Stanno vagliando diverse piste, gli investigatori della Digos di Terni coordinati dal dirigente Marco Colurci, che indagano sul finto pacco-bomba piazzato mercoledì mattina in un bagno posto al secondo piano di palazzo Spada, sede principale del Comune di Terni, nei pressi degli uffici che ospitano l’avvocatura comunale. Il rudumentale – innocuo ma decisamente ben realizzato – ordigno, è stato accertato dagli artificieri della polizia di Roma, non aveva alcun potenziale esplosivo.
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Immagini e testimonianze Il lavoro degli inquirenti si basa sulle immagini delle telecamere di sorveglianza – in parte già acquisite ed altre da acquisire – e sulle sommarie informazioni testimoniali rese da coloro che si trovavano nell’edificio comunale al momento del fatto. Fra questi, coloro che intorno alle 8.30 di mercoledì si sono accorti dell’ordigno – che in quel momento nessuno poteva sapere fosse finto – ma anche le persone contro cui il gesto potrebbe essere stato compiuto.
Ipotesi diverse In questo senso la Digos non esclude nessuna pista, né quella dell’atto contro l’istituzione e l’amministrazione, né il gesto personale e diretto contro uno o più dipendenti dell’ente. E neppure il fatto che possa essere stato compiuto da più persone, piuttosto che una sola.
Fiato sul collo Gli elementi acquisiti dalla polizia di Stato verranno sottoposto all’attenzione del pm titolare del fascicolo, Tullio Cicoria, che potrebbe procedere per i reati di procurato allarme e interruzione di pubblico servizio. In base al ‘peso’ di quanto raccolto dagli inquirenti, il magistrato deciderà poi per l’eventuale fermo di polizia giudiziaria o per la più ‘tenue’ denuncia a piede libero. L’impressione è che il responsabile del gesto, che ha destato una certa preoccupazione fra tutti coloro che per vari motivi frequentano palazzo Spada, potrebbe essere individuato nelle prossime ore.
