Umbria, rifiuti: «L’inganno del Css»

Tre impianti per produrre combustibile solido secondario da rivendere fuori regione: la proposta solleva polemiche

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Tre nuovi impianti per produrre Css (combustibile solido secondario) dal costo di due milioni di euro ciascuno: sorgeranno a Perugia (Ponte Rio), Foligno (Casone) e Terni (Maratta). Il tutto per ottenere combustibile dai rifiuti – il Css appunto – con l’idea di rivenderlo (e quindi bruciarlo) fuori regione. L’annuncio dell’assessore regionale all’ambiente Silvano Rometti ha messo in allarme partiti e associazioni ambientaliste, soprattutto a Terni dove la questione è particolarmente sentita.

Il movimento 5 Stelle dell’Umbria, oltre a ribadire come il Css rappresenti «un danno enorme per la salute e l’economia, a differenza di una vera strategia ‘rifiuti zero’ senza discariche né inceneritori», rimarca l’assenza della Regione e della Usl Umbria2 ai tavoli in cui si è discusso degli inceneritori ternani. La candidata del M5S alle regionali, Laura Alunni, ricorda come «il 15 febbraio, in occasione della conferenza indetta sulla richiesta di Autorizzazione integrata ambientale da parte di Ternibiomassa srl (già Printer, ndR), i due soggetti citati erano assenti. Per la settima volta in cinque anni – spiega – la Regione ha disertato gli appuntamenti sulle conferenze dei servizi riguardanti il territorio ternano. Come se i dati della contaminazione e dell’inquinamento di Terni non esistessero».

Il comitato Critico anche il Comitato No Inceneritori Terni, secondo cui «la soluzione del Css viene fatta passare come ‘green’ per risolvere il problema delle discariche, ma in realtà per queste sono previsti altri ampliamenti». Circa l’inceneritore Aria-Acea di Terni, il comitato lo definisce «un impianto che si configura tecnicamente come centrale termoelettrica, e quindi in grado di bruciare Css, e per il quale è in corso la richiesta di modifica per poter bruciare rifiuti urbani. Richiesta avanzata da Acea grazie allo Sblocca Italia che la nostra Regione farebbe bene a impugnare, anzichè favorirne in ogni modo l’applicazione».

Il consigliere Netto anche il giudizio di Tomas De Luca, consigliere del M5S al comune di Terni, che rimarca come la decisione di produre Css sia stata assunta «contro la volontà dei ternani, del consiglio comunale che con la delibera 39 del 29 luglio 2014 ha detto ‘no’ alla produzione di combustibile solido secondario. La nostra città – aggiunge De Luca – è utile solo a pagare tasse e beccarsi i veleni. Una colonia lontana in cui il protettorato del Pd ternano obbedisce e sta zitto». Anche Rinascita Socialista si dice «contraria a un piano regionale dei rifiuti che prevede la produzione del Css, anzichè attuare in maniera convinta e decisa la strategia ‘rifiuti zero’».

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