Umbria, l’Anci contro la Soprintendenza

L’accusa è di bloccare «progetti esecutivi di opere, già approvati e in netta contraddizione con i precedenti pareri della stessa»

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Che i rapporti tra alcuni Comuni umbri e la nuova nuova dirigenza della Soprintendenza per i beni per i Beni architettonici e paesaggistici dell’Umbria non siano proprio idilliaci lo sanno pure i sassi.

La fontana Un paio di esempi, tanto per capire come stanno le cose: il primo è quello relativo al recupero della fontana di piazza Tacito a Terni, con la Soprintendenza che pretende il restauro ‘in loco’ dei mosaici, mentre il progetto precedentemente concordato parlava di altre tecniche.

L’INTERVISTA DEL SOPRINTENDENTE

La Telfer Poi c’è il caso della Telfer di Papigno: il progetto per il suo abbattimento era bello e pronto – il Comune di Terni ha già deliberato anche l’impegno di spesa, ma il soprintendente ha detto che non si deve toccare nulla, provocando la reazione dell’assessore competente.

L’Anci Ma adesso arriva anche una presa di posizione, forte, dell’ufficio di presidenza di Anci Umbria: durante la riunione di mercoledì, si legge nella nota, «è emersa la forte difficoltà di rapporto con la nuova dirigenza, che sta ponendo nuovi vincoli e prescrizioni ai progetti delle amministrazioni».

«Preoccupati» I Comuni umbri, quindi, «esprimono la loro profonda preoccupazione in quanto tale comportamento va a bloccare progetti esecutivi di opere, già approvati e in netta contraddizione con i precedenti pareri della stessa Soprintendenza. In un momento nel quale si chiede più semplificazione e più snellimento delle procedure, tale atteggiamento rischia di far perdere non solo tempo, ma anche risorse importanti per le comunità locali. Non è bocciando tutte le pratiche che si ottiene la sostenibilità ambientale».

La richiesta L’Associazione dei Comuni, quindi, «chiede ai parlamentari eletti in Umbria di aprire un confronto con il ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, affinché si possa trovare una soluzione e una forma di dialogo costruttivo con la dirigenza per addivenire, nel rispetto delle norme in essere, a posizioni partecipate e condivise con l’obiettivo della salvaguardia delle municipalità umbre e dei territori che rappresentano».

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