Terni, acqua al cromo: «Fuori tutti i dati»

Secondo Andrea Liberati e Thomas De Luca (M5S) «dai piezometri piazzati all’interno di Ast è stato individuato in concentrazioni molto alte anche nelle falde acquifere di quell’area della città»

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Cromo esavalente. Due parole che fanno venire i brividi, soprattutto dopo aver visto e ascoltato Alessandro Ridolfi, l’uomo contaminato nella galleria Tescino e che anche nei giorni scorsi ha raccontato il suo strazio al tribunale di Terni.  E adesso, se la denuncia che arriva dal Movimento 5 Stelle sarà avvalorata dai fatti, quel cromo esavalente tornerà con forza al centro dell’attenzione.

I piezometri Secondo Andrea Liberati e Thomas De Luca, infatti, i piezometri (strumenti di analisi chimica) che sono stati «finalmente posizionati dentro lo stabilimento ThyssenKrupp Ast» starebbe emergendo «quel che purtroppo non può sorprendente: il cromo esavalente, finora rivenuto esclusivamente negli acquiferi della discarica di Pentima-Valle, è stato individuato in concentrazioni molto alte anche nelle falde acquifere di quell’area della città».

La richiesta I due esponenti del M5S chiedono quindi che «Arpa Umbria, a questo punto, renda subito pubblici tali nuovi e preoccupanti dati: ai sensi delle normative, vanno infatti informate una lunga serie di autorità. I dati – di preminente interesse pubblico e collettivo – a nostro avviso vanno divulgati coram populo. Occorre tutelare l’incolumità pubblica, aspetto certamente prevalente anche dinanzi a un eventuale segreto istruttorio.

Le norme Liberati e De Luca dicono di confidare «nel bilanciamento degli interessi tra auspicabili indagini e trasparenza delle informazioni ambientali, qui, come altrove, si seguano puntualmente le prescrizioni contenute nel Testo Unico del 2006, secondo il quale, nei siti oggetto di bonifica, le pubbliche amministrazioni cheindividuano siti nei quali accertino che i livelli di contaminazione sono superiori ai valori di concentrazione soglia di contaminazione, ne danno comunicazione alla Regione, alla Provincia e al Comune competenti. La provincia, ricevuta la comunicazione, dopo aver svolto le opportune indagini volte ad identificare il responsabile dell’evento di superamento e sentito il comune, diffida con ordinanza motivata il responsabile della potenziale contaminazione a provvedere ai sensi del presente titolo».

 

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