Tk-Ast, ufficiale: l’Europa impone i dazi

Si andrà da un minimo del 10,9% ad un massimo del 25,2% del valore netto dei prodotti di Cina e Taiwan

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Adesso è ufficiale: Cina e Taiwan. per esportare il loro acciaio in Europa, dovranno pagare dazio. E non in senso metaforico, ma in soldi veri. Per sei mesi, tanto per cominciare. Poi si vedrà.

La decisione La Commissione europea ha dato seguito alle anticipazioni dei giorni scorsi e – la cosa è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea – si avviano quelle politiche antidumping sulle importazioni di prodotti di acciaio inossidabile originari della Repubblica popolare cinese e di Taiwan.

I dazi Si andrà da un minimo del 10,9% ad un massimo del 25,2% del valore netto dei prodotti che verranno importati in Europa ed è indubbio che per i produttori europei – e quindi per la Tk-Ast – questo rappresenterà un aiuto non  trascurabile.

Il sindaco «Con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del 25 marzo dell’Unione Europea dell’istituzione di dazi sulla importazione di acciaio inossidabili dalla Cina fino al 25% e da Taiwan fino al 12% si conclude in maniera molto positiva un percorso che ha visto la mobilitazione dei produttori europei, delle forze sindacali e sociali, delle istituzioni, nel nome di produzioni di qualità e attente all’ambiente», a dirlo è il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, che poi prosegue: «Come ho già detto in più occasioni non stiamo di fronte a un provvedimento di tipo protezionistico, ma al giusto riconoscimento degli investimenti che le industrie europee fanno in termini di affidabilità dei loro acciai, con lavorazioni che abbiano un reale rispetto del clima e dell’ambiente».

La svolta Per Di Girolamo «siamo di fronte a una svolta anche per Ast, che ha una lunghissima tradizione in termini di qualità, professionalità e investimenti ambientali. Le quote di acciaio asiatico di bassa qualità in Europa hanno raggiunto negli ultimi due anni cifre significative spinte soprattutto dai prezzi contenuti. Ora con il nuovo sistema di tassazione verrà stabilito un riequilibrio nella produzione di settore, anche dal punto di vista economico. È un passaggio rilevante che può rilanciare l’acciaio europeo sui mercati e ridare spazio ad investimenti e programmazioni a più ampia scadenza».

Eurofer L’associazione europea dell’acciaio Eurofer, di cui è parte anche ThyssenKrupp, «accoglie con favore le misure antidumping dell’Ue nei confronti delle importazioni di prodotti piatti di acciaio inossidabile laminati a freddo da Cina e Taiwan, in seguito alla denuncia che è stata presentata da Eurofer nel maggio 2014. Le importazioni dalla Cina e da Taiwan sono cresciute del 70% tra il 2010 e il 2013 e la loro quota nel mercato comunitario è aumentata del 64% nello stesso periodo. Con un margine medio di sottoquotazione del prezzo europeo pari al 10,5%, la crescita delle importazioni oggetto di dumping da parte di Cina e Taiwan non ha consentito all’industria europea di mantenere la sua quota di mercato o diventare remunerativa. Inoltre, la pressione di queste importazioni è peggiorata drammaticamente nel 2014 con una crescita dei volumi di oltre il 200% e un’espansione della quota di mercato del 180% rispetto al 2010».

Eggert Secondo il direttore generale di Eurofer, Axel Eggert, «questo aumento delle importazioni non ha alcun rapporto con l’evoluzione del consumo del mercato comunitario. La radice del problema risiede nelle enormi capacità produttive che si sono sviluppate in Cina. Tali capacità hanno in gran parte superato la capacità del mercato locale e non possono essere assorbite a livello nazionale. Taiwan ha anche un problema di sovraccapacità strutturale. Negli ultimi anni, l’industria dell’acciaio inossidabile dell’Ue ha compiuto sforzi gravosi per ristrutturare, per ridurre sovraccapacità, per migliorare le sue prestazioni e per mantenersi competitiva a livello mondiale. Ma allo stesso tempo, la Cina ha sovvenzionato la propria industria dell’acciaio inossidabile che ora sta invadendo il mercato globale e sta alterando i flussi commerciali. Non è ammissibile che i nostri sforzi siano vanificati da un aumento delle importazioni sleali».

Marini «La decisione della Commissione europea di imporre per un periodo di sei mesi dazi antidumping ad una serie di prodotti di acciaio inossidabile provenienti dalla Cina e da Taiwan va nella direzione che da sempre avevamo auspicato, e ci auguriamo che la Commissione possa rendere il provvedimento stabile nel tempo». A dirlo è la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, che sottolinea che «si tratta di un provvedimento importante, non certo ispirato da logiche di protezionismo, ma da una necessità di salvaguardare anche la qualità ambientale e dell’alimentazione, visto che molte delle produzioni di acciaio inox sono destinate proprio all’uso alimentare».

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