di M.T.
Un punto che non puรฒ essere โ forse non dovrebbe essere โ trascurato, tra quelli evidenziati dalla ThyssenKrupp nel vertice di martedรฌ al Mise รจ quello relativo alla ristrutturazione che ยซnon รจ terminataยป e alla quale, anzi, potrebbe essere rimessa mano in maniera significativa โ con il โpiano Bโ accennato? โ nel caso di in cui lโEuropa dovesse rimangiarsi le misure anti dumping nei confronti della Cina.
La richiesta Un ruolo non secondario, in questo โpiano Bโ potrebbe essere riservato a quellโimpianto per il quale lโotto marzo scorso la ThyssenKrupp Ast ha โ finalmente โ presentato lโistanza di avvio della procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via), coordinata con Autorizzazione integrata ambientale (Aia). La richiesta si riferisce alla โModifica e razionalizzazione reparto PX2 con lโinstallazione di una linea di trattamenti di nastri in acciaio inossidabileโ, la ormai mitica โlinea 6โ che, secondo lโaccordo siglato a dicembre del 2014 e โverificatoโ martedรฌ al Mise, doveva essere giร quasi pronta per entrare in funzione.
LโACCORDO DEL 3 DICEMBRE 2014
Lโaccordo Lโaccordo, infatti, prevedeva ยซ20/30 milioni per il trasferimento, installazione e revamping della linea di ricottura e decapaggio di nastri laminati a freddo (cd. linea 6) attualmente presente presso la sede di Torino. Questa operazione sarร avviata โ avevano firmato e controfirmato il 3 dicembre del 2014 โ nel corso del primo semestre 2015 e sarร conclusa nellโarco dei successivi 12-15 mesiยป. Ma la procedura burocratica deve ancora avere inizio (passerร qualche mese) e poi ThyssenKrupp Ast prevede 270 giorni di lavoro โ nove mesi, sanvo intoppi โ per i lavori di montaggio. Considerando che si dovranno poi fare i collaudi; lโipotesi fatta da umbriaOn, relativa al fatto che si dovrร attendere almeno il 2017 per veder uscire il primo coil da quellโimpanto, appare decisamente realistica. Ma la presidente e il vice presidente della Regione e il sindaco di Terni, martedรฌ hanno detto che ยซnellโincontro di oggi abbiamo registrato una oggettiva continuitร degli impegni di ThyssenKrupp rispetto allโattuazione dellโaccordo sottoscritto nel dicembre 2014 per lโAst di Terniยป.
I dettagli Quellโimpianto, comunque, potrebbe rappresentare davvero una svolta per lo stabilimento ternano, visto che nelle specifiche progettuali si legge che ha una potenzialitร produttiva di oltre 200 mila tonnellate di acciaio allโanno (con quattro soli addetti a turno, peraltro). ThyssenKrupp specifica che ยซintrodurrร solo lievi incrementi delle emissioni di Pm10ยป e che ci saranno ยซlimitati contributi di inquinantiยป nelle acque. Ma รจ certo che le vasche di decapaggio di quellโimpianto conterranno 1425 metri cubi allโanno di acido fluoridrico e 1188 di acido solforico.
La potenzialitร La linea 6, peraltro, una volta a regime (soprattutto se, come accennato da Peter Sauer al Mise, gli si dovesse affiancare un laminatoio a freddo), permetterebbe a ThyssenKrupp (o a chiunque gestirร lo stabilimento) di andare ben oltre quelle 580 mila tonnellate di โfreddoโ allโanno che vengono preventivate e che rappresenterebbero un incremento di 100 mila rispetto ad oggi.
Il โcaldoโ Il problema โ sempre che per ThyssenKrupp questo sia un problema โ potrebbe essere rappresentato proprio dallโeventuale e paventata โinvasioneโ da parte dei cinesi che, nel caso in cui fossero tolti i dazi imposti dallโEuropa, potrebbero riversare dalle nostre parti una quantitร imbarazzante di acciaio. Ma se quellโacciaio fosse grezzo e da rilavorare, potrebbe diventare una fonte di guadagno mica da ridere. Soprattutto se dovessero venir meno una serie di spese: il rottame da fondere, lโenergia elettrica da utilizzare per far marciare i forni di fusione e il personale per mandare avanti lโarea a caldo dello stabilimento. Perchรฉ il โpiano Bโ potrebbe essere anche e soprattutto questo.
Lโamianto Il senatore Stefano Lucidi (M5S), intanto, fa sapere di aver ยซpresentato una interrogazione parlamentare per chiedere al Ministro Poletti i motivi per cui non furono riconosciute le agevolazioni di legge agli โesposti amiantoโ delle acciaierie di Terni. Dalle notizie in nostro possesso infatti sembrerebbe che ci fosse giร un accordo nel 2014 mediante il quale 290 lavoratori delle acciaierie ternane avrebbero visti riconosciuti i loro diritti. Un accordo giร siglato dal Ministro Poletti, ma al quale non รจ stato dato seguito. Ci sono alcuni aspetti molto gravi in questa vicenda. In primo luogo i lavoratori non hanno avuto un riconoscimento dei loro diritti; in secondo luogo non dimentichiamo che parallelamente si svolgevano le trattative per lโapplicazione del Piano Idustriale Morselli che prevedeva un esubero di circa 500 persone, e quindi riteniamo che questi avrebbero dovuto essere non due percorsi paralleli, ma convergenti verso una soluzione non penalizzante per i lavoratori e per lโazienda, ma di tutela delle persone e della loro salute. Una delle richieste infatti รจ capire se ci sono ancora lavoratori esposti amianto in azienda e se siano stati valutati i risultati dello studio Sentieri effettuato dal Ministero della saluteยป.