Uova contaminate: «Caso sotto controllo»

L’assessore Luca Barberini: «In Umbria verranno controllati tutti gli allevamenti avicoli con più di 250 animali e non soltanto quelli con 800 capi»

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«Per tutelare al massimo la salute pubblica, rispetto alla cosiddetta emergenza Fipronil, in Umbria verranno controllati tutti gli allevamenti avicoli con più di 250 animali e non soltanto quelli con 800 capi, come indicato dal Ministero della Salute». Così l’assessore regionale alla salute, alla coesione sociale e al Welfare, Luca Barberini, a margine di un vertice che si è svolto lunedì mattina con tecnici della Regione Umbria, delle Usl Umbria 1 e 2 e dell’Istituto zooprofilattico Umbria-Marche e rappresentanti dei Nas di Perugia, per fare il punto della situazione sulla vicenda delle uova contaminate e stabilire come proseguire e rafforzare i controlli.

Fipronil e Amitraz «Nel corso dell’incontro – ha spiegato Barberini – è emerso che sono 30 gli allevamenti da monitorare, contro i 24 indicati al livello ministeriale. Ad oggi sono stati 21 quelli ispezionati e 12 quelli di cui sono già noti gli esiti, di cui 10 negativi e 2 positivi. Entro il 15 settembre verranno controllati tutti, analizzando gli animali allevati a terra, in gabbia o all’aperto. Non verrà ricercata soltanto l’eventuale presenza di Fipronil, ma anche dell’Amitraz, un altro insetticida segnalato come pericoloso per l’uomo dal Ministero della Salute. Si tratta di una sostanza ammessa in vari settori zootecnici, ma non in quello avicolo. In caso di positività a una delle due sostanze o a entrambe, verranno analizzati anche i mangimi utilizzati per nutrire il pollame».

«Situazione sotto controllo» Al momento, ha aggiunto l’assessore, «la situazione è sotto controllo, tutte le uova positive al Fipronil sono state avviate alla distruzione, mentre proseguono le indagini per scoprire l’origine della contaminazione. Tutti gli animali presenti negli allevamenti risultati non a norma sono sotto sequestro, in attesa di capire quale potrà essere il loro destino. Le strade ipotizzate al momento sono due: la distruzione di tutti i capi o la cosiddetta muta, che prevede un lungo periodo di disintossicazione degli animali contaminati prima di consentire che tornino a produrre uova».

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