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Home » Macroregione, Rossi: «Coinvolgere il Lazio»

Macroregione, Rossi: «Coinvolgere il Lazio»

di Marco Torricelli
11 Luglio 2016
in Attualità, Dal territorio, Economia, Politica
Tempo di lettura: 5 minuti di lettura
Gianluca Rossi e Catiuscia Marini

Gianluca Rossi e Catiuscia Marini

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di Marco Torricelli

Il tema era stato solo sfiorato o, meglio, affrontato con metodi che hanno lasciato molti, forse troppi, temi sullo sfondo. Perché di macroregione si parla molto – soprattutto tra Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria ed i suoi omologhi di Toscana e Marche, Enrico Rossi e Luca Ceriscioli – ma ci sono diverse questioncine che, forse, andrebbero chiarite.

«Italia centrale» Già il nome, che sarà pure evocativo e fa pensare ad un filmone fantasy – ‘l’Italia di mezzo’ – pare convincere poco il senatore ternano del Partito Democratico, Gianluca Rossi: «Quando andavamo a scuola – dice Rossi – si parlava di ‘Italia centrale’ e quella caratterizzazione geografica, che poi si è concretizzata anche sotto il profilo economico, mi pare sia ancora oggi valida. Di quella Italia centrale fa parte una regione che, dal punto di vista economico, ma anche ovviamente politico, a mio parere non può e non deve essere trascurata».

Nicola Zingaretti
Nicola Zingaretti

Il Lazio Rossi pensa ovviamente al Lazio, con cui – almeno fino ad oggi – non risultano interlocuzioni ufficiali, se non timidi tentativi di accordi e anche se la presidente Marini garantisce che il suo rapporto con il presidente di quella Regione, Nicola Zingaretti, peraltro sono tutti dentro lo stesso Pd, è ottimale: «Ma questo non basta – dice Gianluca Rossi – perché mi sembra ovvio che un percorso come quello che si ipotizza, ammesso che si arrivi ad una revisione costituzionale in materia di regioni che, va ricordato, sarebbe lungo e del quale si potranno eventualmente raccogliere i frutti non prima di anni, non può prescindere dalla presenza di un possibile compagno di viaggio importante».

La firma del protocollo Civiter
La firma del protocollo Civiter

L’alternativa Con il Lazio, infatti, esistono già progetti in comune e che potrebbero inserirsi nel quadro di iniziative finalizzate alla crescita omogenea della macroregione: «Sono d’accordo e penso, ad esempio, al progetto Civiter (la collaborazione e lo sviluppo di sinergie tra Terni, Civitavecchia, Rieti e Viterbo; ndr) – dice Rossi – o al raggiungimento di un obiettivo storico come il recente avvio dei lavori di completamento della Orte-Civitavecchia, che permetterà finalmente di garantire non solo un collegamento rapido e sicuro tra il sud dell’Umbria e il porto laziale (già punto di riferimento, ad esempio per la ThyssenKrupp, Ast; ndr), ma anche di inserire questa area della regione in un altro possibile, e ritengo più equilibrato, asse di collegamento tra i due mari. Ecco, dalla Regione Umbria mi aspetto, finalmente, una presa di posizione seria nei confronti del progetto Civiter: ci si crede? Lo si dica e si agisca di conseguenza. Non ci si crede? Lo si dica e si spieghi perché».

La 'firma' a Bruxelles
La ‘firma’ a Bruxelles

I ‘confini’ Il tema, la cosa non sfugge, è collegato al timore di una ‘marginalizzazione’ dell’area ternana in quella macroregione – Toscana-Marche-Umbria – della quale fino ad ora si parla: «Premesso che ritengo intelligenti e utili – dice il senatore del PD – quelle scelte che sono state annunciate, dalla sede unica a Bruxelles alla centrale per gli acquisti, credo che il tema da affrontare sia soprattutto quello dell’equilibrio, anche geografico, politico ed economico, verso il quale la futura macroregione deve tendere. E da questo punto di vista mi pare che non ci siamo, perché quella che vedo venire vaticinata è un’ipotesi che, invece, ipotizza la creazione di una sorta di ‘asse orizzontale’ che colleghi Tirreno e Adriatico, posizionato molto a nord rispetto all’area ternana, che rischia di essere tagliata fuori, con rischio di diventare una sorta di provincia estrema dell’impero».

