuti verso determinate zone – si legge in una nota di Cristian Betti, presidente Auri (Autorità unica regionale che si occuperà di acqua e rifiuti) -, si sia almeno preventivamente concertata l’eventualità con le istituzioni coinvolte. Se qualcuno pensa, a prescindere dai contratti in essere, di prendere decisioni di così grande portata in maniera unilaterale e senza tenere conto delle istituzioni e delle comunità locali, si sbaglia di grosso. L’Umbria, che ha già le sue delicate problematiche, non è la discarica della Capitale».

 

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