
‘Capitani senza gloria – Vizi e virtù dei manager italiani’. Questo il libro a firma del dirigente d’azienda, imprenditore e scrittore emiliano Pier Luigi Celli, presentato lunedì pomeriggio nella sala conferenze dell’ospedale di Terni: un’occasione per parlare e discutere di come il management influisca sul lavoro di gruppo, tra vizi – tanti – e virtù. A confrontarsi sull’argomento con Celli sono stati Maurizio Dal Maso, Massimo Calderini e Stefano Tirinzi, rispettivamente direttori generali del ‘Santa Maria’, di stabilimento e di produzione dell’Ast e dell’Asm.
Adattamento e costrizioni Nel suo intervento iniziale Celli ha sottolineato in particolar modo che «le persone hanno un cervello molto adattativo e vivono di relazioni, mentre le organizzazioni sono rigide e procedurali; questo crea spesso ‘discrasia’ tra il proprio modo di essere e la costrizione a comportarsi in maniera ‘artificiale’, seguendo appunto i dettami della gerarchia».

Rivedere l’organizzazione «Lavorare su umanizzazione e relazioni». Così Dal Maso, da manager di un’azienda ospedaliera, ha appoggiato l’opinione di Celli: «Stiamo lavorando sui metodi perché il management è soprattutto come i professionisti si relazionano tra di loro e come rivedere l’organizzazione in funzione dei cittadini. Dovrebbe essere l’abc per tutti, specie negli ospedali: il nostro è molto importante e famoso, ci sono grandi professionalità e devo dire di essere molto onorato di dirigerlo. Possiamo fare ‘palestra’ di miglioramento manageriale e di innovazione, ricordandoci sempre che la differenza non la fa la catena operativa e non il singolo».
GUARDA L’INTERVISTA A MAURIZIO DAL MASO: «LETTI IN CORSIA, ACCELERARE»

Via i letti in corsia Molto soddisfatto del mio primo periodo al ‘Santa Maria’. Molte cose funzionano bene, altre meno: a breve faremo un nuovo assetto organizzativo, inoltre dobbiamo pensare a ridefinire i percorsi all’interno dell’ospedale perché spesso ci sono pazienti che girano e hanno difficoltà a capire dove deve andare. Va ripensato un po’ in questa logica. I passaggi fondamentali sui quali stringere i tempi sono due: riorganizzazione delle sale operatorie, attribuzione dei letti in modo da ridurre al massimo gli appoggi nei corridoi e facilitare il cammino dei pazienti all’interno del nosocomio. L’organizzazione non deve obbligarli ad essere come delle ‘palline da flipper’ e farli girare da una parte all’altra per cose già programmate».