Tk Ast acciaieria acciaierie ThyssenKrupp2 Terni
Le acciaierie

Economia e geografia Soprattutto perché, non lo dice Terni per mere questioni di campanile, ma ad affermarlo sono le statistiche ufficiali, proprio nella ‘Conca’ insiste il comparto manifatturiero più importante, sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo: «Senza ombra di dubbio – dice Gianluca Rossi – e proprio a questo proposito il mio appello è rivolto anche agli imprenditori e alle loro associazioni di categoria, come pure alle forze sociali, perché facciano sentire la loro voce. Ma aggiungo anche altro. Penso a quella ‘sanità di qualità’ per la quale Terni è riconosciuta e penso alle opportunità, anche in campo culturale e turistico che derivano dalla vicinanza con Roma che, destinata a diventare città-Regione, potrebbe interagire con successo con quella macroregione ‘Italia centrale’ che mi piace pensare sia possibile ipotizzare».

La cultura fa sistema
La cultura fa sistema

La formazione Quando si parla di cultura è quasi automatico pensare al sistema universitario e quella ‘esclusiva’ che l’ateneo perugino sembra non perdere occasione per rivendicare: «Ho letto e ascoltato le parole pronunciate proprio sabato a Terni dal rettore Franco Moriconi – spiega il senatore ‘dem’ – ma credo che non bastino cinque ricercatori concessi al polo ternano per dare il segnale che ci si aspetta. Il sistema universitario e quello culturale locale possono, e a mio parere devono, poter guardare in direzioni diverse, per vedersi garantita quella crescita equilibrata che il territorio rivendica e merita».

Il progetto Insomma, quel progetto da realizzare ‘mattone dopo mattone’, come dice il presidente della Toscana, potrebbe e dovrebbe far sì che quei mattoni arrivino anche da altre parti: «Credo proprio di sì – dice Rossi – perché è vero che, come dicevo, di macroregioni vere e proprie si arriverà a parlare tra anni, tanto è vero che non mi pare di registrare tanto attivismo in altre parti d’Italia, ma se a quella fase arriveremo con una struttura ormai definita nei tratti generali, potremmo rischiare di restarvi imprigionati».

Il tavolo conviviale
Il tavolo conviviale

La richiesta Pare di capire che a suo parere è necessario un deciso cambio di orientamento: «Assolutamente sì e approfitto dell’occasione per fare una richiesta precisa e formale alla presidente Catiuscia Marini: al prossimo ‘tavolo del buon bere’ inviti anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e, insieme agli altri due presidenti di Regione, avvii con lui un dialogo ufficiale, finalizzato a comprendere se ‘Italia centrale’ è una possibilità concreta sulla quale lavorare insieme. Se incasseremo un ‘no’, allora e solo allora, potremo decidere che quella ipotizzata fino ad oggi è la soluzione migliore. Ma io ritengo che, invece, potremmo incassare un ‘sì’ che aprirebbe scenari di grande interesse».

La giunta comunale
La giunta comunale

Palazzo Spada Impossibile non parlare, in questo periodo concitato, di quello che sta – o non sta – succedendo al Comune di Terni: «Credo sia chiaro a tutti che è necessario un cambio di fase e di passo – dice Gianluca Rossi – e che il sindaco deve, visto che registro prese di posizione a cadenza praticamente quotidiana da parte delle persone più diverse, far sentire la sua voce». Sì, va bene, ma per dire che? «Il sindaco è colui che decide e deve essere rispettato – scandisce Rossi –. Io, con Leopoldo Di Girolamo, sono stato chiaro: non mi iscrivo al partito dei ‘consiglieri’ o di quelli che indicano nomi e spero che non lo facciano altri, ma la mia città è alle prese con questioni importanti che vanno governate e il sindaco deve essere protagonista. Cambia gli assessori? Bene. Ne cambia pochi o tanti? Bene lo stesso. Lascia tutto com’è? Ancora bene. Ma lo dica subito, ne spieghi le motivazioni e imponga un passo diverso alla giunta. Ci sono due anni e mezzo di duro lavoro che ci attendono».

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