Riforma Province, scoppia il caso ‘cantonieri’

La Uil denuncia: «Per le strade ex Anas e i 42 operatori che se ne occupano non ci sono certezze»

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«Senza lilleri non si lallera, gira che ti rigira questa è la realtà». Secondo la Uil Fpl di Terni «appare fuori luogo l’ottimismo, che sa tanto di campagna elettorale, dell’assessore regionale Fabio Paparelli che il 21 gennaio dichiarava, riferendosi alla sorte dei lavoratori della Provincia, che ‘a Terni non avremo problemi’».

La realtà Di altro tenore, sempre secondo il sindacato, «la posizione del presidente della Provincia, Di Girolamo, che  parla di elementi di incertezza riguardo la ricollocazione dei dipendenti. Gli fa eco anche l’Anci che ha parlato in Umbria di un centinaio di esuberi tra i lavoratori per cui rimane anche la prospettiva del licenziamento».

I cantonieri A ciel sereno, denuncia il segretario del sindacato, Gino Venturi, «è scoppiato in queste ultime ore il caso dei cantonieri, che tutti davano tra i più sicuri, e che invece sembra siano quelli su cui si addensano ora le maggiori incognite. Mentre infatti per le strade provinciali e per i 18 operatori ad esse dedicati non dovrebbero esserci problemi, per le strade ex Anas e i 42 operatori che se ne occupano non ci sono certezze. Sia chiaro di loro c’è sicuramente bisogno, anzi sono indispensabili, ma non si sa dove prendere i soldi per pagarli. Dunque decine di lavoratori temono due anni di mobilità e poi anche il possibile licenziamento».

Le istituzioni Ma poi Venturi allarga il discorso: «Prima di tutto vogliamo chiarezza ed un unico parlare da parte delle istituzioni. Non possiamo accettare che quello che è vero la sera non è più vero la mattina. Per questo, preoccupati seriamente di come potranno essere garantiti i servizi essenziali oggi forniti dalla Provincia e anche delle sorti dei lavoratori, chiediamo un incontro immediato al presidente Di Girolamo perché fornisca certezze. Per quello che ci riguarda – prosegue Venturi – abbiamo molte perplessità sull’operato della Regione, che ogni volta che mette mano a processi di riordino combina pasticci come per esempio sulle Comunità montane o con l’unificazione delle Asl. Nel caso delle Province, poi, appare un metodo completamente sbagliato quello di distruggere un assetto che ha funzionato non avendo chiaro almeno il disegno di quello nuovo da realizzare».

Il ‘caso Terni’ A giudizio del segretario della Uil, poi, quando si parla di terni «c’è un problema in più: nei processi di unificazione o regionalizzazione finisce sempre che sia penalizzato il nostro territorio con una compressione dei servizi e una penalizzazione dei lavoratori ternani. La Uil non si girerà dall’altra parte, ma continuerà a contrastare un processo di penalizzazione di Terni che è avvenuto rispetto agli uffici regionali e l’Asl e che temiamo possa presentarsi anche per la Camera di commercio e le diverse funzioni della Provincia».

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