Sanità, un anno nero: «2151 malati in corsia»

Perugia, il Movimento 5 Stelle: «L’Umbria doveva essere un’eccellenza, siamo dietro la Sicilia per i Livelli essenziali di assistenza»

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L.P.

Non solo Terni. La vergogna delle barelle in corsia è una vera e propria piaga regionale di cui anche Perugia ne è testimonianza.

5 stelle ospedale

Davanti al Santa Maria della Misericordia di Perugia

La denuncia Dopo il video girato all’interno del Santa Maria di Terni e a qualche giorno di distanza dalla nomina dei nuovi vertici delle aziende sanitarie locali il Movimento 5 stelle torna a dare battaglia sul tema della sanità. La denuncia dei 5 stelle nasce da una richiesta, fatta all’azienda ospedaliera, attraverso la quale sono stati richiesti il totale dei letti aggiunti nel 2015. La trasmissione dei dati, da parte del direttore generale dell’azienda ospedaliera perugina Walter Orlandi rivela dati choc.

Barelle in corsia Solo nel 2015, a Perugia, sono stati aggiunti 2151 posti letto, 14 in media al giorno, per 151 giorni di sofferenza. Barelle in corsia o in medicheria, stanze predisposte per due ma in cui viene aggiunto un terzo posto letto senza i dispositivi di sicurezza sanitaria necessari per i pazienti e per operare nella massima sicurezza per il personale medico e infermieristico.«La stessa risposta di Orlandi – afferma il consigliere Liberati – ha fatto cadere il velo sulla tanto propagandata eccellenza della sanità in Umbria».

Dati choc Non solo, secondo il capogruppo M5S, il report conterrebbe due dati inaffidabili, quello che riguarda i

Il consigliere Andrea Liberati

Il consigliere Andrea Liberati

letti aggiunti nel reparto di medicina interna e oncologia, dal momento dal 15 giugno ci sono una serie di zeri, come se il dato non fosse più stato aggiornato. «Inoltre Orlandi sostiene di non poterci fornire i dati 2014, poiché comportano un’onerosa elaborazione: e allora ci chiediamo come possa la presidente Catiuscia Marini controllare i trend e valutare il raggiungimento degli obiettivi, non avendo a disposizione questi numeri. Permane un rande problema nella trasparenza di questa Regione».

Lea Un trend negativo, quello messo in evidenza dai consiglieri regionali e comunali riuniti sabato mattina davanti al Santa Maria della Misericordia di Perugia, confermato dalla classifica Lea, i Livelli essenziali di assistenza, certificati dal ministero della Salute. «La giunta afferma che siamo secondo in Italia per risparmio, ma siamo decimi per i Livelli essenziali di assistenza, dietro addirittura alla Sicilia». Una parabola discendente iniziata nel 2011, quando eravamo terzi, e che negli anni del «commissariamento Marini ci ha visto scendere in settima posizione nel 2012, ottavi nel 2014 e addirittura sotto la Sicilia l’anno scorso. E allora dov’è l’eccellenza?».

Eccellenza? «La programmazione sanitaria prevedeva che questo fosse una struttura di eccellenza, come mai oggi ci ritroviamo i pronto soccorso intasati? E come mai 8 mila persone, ogni anno, vanno a fare la Tac in Toscana?» si chiede la consigliera comunale Cristina Rosetti tornando a ribadire che la nomina dei direttori sanitari dovrebbe rispondere a criteri di trasparenza e merito. «Quando si rinnovano i direttori sanitari è bene che pubblicamente si faccia un’analisi degli obiettivi di partenza, di quelli realizzati e non realizzati e, soprattutto, di come sono stati spesi i soldi perché qui non c’è affatto trasparenza».

Tempi di attesa E in risposta alla giunta che afferma che un certo miglioramento per quanto riguarda le liste d’attesa e le prenotazioni al Cup, ci sia stato i consiglieri affermano: «In base a quali statistiche e a quali parametri si può fare che la situazione è migliorata? Se confrontiamo i dati di settembre 2014, quando è iniziato il piano straordinario di abbattimento delle liste con cui si è ampliata l’offerta, con quelli del 2015 i tempi di attesa sono stati abbattuti. Ma un conto è analizzare il dato nudo e crudo, un altro è fare un confronto in base ad altre variabili. Sicuramente c’è stato risparmio, ma questo non può essere l’unico per valutare l’efficienza del servizio, soprattutto quando si parla di salute. E’ efficiente un servizio che costringe il pensionato a venire a fare una visita da Todi a Perugia?»

Nomine Le problematiche, dunque sono tante e c’è grosso fermento in vista delle nomine dei nuovi direttori previste per lunedì prossimo. Nomine ‘fiduciarie’, dal momento che la commissione che ha scremato i 108 candidati e presentato una rosa di nomi alla giunta è una commissione vecchio stampo, che non rientra ancora nei canoni previsti dalla riforma della pubblica amministrazione attuata dal ministro Madia. «La sanità non può essere gestita come merce di scambio politico – tornano a ribadire i 5 stelle – pretendiamo che a nominare i vertici delle aziende ospedaliere sia una commissione esterna».

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