MartedƬ il consiglio regionale dell’Umbria, su proposta della giunta regionale e in particolare dell’assessorato al lavoro, ha approvato il testo unico in materia di lavoro e di impresa. Favorevole la maggioranza di centrosinistra, astensione per il centrodestra mentre il M5S, astenutosi sui singoli articoli, alla fine ha dato un voto contrario.

Il documento ĆØ frutto di un lungo processo di partecipazione e condivisione con le associazioni datoriali ed i sindacati regionali. La legge, unica nel suo genere, pone fine al lungo processo di transizione in materia di politiche del lavoro, conseguente alla attuazione del Jobs Act e alla manacata riforma della Costituzione.
L’Agenzia regionale per il lavoro Il disegno di legge istituisce l’Agenzia regionale per le politiche del lavoro, analogamente a quanto sta accadendo in altre regioni. Ciò anche sulla base delle competenze in materia di lavoro, affidate oggi in via esclusiva alle Regioni. L’agenzia, ente strumentale della Regione Umbria, sarĆ guidata dal direttore regionale Luigi Rossetti e da altri dirigenti dell’ente. Si configura come un ‘contenitore’ in grado di integrare le politiche attive del lavoro con la formazione professionale, una dinamica che ha caratterizzato a lungo positivamente le attivitĆ dei Centri per l’impiego.
Percorso virtuoso Obiettivo della Regione Umbria, attraverso il disegno di legge approvato, ĆØ quello di cambiare profondamente il paradigma di riferimento allāinsegna del: ‘finanziamo l’occupazione anzichĆ© la disoccupazione’, dando sempre meno spazio a dinamiche assistenziali, nel tentativo di promuovere occupazione stabile e duratura. Un po’ come giĆ accaduto con il progetto ‘Cresco’ che finora conta circa 450 persone occupate a tempo indeterminato. Altrettante ne vengono stimate per il 2018, con un costo medio di circa 10 mila euro per ciascun occupato. Soldi investiti nella ‘filiera’ che va dalla formazione iniziale al tirocinio, fino all’incentivo all’assunzione che ĆØ cumulabile con gli sgravi del Jobs Act.
Gli incentivi Il documento – una sorta di testo unico sul lavoro in Umbria – punta su alcuni meccanismi innovativi che mettono al centro la persona. Una formazione utile a chi la riceve, prima ancora che alle imprese del settore, con meccanismi premiali volti a legare al risultato una parte delle remunerazioni destinate alle agenzie di formazione che, in caso di assunzione, possono percepire più risorse. Si cerca poi di ‘alzare l’asticella’ per l’accreditamento delle stesse agenzie formative. Lo stesso vale per le agenzie per il lavoro, con lo scopo di far sƬ che il privato rappresenti un valore aggiunto per il servizio fornito dall’ente pubblico.
‘Brain back’ e sicurezza Altre misure sono state disposte per favorire il ‘brain back’ – ossia il ritorno nel territorio di origine delle persone che hanno ‘esportato’ le proprie competenze e capacitĆ – ma anche la promozione di startup innovative in Umbria. Infine si va ad incentivare la sicurezza nei luoghi di lavoro con l’adozione di criteri premiali in materia di appalti pubblici ed in relazione alla responsabilitĆ sociale dell’impresa ed al ricambio generazionale.
I giovani Viene abolita infine la ex legge 12 sull’imprenditoria giovanile e introdotte misure stabili a sostegno dell’autoimprenditorialitĆ , delle startup innovative e del lavoro per i giovani sino a 35 anni. Una sorta di ‘rivoluzione copernicana’ che, secondo il lavoro messo in campo dall’amministrazione regionale, potrĆ segnare un profondo cambiamento nel mercato del lavoro regionale.
Ā«SoddisfattoĀ» CosƬ l’assessore regionale alle politiche del lavoro, Fabio Paparelli: Ā«C’ĆØ grande soddisfazione per l’approvazione di una legge che rappresenta una svolta copernicana per il mercato regionale del lavoro. Abbiamo messo a punto uno strumento nuovo e articolato per favorire concretamente l’occupazione in UmbriaĀ».