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Home » «Telfer da salvare? Disponibili a donarla»

«Telfer da salvare? Disponibili a donarla»

di Fabio Toni
25 Aprile 2015
in Attualità, Cultura
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
L'assessore Stefano Bucari

L'assessore Stefano Bucari

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di F.T.

«Sulla Telfer di Papigno abbiamo sempre agito in trasparenza e se ci sarà un cambio di parere da parte del ministero dei beni culturali, se il bene dovesse essere classificato come vincolato, di grande valore dal punto di vista dell’archeologia industriale e quindi da recuperare, siamo disponibili sin da ora a ragionare su una donazione allo stesso ministero».

Punti di vista È chiara la posizione dell’assessore comunale Stefano Bucari sulla passerella di Papigno. Anche e soprattutto alla luce dell’opinione espressa attraverso umbriaOn dal soprintendente ai beni architettonici e paesaggistici dell’Umbria, Stefano Gizzi. In seguito al sopralluogo svolto nei giorni scorsi, quest’ultimo aveva parlato di «ristrutturazione possibile per un elemento centrale del sito archeologico di Papigno». Tema rilanciato anche da Walter Patalocco nella sua rubrica ‘Il corsivo’.

Ipotesi donazione «Da tempo il Comune – spiega Stefano Bucari – ha avviato tutte le procedure per la demolizione della passerella, coinvolgendo non solo tutte le autorità competenti, ma incassando anche il nulla osta alla demolizione da parte della stessa direzione dei beni culturali dell’Umbria e impegnando 400 mila euro nell’intervento che, va detto, è mosso da ragioni di tutela della sicurezza pubblica, come chiarito anche negli incontri in prefettura. Quello che è certo – aggiunge – è che non intendiamo spendere un euro di più. E se oggi, a differenza del passato, il bene dovesse essere dichiarato di particolare valore, siamo disponibili a metterlo a piena disposizione del ministero dei beni culturali».

Ipotesi accantonata La ristrutturazione era stata già presa in considerazione nel 2009, quando si era iniziato a discutere del destino della Telfer. Un’ipotesi poi scartata: «Il punto è che oggi, come ieri – dice l’assessore – il costo per un intervento del genere è enorme. Paliamo di milioni di euro. E in una fase di crisi come questa, segnata dalla scarsità di risorse, pensare di poter ristrutturare l’opera in situ, per il Comune, è praticamente impossibile».

I rischi Negli anni le condizioni strutturali della passerella dell’ex elettrochimico sono peggiorate sensibilmente, a causa della riduzione dello spessore del metallo e ai segni di criticità riscontrato su alcuni giunti. Al momento sono in funzione due apparecchiature fisse per monitorare h24 le oscillazioni della struttura metallica. «Nell’ambito della conferenza dei servizi – spiega Stefano Bucari – abbiamo consegnato alla soprintendenza tutti i documenti relativi alle autorizzazioni ed alle analisi tecnico strutturali di cui siamo in possesso. Ci è sembrato un atto di condivisione giusto, pur in una situazione in cui i lasciapassare per procedere c’erano già tutti».

L’iter va avanti Intanto il Comune non è rimasto con le mani in mano: non è errato dire che l’opera di demolizione, in un certo senso, sia stata già avviata. Nel corso della prossima settimana inizieranno i lavori di interramento dei cavidotti presenti sulla Telfer. Due condutture di idrogeno e azoto, la seconda ancora funzionante, dirette da Tk-Ast agli impianti ItaLeaf di Nera Montoro. E non è tutto.

Appalto ok Sulla base della necessità di sicurezza riscontrata anche dalla prefettura e delle autorizzazioni ottenute nel tempo, non ultime quelle della direzione regionale per i beni culturali, il Comune ha anche avviato le procedure per l’affidamento dei lavori di demolizione della passerella. Un appalto che è stato aggiudicato preliminarmente ad una società di fuori regione, specializzata in questo tipo di lavori. «Le perplessità che sono state espresse dalla soprintendenza – dice l’assessore – avremo modo di riscontrarle in sede di conferenza dei servizi. Intanto, però, crediamo sia doveroso andare avanti in base a quanto stabilito già da tempo».

Nodo-fontana E’ ormai noto che le ‘divergenze di opinioni’ fra soprintendenza e Comune riguardino anche il restauro della fontana di piazza Tacito. Sul punto, al pari della Telfer, l’assessore auspica «rapidità nelle decisioni, per restituire alla città la sua fontana. A prescindere se verrà attuato un restauro in situ o un rifacimento completo del mosaico – osserva Bucari – a noi interessa che sia un lavoro di qualità, durevole nel tempo e che non costi un euro in più alle casse pubbliche».

L’opinione Sulla questione-Telfer interviene anche il Centro studi ‘Malfatti’, che da tempo sostiene l’esigenza di valorizzare il patrimonio archeologico industriale di Terni, a partire dalla Telfer di cui si è sempre opposto alla demolizione: «Il qualificato parere espresso dal soprintendente Stefano Gizzi, in merito alla possibilità di restauro della passerella – scrivono dal Centro studi – ci fa un immenso piacere e ci dà una speranza ulteriore per lo sviluppo anche turistico del nostro comprensorio, dove per tanti anni si è inesorabilmente proceduto con distruzioni sistematiche e discutibili operazioni di ‘valorizzazione’. Adesso auspichiamo che il Comune metta in sicurezza, finalmente, la Telfer e impieghi le sue preziose e qualificate professionalità per approntare un piano di restauro conservativo».

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