Sarà un’indagine della procura della Repubblica di Terni a fare luce sulla morte di Massimo Burla, commerciante 66enne di Orvieto, deceduto lo scorso 9 maggio a seguito di un infarto che lo ha colpito nel suo negozio di corso Cavour, in pieno centro storico. È stata la famiglia dell’uomo – in particolare la moglie e la figlia, assistite dall’avvocato Marco Gabriele – a sporgere denuncia contro ignoti per omicidio colposo e omissione di soccorso, per chiedere chiarezza sulla macchina dei soccorsi, dopo che al commerciante è stato praticato per 47 minuti il massaggio cardiaco, poi rivelatosi purtroppo vano, mentre nei pressi dell’attività e sull’ambulanza intervenuta nessun defibrillatore sarebbe stato disponibile. A riportare in prima battuta la notizia dell’avvio dell’indagine – coordinata dal procuratore Andrea Claudiani – è stato ‘Il Messaggero‘.
Secondo la figlia dell’uomo, Rebecca, l’utilizzo del defibrillatore «gli avrebbe potuto salvare la vita». Era stata una dottoressa dell’ospedale Usl2 ‘Santa Maria della Stella’ che si trovava a transitare nei pressi del negozio, libera dal servizio, a prestare i primi soccorsi, limitati però appunto dall’assenza del defibrillatore, nonostante le piantine turistiche in distribuzione al momento del malore – e fino al successivo 27 maggio, con tanto di logo di ‘Città cardioprotetta’ che sarebbe invece rimasto nella cartellonistica – indicassero la presenza di una serie di postazioni in vari punti della città , ben 14, tra cui una al teatro Mancinelli, a poca distanza dal negozio. Anche l’ambulanza intervenuta sul posto circa 25 minuti dopo la chiamata, nonostante il codice rosso assegnato al caso – sempre stando alla denuncia dei familiari di Burla – era sprovvista del macchinario funzionante, così come di personale medico, visto che i soccorsi sono stati prestati solo da un’infermiera accompagnata dall’autista. Inutile, alla fine, l’intervento dell’elisoccorso, dato che il cuore del commerciante ha cessato di battere.
Della vicenda della morte del commerciante si è occupata nei giorni scorsi anche la trasmissione di Rete Quattro ‘Fuori dal coro’, che insieme a moglie e figlia di Burla ha interpellato la sindaca di Orvieto, Roberta Tardani. Il primo cittadino ha spiegato che «il progetto città cardioprotetta è terminato quando l’associazione che aveva predisposto i defibrillatori ha concluso questa attività , ma non è detto che il progetto non potrà essere ripristinato». Intanto però, come ha testimoniato anche il programma tv, le mappe circolavano ancora al momento della morte del commerciante e sono state ritirate solo successivamente, per poi essere ristampate senza i cuoricini ‘salvavita’. Su questo aspetto, come su eventuali ritardi nei soccorsi, saranno le indagini a fare chiarezza.