Le accuse, pesanti, sono di sequestro di persona, rapina, lesioni e ricettazione. Imputati, due fratelli di nazionalità rumena di 34 e 32 anni. L’episodio finito nel mirino degli inquirenti risale al gennaio del 2011. Vittima, un loro connazionale 31enne che, bloccato in via Eugenio Chiesa, si era rifiutato di dare ai due il numero di telefono di un altro rumeno, forse il vero obiettivo degli aggressori.
Botte Dopo lo ‘sgarbo’, il giovane era stato picchiato brutalmente. Poi, dopo avergli rubato il telefono cellulare, lo avevano rinchiuso nel bagagliaio della loro Fiat Punto ed erano ripartiti verso il centro cittadino. Dopo alcuni metri, approfittando anche di un rallentamento, la vittima era riuscita ad aprire lo sportello e a saltare fuori dall’auto, cadendo in mezzo alla strada. Ne era nato un vero e proprio inseguimento, con il giovane che era riuscito a nascondersi nel buio di alcune palazzine di via Eugenio Chiesa mentre gli altri due, uno a piedi e l’altro in auto, cercavano di stanarlo. Solo l’arrivo dei carabinieri aveva impedito il peggio.
Indagini e processo Dopo i soccorsi da parte dei medici, la vittima aveva denunciato tutto. Le indagini seguenti hanno permesso di individuare i due presunti responsabili dell’aggressione, poi arrestati. Il processo, da tempo in corso davanti tribunale monocratico di Terni, è stato ‘stoppato’ mercoledì mattina perché uno dei reati contestati – quello di rapina aggravata – sarebbe di competenza del collegio: a rilevarlo è stato il legale difensore dei due, l’avvocato Francesco Mattiangeli, la cui eccezione è stata accolta in aula. Tutto da rifare, quindi, a cinque anni di distanza dal fatto.