Proseguiranno fino al prossimo 15 settembre i controlli, disposti dalla Regione e in collaborazione con Asl e Istituto zooprofilattico di Umbria e Marche sugli allevamenti avicoli dislocati su tutto il territorio regionale.
I controlli Come già emerso, sin dal primo momento, a seguito delle direttive ministeriali, l’assessorato alla sanità guidato da Luca Barberini, si è attivato per garantire e gestire al meglio i controlli. «L’Umbria ha fatto di più – spiegano dalla Regione – non limitandosi a controllare solo gli allevamenti con più di 500 capi, come imposto dal ministero, ma quelli da 250 capi in su, per garantire una sicurezza ancora più capillare».
Gli allevamenti Ad oggi i controlli sono stati eseguiti sull’80% degli allevamenti, spiegano ancora dalla Regione, mentre entro la prossima settimana saranno conclusi tutti. Soltanto in due, tra i 20 ispezionati e i 12 di cui arriveranno a breve gli esiti, sono risultati positivi al Fipronil, il pesticida vietato negli allevamenti ma il cui utilizzo è ammesso in altri settori zootecnici. «Non sappiamo ancora – dicono – se la contaminazione è avvenuta attraverso la disinfestazione che, allora, è stata effettuata con sostanze vietate, oppure con la movimentazione dei capi, quando cioè, negli allevamenti umbri, sono arrivati animali già contaminati». Dalle aziende coinvolte, per il momento, nessuno preferisce commentare dopo il grande clamore mediatico che la vicenda ha suscitato.
Le indagini, dunque, proseguono, anche grazie al supporto dei Nas e si concentreranno anche sulla ricerca di un altro pesticida, l’Amitraz, segnalato dal Ministero e considerato pericoloso per l’uomo. Nel frattempo dai piccoli rivenditori alla grande distribuzione ci si organizza e mentre alcune catene, in via precauzionale, hanno ritirato dal commercio tutte le uova provenienti dall’azienda di San Martino in Campo che si è ‘auto segnalata’ all’Asl, in un altro supermercato è apparso un avviso contenente i lotti ‘incriminati’.
Al supermercato «Il nostro fornitore – spiegano dal punto vendita – ci ha consegnato la lista dei lotti risultati positivi all’insetticida e noi, come impone la legge, siamo obbligati a esporre quel cartello. All’interno del supermercato non abbiamo rintracciato alcuno di quei lotti, quindi le uova in vendita qui sono sicure. Quello che non possiamo sapere – ci dicono – è se qualcuno, prima, ha già comprato qualche confezione e in quel caso spetta al singolo individuo confrontare il lotto riportato in etichetta nella confezione acquistata con quelli dichiarati contaminati».
Sicurezza Se qualcuno, dunque, avesse acquistato le uova prima? Lo stesso assessore Barberini, nei giorni scorsi, ha chiarito che «Tutte le uova contaminate sono state avviate alla distruzione e gli animali posti sotto sequestro» in attesa di capire se dovranno essere eliminati o, semplicemente, messi in isolamento in attesa di riprendere la produzione di uova destinate al commercio.