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Umbria, crisi-turismo dopo il terremoto

di Lucina Paternesi
15 Novembre 2016
in Attualità, Dal territorio, Economia, In evidenza, Terremoto 2016
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
Il centro storico di Assisi

Il centro storico di Assisi

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Un epicentro fisico e materiale e uno, invece, immateriale, di cui si parla poco. E’ allarme rosso, in tutta l’Umbria, anche per il settore turistico che dopo il terremoto che ha messo in ginocchio gran parte della Valnerina fa registrare un meno sessanta per cento di presenze.

terremoto- San PellegrinoAllarme Cancellazioni, mancate prenotazioni, le stime di Federalberghi relative al danno economico causato in Umbria dal terremoto riguardano il settore del turismo regionale nella sua interezza e non solo nelle zone colpite direttamente, con un flusso turistico pari quasi a zero registrato ad esempio nel Ternano per il ponte dei santi. Per Andrea Barberi, vicepresidente di Federalberghi per la provincia di Perugia, «tutto il sistema turistico ricettivo, senza considerate le zone rosse naturalmente chiuse e includendo invece tutti i comuni fuori anche dagli epicentri, sta soffrendo gravemente».

norcia-terremoto-fabio-toni-20161102-wa0042-portaValnerina «L’area colpita dal terremoto – ha sottolineato Barberi – è limitata alla Valnerina, con Norcia, Preci e Cascia tra le zone interessate, e quindi è necessario fotografare bene la realtà, perché la zona è piccola per abitanti ed estensione e in tutti gli altri luoghi della regione il terremoto, che si è sentito poi in tutta Italia, non ha fatto danni». In Valnerina «si lavorerà fin da subito – ha affermato ancora Barberi – per rimettere in piedi un territorio importante dal punto di vista turistico, ma è per il resto dell’Umbria che fin da oggi bisogna dire come stanno effettivamente le cose perché nell’immaginario collettivo sembra che tutta la regione sia terremotata». «La prova provata che il resto dell’Umbria è agibile e tranquillo – prosegue – è il fatto che la Regione ci ha chiesto di accogliere gli sfollati nelle strutture ricettive del Trasimeno e del Perugino». Ma intanto le scosse continuano a far tremare tutto il centro Italia, anche fuori dall’Umbria, e l’idea di mettersi in viaggio verso queste zone non è poi così allettante.

terremoto-sisma-polizia-vigili-norcia-20161101-0055Campagna comunicazione In campo, assieme alla Regione, per la promozione dell’Umbria, si schiarano quindi Federalberghi e Confcommercio Umbria, come già accaduto dopo il sisma del 24 agosto. «Una campagna più che mai necessaria – affermano da Federalberghi – visto che ora tutta la regione è certamente a terra dal punto di vista turistico. Serve dunque una corretta comunicazione che finalmente chiarisca che non tutta la regione è terremotata». I dati forniti dall’Osservatorio regionale per il turismo, dopo il primo terremoto di questa estate, avevano fotografato un turismo in Umbria che, nonostante una netta contrazione e a parte la situazione delle zone terremotate con un crollo del 77,6% delle presenze, stava tenendo bene, con un ottobre in ripresa.

san-francesco-norcia-terremotoTerni Ora, dopo la recente e forte attività sismica, per i rappresentati di Federalberghi i primi segnali mostrano una situazione «gravissima». Anche per il ternano il quadro non è migliore, pur se con qualche spiraglio in più. «Per quanto riguarda il turismo d’affari non ci sono disdette importanti – afferma Elisabetta Ruozi, referente Federalberghi per la provincia di Terni – e la gente continua a venire anche perché a Terni non è successo praticamente niente, così come nell’Orvietano». È invece per la parte riguardante i turisti la nota dolente anche per questa zona dell’Umbria: «C’è un blocco totale di presenze turistiche – osserva Ruozi – e a dimostrazione c’è stato praticamente lo ‘zerò registrato per il ponte dei santi appena trascorso nonostante alcune manifestazione importanti che erano in programma». Sempre Ruozi spiega, inoltre, che per Capodanno «le prenotazioni sono ferme addirittura da agosto, con chi ha prenotato che annulla e, nella stragrande maggioranza, disdice anche chi ha già dato comunque un anticipo».

santa-maria-argentea-norcia-terremotoPerugia e Assisi Di epicentro immateriale, tra Assisi e Perugia, parla invece l’assessore la turismo del comune di Assisi Eugenio Guarducci, che è anche imprenditore del settore alberghiero e ideatore di Eurochocolate. «Possiamo parlare di due tipi di epicentri quello materiale che ha luogo a Norcia e in tutta la Valnerina e poi un epicentro di danni indiretti che purtroppo sempre più si sta delineando nella zona compresa tra Assisi e Perugia, città che insieme incubano circa il 40% del turismo umbro. E su questa zona rischiano di concentrarsi le scosse economiche».

norcia-terremoto-fabio-toni-20161102-wa0045Tavolo tecnico Proprio per questi motivi, Guarducci, ha deciso di convocare un tavolo con tutti gli operatori turistici, le associazioni di categoria e i sindacati «per fare una fotografia di quello che si sta verificando e che è già tangibile guardando quelle che sono le strade di Assisi, oltre che per ragionare sulle azioni da intraprendere». Per Guarducci, «quello che dobbiamo cercare di far capire a chi deve prendere le decisioni è che venga riconosciuto questo secondo cratere che non è fisico ma di tipo economico». «Che sono necessarie – ha aggiunto – alcune misure come il blocco delle rate di mutui, l’estensione degli ammortizzatori sociali anche a queste aree e poi, successivamente, la necessità di una forte azione di comunicazione tesa anche, da gennaio in avanti, a ribaltare l’idea di destinazione sicura e serena dell’Umbria».

Evitare licenziamenti Per quanto riguarda il turismo, Guarducci ricorda come «dopo il terremoto di questa estate abbiamo preso una bella batosta tutti quanti in Umbria e non solo nelle zone del sisma, ma ad ottobre la situazione stava risalendo e stavano tornando su valori non come quelli della crescita del 2016 ma comunque ci si avvicinava al 2015. Con l’ultima potente scossa, ma soprattutto con questo sciame sismico che non smette, il tema è drammatico e noi dobbiamo assolutamente arginare e tranquillizzare gli operatori che altrimenti la settimana prossima inizieranno a far partire i licenziamenti».

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